Approvata dall'ultimo Consiglio dei Ministri, la legge delega in materia di semplificazione e codificazione prevede, fra i vari titoli, di intervenire sulla normativa edilizia per razionalizzare e semplificare i titoli abitativi e ampliare i casi per i quali non sarà necessario alcun titolo autorizzatorio, assicurando a tutto il settore livelli minimi ulteriori di semplificazione.
Aumento dell'edilizia libera: opportunità e rischi
Sulla base dei principi prospettati dal governo, in base ai quali il settore dell'edilizia sarebbe frenato dalla burocrazia e afflitto da illegalità e corruzione, la semplificazione delle procedure potrebbe essere una soluzione.
Aumentare i casi di edilizia libera, razionalizzare e semplificare i titoli abilitativi edilizi diversificando le procedure e i contributi in base alla natura dell'intervento e al carico urbanistico prodotto, porterebbe ad una ripresa del settore; fra le ipotesi prospettate si punta anche ad individuare interventi di trasformazione urbanistico-edilizia e di conservazione eseguibili senza alcuna autorizzazione.
Attualmente, sulla base del Testo Unico dell'Edilizia in vigore (D.P.R. 380/2001), rientrano in quest'ambito tutti quegli interventi subordinati al rilascio del Permesso di Costruire e relativi a:
- nuova costruzione
- ristrutturazione urbanistica;
- ristrutturazione edilizia che:
- portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente;
- comportino modifiche della volumetria complessiva, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, aumento di unità immobiliari;
- limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d'uso;
- comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).
Con l'eventuale modifica della legge delega, alcuni di questi interventi potrebbero essere liberalizzati.
La realtà è che una interpretazione estensiva di dette liberalizzazioni, potrebbe incrementare i casi di abusivismo edilizio.
Va ricordato anche che è già in vigore il Glossario dell'edilizia libera con il quale è stato stilato un elenco (seppur non esaustivo) degli interventi realizzabili senza permessi ma che restano, tuttavia, assoggettati al pieno rispetto dei vincoli indicati dagli strumenti urbanistici comunali vigenti e delle normative di settore (norme antisismiche, sicurezza, antincendio, tutela dal rischio idrogeologico, efficienza energetica, tutela del patrimonio culturale e paesaggistico di cui al D.Lgs. n. 42/2004).
Il Glossario ha semplificato l'elenco degli interventi sia per fornire una individuazione univoca delle opere edilizie, sia per favorire un uso più agevole da parte dei tecnici, dei semplici cittadini e della Pubblica Amministrazione.
La nuova legge delega, in sostanza, vorrebbe fornire un elenco dettagliato delle attività soggette a titolo autorizzatorio, tutto il resto rientrerà fra le opere libere.
Modulistica. Altro punto previsto dalla legge delega, è relativo alla razionalizzazione burocratica attraverso l'adozione di moduli unificati che possano definire in maniera chiara ed esaustiva, la tipologia del procedimento e i dati necessari.
Non è molto chiaro cosa si intenda fare, poiché già col precedente Governo (Riforma Madia), l'accordo con le Regioni, le Province autonome, gli Enti locali, ANCI e UPI aveva portato all'adozione di moduli unificati e standardizzati per la presentazione delle segnalazioni, comunicazioni e istanze.
Con lo Sblocca Italia, infatti, erano state apportate importanti novità in ambito edilizio, prima con l'approvazione dei modelli unici di SCIA e Permesso di Costruire e poi con quelli della CIL (Comunicazione di Inizio Lavori) e della CILA (la stessa con asseverazione del tecnico abilitato). I modelli unici, implementati con indicazioni relative anche agli adempimenti in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro (D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) potevano, sin dalla loro adozione, essere adeguati (cioè modificati o integrati) dalle Regioni alle legislazioni vigenti, ma solo in alcune parti e adottati successivamente dai vari enti locali.
Il provvedimento ha favorito l'adozione di CIL e CILA, ampliando il campo ad interventi anche di una certa entità, senza dover più ricorrere al Permesso di Costruire o alla SCIA. Infine, dallo scorso giugno è attiva la versione digitale dei modelli unici per l'interoperabilità, lo scambio dati fra i vari enti.