A seguito delle recenti dichiarazioni fornite dall'On. Anna Rita Tateo in rappresentanza del Governo, su delega del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, On.le Jacopo Morrone, sono sorte alcune perplessità da parte delle associazioni di categoria.
Da leggere=> Entro la primavera ci sarà il registro nazionale obbligatorio per gli amministratori di condominio.
Il progetto. Nel corso della Biennale del condominio organizzata a Bari dall'Associazione ARCO, l'Onorevole Tateo ha illustrato delle novità in ambito condominiale. Di particolare importanza è stata la notizia della volontà (dell'attuale governo) di introdurre un registro nazionale obbligatorio per gli amministratori di condominio.
Secondo le prime indiscrezioni, il registro in esame dovrebbe prevedere una tassa da pagare per gli iscritti.
Inoltre, secondo l'Onorevole, al fine del raggiungimento di tale obbiettivo, occorrerà la realizzazione di un tavolo tecnico con tutte le associazioni di categoria al fine di avere una visione comune e soprattutto l'obbiettivo unico di una maggiore regolamentazione della professione dell'amministratore.
Le critiche delle associazioni di categoria. Dai recenti comunicati pubblicati sugli organi di stampa, si è appreso che alcune associazioni non condividono la proposta in esame. In particolare, secondo CALABRESE (Presidente UNAI) l'obbligatorietà di un registro per gli amministratori di condominio costituisce "un rischio" in quanto ogni amministratore autocertificherebbe il possesso dei requisiti, nonché il corso iniziale e quelli periodici.
Per meglio dire, secondo l'associazione UNAI, il problema generale (ancora oggi) è proprio quello afferente la formazione (DM 140/2014).
Sicché, secondo il presidente, l'intervento legislativo dovrebbe fare qualcosa di più: un albo, con sbarramenti in accesso e verifiche continue. Quindi, non autocertificazioni ma esami veri e certificati con controllo pubblico.
In sostanza, una vera e propria abilitazione (come per gli Avvocati, Commercialisti, ecc.).
Secondo BICA (presidente dell'ANAMMI), invece, l'eventuale registro o albo costituirebbe un nuovo balzello sulla categoria degli amministratori di condominio. Per l'ANAMMI, dunque, si vuole, ancora una volta, fare cassa grazie agli amministratori di condominio, rischiando di caricare i nuovi costi dell'albo sui professionisti e, in ultima battuta, sui condòmini (tra l'altro, da quanto si è appreso, la proposta del registro prevede proprio una tassa di iscrizione e persino una cassa previdenziale a questo collegata).
Ad ogni buon conto, osserva il presidente, proprio di recente l'Antitrust ha bocciato l'idea di nuovi albi professionali.
A differenza del tema in oggetto, tuttavia, l'associazione è favorevole alle nuove responsabilità per l'amministratore di condominio.
Difatti, in occasione della presentazione del primo "Codice di Condotta Privacy per gli studi amministrazione condominiale", svoltasi a Roma, l'ANAMMI è la capofila del Codice di condotta, al quale hanno aderito altre associazioni del settore.
In conclusione, in virtù di tutto quanto innanzi esposto, si evidenzia che la proposta dell'istituzione del registro obbligatorio costituisce oggetto di perplessità nel mondo condominiale. Non ci resta che attendere gli sviluppi successivi del Governo.