Verso la "nuova obbligatorietà"
Tra le tante novità che la Riforma del condominio si accinge a far entrare in vigore, sicuramente una delle più rilevanti sotto l'aspetto contabile è sicuramente quella contenuta sull'art. 1129 c.c., che introduce la seguente disposizione «l'amministratore è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su uno specifico conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio».
Da tale disposto discendono le seguenti conseguenze:
- l'amministratore dovrà aprire un conto corrente dedicato intestato al condominio che amministra sul quale andranno raccolti i contributi per le spese;
- sul medesimo conto si faranno transitare tutti i movimenti di denaro relativi alla gestione del medesimo condominio;
- si dovrà mettere a disposizione un dettagliato riepilogo delle spese sostenute.
L'obbligatorietà del conto corrente bancario o postale, intestato al condominio, risponde all'esigenza di corretto svolgimento dell'attività di gestione contabile, la quale deve ispirarsi ai criteri di trasparenza e correttezza.
Come del resto recentemente chiarito dalla Cassazione, «l'amministratore è tenuto a far affluire i versamenti delle quote condominiali su apposito e separato conto corrente intestato al condominio, per evitare confusioni e sovrapposizioni tra il patrimonio del condominio e il suo personale od eventualmente quello di altri differenti condomini, da lui amministrati.
Vi è pure un'esigenza di trasparenza e di informazione, in modo che ciascun condomino possa costantemente verificare la destinazione dei propri esborsi e la chiarezza e facile comprensibilità dell'intera gestione condominiale» (Cass. civ., 10 maggio 2012, n. 7162).
L'imposta di bollo, questa sconosciuta
Tra le pieghe del sistema bancario, si nascondo dei balzelli che, per chi non è addentrato del settore, possono sembrare veri prodotti di ingegneria finanziaria. Fra questi, di grande attualità, è l'imposta di bollo che viene applicata sui conti correnti e viene detratta direttamente alla clientela dal proprio istituto di credito sui rendiconti del conto corrente che viene inviato periodicamente dalla banca.
Per quel che concerne i conti correnti è necessario fare una precisazione:
- conto corrente intestato a una persona fisica l'imposta è pari a 34,20 euro l'anno.
- conto corrente ad una società, l'importo applicato è fisso nella misura di 100 euro.
L'imposta di bollo deve essere pagata per ogni conto corrente posseduto da un unico intestatario, e quindi per ogni conto aperto si verserà la relativa imposta, commisurata al periodo cui si riferisce la rendicontazione.
Pratiche scorrette o cattiva interpretazione?
In Italia ci sono alcune banche che assimilano il conto corrente condominiale ad un rapporto di conto corrente aziendale, con la conseguenza che si pagano commissioni sullo scoperto e le imposte di bollo maggiori.
Ma giurisprudenza costante ha fatto rientrare i condomìni, nella categoria del "consumatore", quindi pienamente equiparata a quella della normale persona fisica (cfr. tra le più recenti sentenze di merito Trib. Arezzo 14.2.2012, ma anche è opportuno rilevare che il primo tassello creatosi attorno alla figura del "condominio - consumatore" è costituito dall'ordinanza della Corte di Cassazione n. 10086 del 24 luglio 2001, la quale ha ripreso la tesi sostenuta dal Tribunale di Bologna nella sentenza n. 2539 del 9 ottobre 2000).
Molti istituti di credito avrebbero rifiutato di riconoscere questo status e avrebbero applicato quella di "professionista", provocando un aggravio ingiustificato sugli inquilini, che versano l'imposta di bollo da 100 euro anziché quella corretta di 34,20.
Ma alcune banche sono più generose. Ma attenti all'operatività del conto corrente
Vi è però una notizie positiva: alcune banche hanno deciso di non far pagare l'imposta di bollo al fine di favorire la concorrenza e diversificare l'offerta. Infatti, alcuni Istituti si assumono personalmente la spesa dell'imposta di bollo offrono ai clienti conti correnti ancora più convenienti dal punto di vista economico.
Da una analisi comparativa si può osservare che alcune banche hanno eliminato l'imposta di bollo.
Va comunque precisato che dall'analisi delle caratteristiche di questi conti correnti risulta che ci troviamo di fronte a contratti che prevedono operatività quasi esclusivamente online. Vi sono inoltre altri aspetti che andrebbero verificato prima della sottoscrizione.
In particolare, vista la notevole movimentazione di un conto corrente di natura condominiale è utile verificare i costi per questi servizi:
- esecuzione di pagamenti (bonifici, domiciliazioni bancarie...)
- comunicazioni periodiche (saldi ed estratti conto)
- prodotti accessori (carte bancomat, carte di credito, polizze assicurative, ecc...)
Comprendere bene cosa vi sia specificato, quindi, ha la funzione di evitarci brutte sorprese intese come servizi mancanti o non richiesti, prodotti accessori, e quindi costi non previsti.
Alcune volte a volte dietro un prezzo di gestione conveniente può celarsi una operatività limitata del conto corrente.
Il conto corrente è un diritto fondamentale: la Commissione Europea è già al lavoro Il possesso di un conto corrente bancario potrebbe diventare un diritto fondamentale riconosciuto dall'Unione Europea. Infatti, la Commissione Europea sarebbe al lavoro per introdurre questo diritto nell'ordinamento comunitario, dove al momento sono circa 30milioni le persone prive di un conto corrente.
La Commissione Europea, riconoscendo questo diritto sociale, intende eliminare gli ostacoli che possono rallentare la creazione del Mercato unico. Una mossa questa anche per aumentare la tracciabilità dei pagamenti e ridurre l'evasione fiscale. A tal scopo, nei piani della Commissione Europea, c'è anche l'idea di offrire maggiori garanzie a chi si convince ad aprire un conto corrente in banca.
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