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Scatta la “rivolta” contro la Riforma del condominio.

La rivoluzione della Riforma: ora l'obiettivo è quello di sospendere le norme che entreranno in vigore il 18 giugno.
Ivan Meo 

E' un boccone molto amaro per gli addetti ai lavori.
Obiettivo comune: sospendere le norme che entreranno in vigore il 18 di giugno.

Tentativo disperato. Forse è un po' esagerato definirla "rivolta" ma costruttori edili, sindacati di inquilini, associazioni dei proprietari e degli amministratori di condominio, ascensoristi e geometri, e tutte le associazioni rappresentati dagli Stati Generali Dell'edilizia, insomma, tutti quelli che ruotano intorno al pianeta casa, hanno un solo obiettivo comune: chiedere la sospensione della riforma del condominio che entra in vigore il prossimo mese.

Tutti gli addetti ai lavori sono convinti che, ad oggi non ci sia una altra alternativa se non quello di rischiare il blocco completo dell' edilizia, e valutati i tempi di crisi, è una scelta fuori di ogni logica.

Tutti i nodi che vengono al pettine. Da circa un paio di settimane, sono stati organizzati una serie di eventi, convegni e tavole rotonde, da diverse associazioni di categoria, per tastare il polso sulla futura situazione che si potrebbe venire a creare in caso di applicazione totale delle norme previste dalla legge n° 220/2102.

=> In arrivo alcuni correttivi alla riforma

Da una analisi combinata delle varie proposte possiamo evidenziare alcuni dei punti più controversi:

Costituzione di un fondo speciale per i lavori di manutenzione straordinaria
Dal punto di vista pratico questo significa chiedere a tutti i condomini di anticipare l'intero importo delle opere di manutenzione straordinaria.

Quindi se se un condominio decide di ristrutturare la facciata o effettuare un qualsiasi lavoro di miglioramento dell'edificio, l'intero importo dovrà essere anticipato.
Fino ad oggi si è utilizzato il c.d. sistema dello "stato avanzamento lavori" (si cioè si paga un po' per volta con rate concordate con l'impresa), dal 18 giugno invece il meccanismo del pagamento anticipato bloccherà ogni ristrutturazione mettendo in difficoltà anche le famiglie più facoltose.

Quindi ogni attività di manutenzione o di miglioramento energetico degli edifici,sarà rimandato, proprio quando il Governo sta studiano forme di agevolazione fiscale in tal senso Proroga detrazioni 55% e 50%.

Distacco impianto centralizzato
la nuova legge prevede che il singolo condomino può distaccarsi dall'impianto centralizzato di riscaldamento salvo non provocare squilibri di funzionamento o aggravi di spesa agli altri condomini.

Quindi ci potremmo aspettare un incremento di impianti singoli con un proporzionale aumento dei consumi pro-capite ed un maggior inquinamento, andando in netto contrasto a quanto previsto dalle nuove normative che prevedono che dal 1° gennaio 2021 dovranno essere realizzati condomini e costruzioni singole a "energia quasi zero", ovvero con il massimo dell'efficienza concepibile.

Tutti gli Stati membri devono fissare requisiti minimi di prestazione energetica che devono essere aggiornati ogni 5 anni. Quindi una norma in netto contrasto con gli obiettivi della eco-sostenibilità.

=> Prime applicazioni giurisprudenziali della Riforma in tema di distacco dall'impianto di riscaldamento centralizzato.

Animali
Il legislatore, in fase di riforma, ha optato nell'inserire un comma nell'art 1138 c.c. che dispone, in maniera stringata, quanto segue: "le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici".
Questa norma è stata forse la più "pubblicizzata" dai media ma presenta, dal punto di vista tecnico-giuridico, alcune problematiche di non poco conto che giuristi ed amministratori di condominio dovranno affrontare. Era una delle norme più attese, ed ha scaturito molte polemiche.

Domestici o da compagnia? Nell'impostazione originaria la norma prevedeva che nei regolamenti condominiali venisse prevista la possibilità di vietare la detenzione degli animali da compagnia.

In fase di approvazione si è preferito inserire la specifica "domestici". La correzione accolta dal Governo è volta ad evitare che si possano detenere animali esotici negli appartamenti condominiali. Quindi viene volutamente fatta una distinzione tra animali domestici ed esotici.

La Società Italiana Veterinari Animali Esotici, seguendo alla lettera questa disposizione ha fatto notare che a questo punto anche i canarini potrebbero esse vietati.

Infatti, l'utilizzo di una terminologia impropria, è stata dettata più dal senso comune che dalle disposizioni giuridiche.

Per esempio il furetto (selezione artificiale della puzzola europea) è scientificamente un animale selvatico che potrebbe stare libero nei boschi, ma che invece è stato "addomesticato".

Insomma, molte specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate per colpa di un pregiudizio: gli animali "esotici" d'affezione sono pericolosi.

Animali domestici in condominio

Ma non è finita. Restano alcuni punti controversi: salvo specifiche disposizioni la nuova norma non è retroattiva, non può incidere su un accordo contrattuale sottoscritto precedentemente alla entrata in vigore della legge. Dovrebbe essere applicata, pienamente, solo per i condomini di nuova costituzione.

Inoltre, il legislatore non ha inserito norme transitorie tali da coordinare il vecchio testo normativo con quello che entrerà in vigore.

A questo punto sorge spontanea una domanda: i lavori parlamentari sono stati preceduti da una serie di audizioni, in cui hanno partecipato tutte le associazioni di categoria e del settore edile. Perché non si sono sollevate prime queste incongruenze normative? Abbiamo aspettato molto, per avere una riforma del testo legislativo, ma forse, visti i risultati, si poteva attendere qualche anno in più.

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