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Sciacquone rumoroso nelle ore notturne: cosa fare?

Scarico del bagno rumoroso: in quali casi è possibile chiedere il risarcimento dei danni al condomino? Quando la responsabilità è del costruttore?
Avv. Mariano Acquaviva Avv. Mariano Acquaviva 

Un nostro lettore scrive: "È lecito utilizzare il proprio bagno anche in orari notturni, quando se ne ha l'esigenza, senza che il vicino possa lamentarsi dei rumori della doccia o dello sciacquone?" Per quanto possa sembrare strano, si tratta di un quesito molto ricorrente, soprattutto negli edifici che non hanno rispettato, in fase di costruzione, la normativa sull'isolamento acustico.

Ad ogni modo, la domanda offre l'occasione per rispondere a quanti si chiedono cosa fare in caso di sciacquone rumoroso nelle ore notturne. Vediamo quali rimedi offre la legge e quali sono le tutele da invocare.

Condominio: si può usare il bagno nelle ore notturne?

Nessun regolamento può impedire a un condomino di utilizzare il proprio bagno nelle ore notturne; tutt'al più, si possono stabilire fasce orarie in cui occorre avere particolare cautela per disturbare il riposo delle persone.

Sarebbe dunque illegittimo il divieto di usare il proprio bagno durante la notte.

Sciacquone rumoroso: si può chiedere il risarcimento al vicino?

Negli edifici condominiali spesso capita che il bagno di uno dei condòmini sia adiacente alla stanza da letto del vicino che abita sullo stesso pianerottolo, con lo scarico murato all'interno della parete divisoria.

In ipotesi del genere è probabile che il rumore dello sciacquone possa essere avvertito, soprattutto se utilizzato nel cuore della notte. In questa circostanza, sarebbe possibile chiedere il risarcimento dei danni per il disturbo del riposo?

In teoria sì, ma solo se si dimostra l'intollerabilità dell'immissione acustica, così come disposto dall'art. 844 c.c.

A mente di questa norma, infatti, "Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi".

Sulla scorta di questo principio, la Suprema Corte (n. 21649/2021) ha riconosciuto il risarcimento dei danni a un condomino che per anni aveva dovuto subire il rumore dello sciacquone del bagno attiguo nelle ore notturne.

La Suprema Corte, nel riconoscere il pregiudizio alla qualità della vita del ricorrente, ha considerato:

  • lo scarso isolamento acustico sussistente tra gli appartamenti limitrofi;
  • l'insolito numero di volte in cui il vicino ha fatto ricorso allo scarico, tanto da far ritenere plausibile che i rumori fossero causati di proposito;
  • il superamento di 3 decibel dei rumori di fondo (limite imposto dalla legge).

Al contrario, esistono pronunce giurisprudenziali che hanno negato il diritto al risarcimento dei danni causati dal rumore dello sciacquone che impediva il riposo notturno.

Ad esempio, il Tribunale di Napoli (n. 5681/2018) ha rigettato la richiesta di risarcimento poiché la causa dei fastidi era addebitabile a difetti di costruzione originari dell'abitazione. Oltretutto, i rumori dovuti alla mancanza di un adeguato isolamento acustico erano stati avvertiti in modo discontinuo e in prima serata.

Sciacquone rumoroso: si può chiedere il risarcimento al costruttore?

L'ultima sentenza citata ci consente di affermare che è possibile chiedere il risarcimento dei danni per lo sciacquone rumoroso direttamente al costruttore dell'edificio che non ha rispettato le norme di legge in tema di isolamento acustico delle abitazioni.

In altre parole, quando l'intollerabilità dell'immissione acustica è dovuta non tanto alla condotta di chi la pone in essere quanto alla negligenza dell'impresa appaltatrice che non ha realizzato quelle cautele che consentono di attutire i rumori esterni all'unità immobiliare, l'azione risarcitoria potrà essere intrapresa direttamente nei riguardi della ditta per vizi della costruzione.

Se si tratta di gravi difetti, come potrebbero essere delle pareti tanto sottili da non avere alcun tipo di insonorizzazione, l'appaltatore è responsabile per i dieci anni successivi all'ultimazione dell'edificio, così come previsto dall'art. 1669 c.c.

Il vizio andrà però denunciato entro un anno dalla scoperta del difetto; entro un anno dalla denuncia andrà poi intrapresa l'azione giudiziaria.

Sciacquone rumoroso: quando non c'è risarcimento?

Non è possibile chiedere alcuna tutela nel caso in cui lo sciacquone, pur essendo rumoroso, viene usato dal vicino con scarsa frequenza, non supera il limite dei 3 decibel stabilito dalla legge e le pareti sono sufficientemente insonorizzate.

Insomma: un utilizzo normale dello scarico del bagno non può comportare una condanna, anche se lo stesso è impiegato nelle ore notturne.

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