Smog, polveri sottili, caldaie «fuori legge». I recenti provvedimenti hanno sollevato già polemiche.
Il problema delle polveri sottili. Un inverno incredibilmente asciutto sta contribuendo a registrare livelli allarmanti di polveri sottili in tutta Italia, da Frosinone a Cagliari, da Pordenone a Napoli.
Pertanto, in molte città, come Milano, Roma e Firenze, varie ordinanze hanno imposto blocchi anche parziali delle auto.
A Milano, in particolare, centinaia di agenti e decine di posti di blocco sono stati preposti al rispetto della chiusura al traffico.
Inoltre, altri interventi hanno potenziato il car sharing e il bike sharing insieme al trasporto pubblico; hanno aumentato il verde pubblico e hanno ottenuto un risparmio del 52% dell'energia grazie alla sostituzione a Led dell'illuminazione pubblica.
Tutte misure necessarie dal momento che nel corso dell'anno appena trascorso il Pm10 ha sforato il limite di 50 microgrammi al metro cubo in molte zone della Lombardia almeno un centinaio di volte.
I provvedimento e le reazioni. Il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ha emanato un'ordinanza finalizzata alla lotta allo smog. Tale provvedimento impone una limitazione degli orari di accensione degli impianti di riscaldamento nelle case e la riduzione della temperatura di un grado. Marco Pierotti, presidente della sezione provinciale pescarese dell'Anaci, ha immediatamente evidenziato che "l'unica cosa che possiamo fare noi amministratori è quella di limitare le ore di accensione, ma solo per gli impianti centralizzati nei condomini. Per quelli autonomi non si può fare nulla.
Bisognerebbe adottare misure più concrete per combattere l'inquinamento, innanzitutto costringendo o incentivando i condomini a cambiare le caldaie più vecchie per acquistare quelle nuove meno inquinanti".
Dello stesso avviso, Tiziana Alfonsi, presidente provinciale della sede aquilana dell'Anaci, che ribadisce: "Noi amministratori siamo responsabili degli impianti centralizzati, quindi possiamo controllare il funzionamento e gli orari. Ma per le caldaie autonome non si può proprio fare nulla. Applicare le sanzioni nei confronti dei trasgressori appare, dunque, molto difficile".
Anche secondo l'Anaip le ordinanze comunali, emesse in questi giorni per far fronte al fenomeno, "sono inadeguate perché senza un preavviso sono di difficile attuazione, visto che nei locali dove è situata la caldaia condominiale può accedervi, per ridurre l'orario di accensione del riscaldamento, solo ed esclusivamente un soggetto preposto quale il "terzo responsabile", il quale, normalmente, ha in gestione numerosi impianti".
Inoltre, "è impossibile anche verificare il rispetto delle ordinanze negli appartamenti, dove l'amministratore non accede se il condòmino non lo consente".
Per tali motivi l'Anaip auspica che « in futuro tali provvedimenti vengano emanati con largo preavviso e per un tempo abbastanza lungo" in modo da renderli efficaci.
Una risposta alle preoccupazioni appena esposte, tuttavia, viene da un altro comune italiano, quello di Caserta, che ha avviato i controlli della polizia municipale sulle caldaie in città perché sia rispettata l'ordinanza del commissario prefettizio relativa alle limitazione sugli impianti di riscaldamento.
Il provvedimento, pubblicato sull'albo pretorio del Comune il 29 dicembre, stabilisce che i riscaldamenti potranno essere utilizzati per un massimo di 8 ore giornaliere, invece di 12, e per una temperatura massima, negli ambienti, di 18 gradi. Per i trasgressori si prevede una multa di 500 euro.
La misura rientra tra le iniziative adottate dal commissario per contenere le concentrazioni di polveri sottili nell'aria, in seguito ai continui sforamenti registrati fino alla fine di dicembre.
Controlli a partire da gennaio. Nonostante la pubblicazione dell'ordinanza, i controlli previsti non si sono ancora verificati, in quanto gli agenti sono stati impegnati in altre attività legate ai giorni festivi, come, per esempio, il monitoraggio della movida.
Tuttavia, il comandante Alberto Negro rassicura che presto "Si svolgeranno riscontri a campione sulle attività commerciali e sui condomini che sono dotati di impianti centralizzati.
Se è difficile far rispettare i tempi qualcosa si può fare sulla verifica delle temperature degli ambienti".
La risposta del Governo. Sul fronte delle nuove iniziative legislative per affrontare il sempre più annoso problema dell'inquinamento, il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, presiede un Comitato formato da Governo, Regioni e Comuni, in cui a breve si discuterà di impianti di riscaldamento e veicoli.
Il piano, denominato "pacchetto anti-smog", si suddivide in due parti: una dedicata all'emergenza, che non prevede alcun decreto attuativo, e un'altra dedicata agli interventi strutturali.
In un primo momento saranno disponibili 12 milioni di euro dai fondi del ministero dell'ambiente, con i quali si aiuteranno i Comuni negli sconti sui mezzi pubblici. Poi saranno utilizzati ulteriori fondi di varia provenienza.
Nel mese di gennaio la prima riunione del nuovo Comitato ambientale fisserà un calendario. Nel protocollo sono indicate una serie di priorità alle quali il tavolo inizierà a lavorare da subito, ma secondo il ministro deve essere data priorità al miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici, mediante il controllo delle caldaie e il rinnovo degli impianti di riscaldamento obsoleti.
Ma non solo: si prevede anche la riduzione 2 gradi riscaldamento negli edifici pubblici e privati, la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile ove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
Gli ambientalisti non hanno mostrato particolare entusiasmo per le nuove misure antismog, reputate insufficienti a risolvere l'emergenza inquinamento. Sicuramente si potrebbe fare di più sul fronte dell'edilizia residenziale, incentivando ulteriormente la riqualificazione energetica dei condomini facendo fronte ad un richiesta avanzata da anni dall'Unione Europea per abbattere drasticamente i consumi di energia del settore residenziale.