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Come gestire i conflitti in assemblea. Cosa può mettere in campo l'amministratore di condominio per prevenire o ridurre i conflitti?

I contenziosi tra condòmini rappresentano uno dei motivi primari delle cause giudiziarie in corso.
Simona Bastari 
21 Set, 2018

Una delle regole delle regole fondamentali è ricordarsi che da un conflitto risolto non devono uscire né vinti né vincitori, ma persone soddisfatte di aver trovato un punto d'incontro.

L'assemblea di condominio è sicuramente il terreno più fertile all'interno del quale nascono situazioni conflittuali dovuti alle differenze esistenti tra le persone in termini di atteggiamenti, opinioni, etica, differenze di culture, giudizi, interessi, bisogni.

In qualità di amministratore di condominio spesso si sperimentano difficoltà derivanti da relazioni con individui 'difficili' o da conflitti tra persone che condividono gli stessi spazi comuni.

La sfida più impegnativa è quella di guidare in modo consapevole queste dinamiche emotive in modo da evitare che piccole liti si trasformino in questioni ben più gravi. Anche perché, come sappiamo tutti, i contenziosi tra condòmini rappresentano uno dei motivi primari delle cause giudiziarie in corso.

Spesso le ragioni di un conflitto sono solo il risultato di antipatie o rancori pregressi, altre volte si tratta semplicemente di malintesi, incomprensioni o disagi che si potevano affrontare in modo diverso. La via principale nel gestire i conflitti è quella della comunicazione.

La comunicazione più corretta ed efficace si basa su un presupposto fondamentale: l'ascolto, o meglio l'ascolto attivo, utile a costruire un rapporto di fiducia con tutte le parti in causa.

È necessario un atteggiamento all'insegna della comprensione, del rispetto e del riconoscimento dell'interlocutore.

L'obiettivo è quello di creare una situazione comuni cattiva fondata sull'empatia e sull'accettazione, in un clima non giudicante. La maggior parte delle discussioni condominiali nasce dalla sfiducia reciproca e dalla mancanza di relazioni tra persone che vivono fianco a fianco.

E se il condominio diventasse "pazzo"? Verso la formazione psicologica dell'amministratore.

Cosa può mettere in campo l'amministratore per prevenire o ridurre i conflitti?

Sempre più spesso i litigi tra vicini di casa finiscono nelle aule di tribunale.

Garantire un costante ed esaustivo passaggio di informazioni --> Pettegolezzi, voci di corridoio, convinzioni infondate e informazioni fraintese: spesso le discussioni nascono semplicemente da un'errata comprensione della realtà condominiale.

Ogni amministratore dovrebbe evitare possibili malintesi attraverso una comunicazione tempestiva ed efficace di tutte le questioni pratiche che riguardano la vita in condominio. È necessario spiegare i motivi per cui è importante mettere in atto determinate scelte, guidando i condomini in un percorso di comprensione e consapevolezza; non basta dire che un determinato intervento viene eseguito perché lo impone la legge, o il regolamento di condominio.

Certo, la trasmissione di informazioni è un lavoro che richiede costanza e impegno, ma le energie investite contribuiscono a costruire una relazione positiva e costruttiva che porta grandi benefici nel lungo periodo: riduce le discussioni inutili e infondate e soprattutto accresce la fiducia dei condòmini nei confronti di chi amministra il loro stabile.

Favorire la comunicazione tra condòmini --> Sia nella vita condominiale quotidiana offrendo ai condomini delle opportunità per comunicare, per conoscersi e per incontrarsi anche al di fuori dell'assemblea condominiale.

Io le ho definite, nel mio brand del condominio felice, attività di condobuilding, trasferendo l'efficacia delle attività di team building aziendale all'interno dei condomini. Grazie a queste attività il vicino smette di essere un nemico per diventare un alleato con il quale dialogare.

Implementare la propria capacità di mediazione--> È inutile illudersi: anche un amministratore che mette in atto tutte le condizioni per una convivenza basata sul rispetto e l'armonia può trovarsi coinvolto in una lite condominiale; per questo può essere utile acquisire le competenze necessarie a mediare con efficacia. Tre piccole regole per chiudere una discussione in fretta e senza troppe tensioni:

  • C'è una soluzione a ogni problema e - molto probabilmente - sarà diversa da tutte quelle proposte dalle parti in causa;
  • La soluzione deve essere soddisfacente per tutte le parti coinvolte: il compromesso perfetto consente a tutti di vincere e perdere allo stesso tempo;
  • Spesso le persone non discutono per trovare la soluzione ad un conflitto, ma per aver ragione: è importante mantenere le persone concentrate sulla questione prioritaria.

Inoltre, anche se il mondo è vario e le persone sono tutte diverse, esistono analogie e aspetti comuni nel carattere di tante persone: capire che tipo di condòmino abbiamo di fronte ci può aiutare ad adottare comportamenti utili a smorzare conflitti.

Nella mia esperienza come amministratrice ho affrontato tanti diversi problemi relativi a liti tra condòmini: ho cominciato a riconoscere le dinamiche più comuni e ho imparato a prevenire e risolvere le discussioni.

Ciò si rivela utile non solo per la felicità dei condòmini, ma anche per quella dell'amministratore stesso, che può operare in un clima più collaborativo e propositivo.

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