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mattias

Spesa affitto raddoppio negoziocommerciale

Salve a tutti.

Mio papa ha una pizzeria al taglio in provincia di trento in affitto in un locale di 95 m2 con attrezzature gia presenti.

Hanno stipulato in contratto che nel 1 e 2 anno pagava 1000 euro + iva. Il terzo 1500 e dal 4 anno 2000 euro piu iva.

Siamo appena entrati nel terzo anno di attivita e gia 1500 ci sembra esagerato, figuriamoci dal 4 anno. E' possibile rinegoziare il contratto? è possibile che mi aumentino l affitto del doppio o ce un tetto massimo? o ce qualche modo per fare in modo che arriviamo a un punto d'accordo, magari mandando un disdetta per far capire al locatore che nonostante tutto è meglio avere qlc in affito che il locale vuoto?

grazie.

Hanno stipulato in contratto che nel 1 e 2 anno pagava 1000 euro + iva. Il terzo 1500 e dal 4 anno 2000 euro piu iva
Scusa, ma non si capisce bene cosa vuoi chiedere.

Questi contratti sono di anni 12=6+6 quindi per tutta la durata di anni 12, non si possono peggiorare le condizioni sottoscritte nel testo del contratto.

Eventualmente, specialmente data la crisi generale, le condizioni si possono rendere più favorevoli all'inquilino.

Non si possono rendere peggiori per l'inquilino rispetto a quanto sottoscritto.

 

Puoi provare a far finta di voler andar via, per vedere se la paura di lasciar vuoto il locale, potrebbe far abbassare i fitto prestabilito.

(una modifica di abbassamnto del canone è possibile ed anche prevista esplicitamente dal governo Renzi.

Il contratto e' lecito , può solo sperare che il proprietario accetti di ricontrattare le condizioni del contratto

Scusa, ma non si capisce bene cosa vuoi chiedere.

Questi contratti sono di anni 12=6+6 quindi per tutta la durata di anni 12, non si possono peggiorare le condizioni sottoscritte nel testo del contratto.

Eventualmente, specialmente data la crisi generale, le condizioni si possono rendere più favorevoli all'inquilino.

Non si possono rendere peggiori per l'inquilino rispetto a quanto sottoscritto.

 

Puoi provare a far finta di voler andar via, per vedere se la paura di lasciar vuoto il locale, potrebbe far abbassare i fitto prestabilito.

(una modifica di abbassamnto del canone è possibile ed anche prevista esplicitamente dal governo Renzi.

Evidentemente il contratto prevedeva un importo di 2000 euro mensili ma, per favorire il conduttore, il locatore ha concesso uno sconto di 1000 euro per il primo anno e di 500 per il secondo anno. E' una prassi normale nei contratti commerciali. Se è così il conduttore sapeva fin dall'inizio dell'andamento del canone e non può opporvisi.

Attenzione a mettere per iscritto la volontà di recedere dal contratto, si perde l'indennità di avviamento acommerciale.

no il contratto non era 6+6, ma differente di importo di anno in anno.

ciao

 

è una delle possibilità contrattuali, accordare un canone a "scaletta" predeterminato. Quindi, è leggimo pretendere il canone concordato approvando le clausole vessatorie.

Il contratto di affitto "a regime" probabilmente era inteso a 2000 euro più IVA e tuo padre ha concordato con il locatore per questa cifra, firmando il contratto, allettato dallo sconto concesso per i primi anni per favorire l'avviamento del negozio. Adesso, trascorsi tre anni, lo sconto non si applica più. E' possibile rinegoziare il contratto? Certo, dipende dalla volontà delle parti. Se mi metto nei panni del locatore però mi darebbe assai fastidio non prendere l'affitto pieno come da accordi scritti e sottoscritti nemmeno per un anno e la prossima volta mi comporterei ben diversamente...

no il contratto non era 6+6,
I contratti per uso commerciale e artigianale,

sono TUTTI obbligatoriamente per legge, di durata 12=6+6 anni.

Cosa vuol dire?

Provo a spiegartelo semplicemente.

Per i 12 anni a seguire dalla firma, l'inquilino è sicuro che non verrà mai mandato via dal proprietario

(ovviamente ammesso che paghi regolarmente ogni mese il canone prestabilito)

 

Quando un proprietario affitta un locale ad uso commerciale o artigianale,

in pratica si mette le manette ai polsi perché è obbligato dalla Legge a rimanere con quello stesso inquilino,

anche se gli rimane antipatico o se i rapporti si incrinano, per una durata di "12" anni.

(ovviamente ammesso che paghi regolarmente tutti i mesi i canone prestabilito).

La durata la si scrive con un "+" nel mezzo a due "6",

piuttosto che invece scrivere direttamente "12"

per la semplice ragione che in alcuni rari ipotetici casi, cioè per un uso strettamente personale,

il proprietario potrebbe tornarne in possesso dopo "6" ma ripeto solo in pochi isolati rari casi.

 

Per il discorso del canone che cambia via via nel tempo in aumento,

ti hanno già spiegato che è prassi comune fare degli sconti iniziali,

per venire incontro alle spese di imprenditore tipo mobilio o ristrutturazioni o solo per il tempo di potersi fare una uova clientela.

Quindi non c'è niente di particolarmente strano in quanto ci riferisci.

 

Queste variazioni nel tempo,

che come ti hanno detto sarebbe meglio che venissero configurate come uno "sconto" per la parte iniziale della durata,

devono esere prestabilite a priori, cioè per filo e per segno indicate precisamente nel testo del contratto che prima si legge e dopo si firma.

Dato appunto che il Contratto rimane il solito per anni "12=6+6"

(non è stata quindi una nuvola a ciel sereno, che si è abbattuta all'improvviso, senza preavviso sulla vostra testa)

 

Eventualmente, se proprio tu volessi andare a ricercare un cavillo giudiziario, un vizio di forma,

potresti indagare su come è stata scritto questo concetto, nel testo del vostro contratto particolare.

Cioè se è configurato effettivamente come "sconto" per la parte iniziale, il proprietario sarebbe in una botte di ferro.

Se al contrario fosse stato configurato ingenuamente ! come un "aumento" nella parte finale della durata,

allora uno scaltro avvocato della parte dell'inquilino potrebbe andare a ricercare alcune Sentenze di Cassazione

le quali porterebbero a dichiarare come vessatoria e non ammissibile quella particolare clausola se fosse stata configurata come "aumento" per la parte finale.

Ma come ripeto, si tratta di cavilli, l'utilizzo di una parola piuttosto che una diversa parola,

perché la sostanza grosso modo pura e semplice della questione,

la sostanza la si capisce bene immediatamente non appena si legge il contratto prima di firmarlo.

 

Poi ti abbiamo già suggerito che c'è una crisi economica in atto, (purtroppo non solo in Grecia!),

e che quindi non ci sarebbe nulla di male o da vergognarsi, nel chiedere una ricontrattazione verso il basso,

rispetto a quanto si era scritto sul foglio di carta iniziale prima di iniziare.

E' una prassi divenuta tanto diffusa, che il governo Renzi nello Sblocca Italia ha persino deciso di favorirla e non farci pagare le marche da bollo quando si andasse a scrivere nero su bianco una tale diminuzione del canone per colpa della crisi generale.

 

Se hai altri dubbi vediamo di chiarirli...

Vi ringrazio tutti per le vostre risposte: Per rispondere a caval su come è scritto il contratto non è configuarato come "sconto" nei primi anni e cita cosi: il canone d'affitto viene determinato in euro 1000 oltre a iva che la parte affituaria corrispondera anticipatamente il giorno 5 di ogni mese. Nel caso di tacito rinnovo il canone verra cosi stabilito: euro 1000 per il secondo anno; euro 1500 oltre a iva per il terzo anno. euro 2000 oltre a iva per il quarto anno e seguenti stabilendo che a partire dal quarto anno il canone venga rivisto in ragione dell incremento subito dall' indice istat.

 

Questo è la parte del contratto relativa agli importi.

Nel caso di tacito rinnovo il canone verra cosi stabilito: euro 1000 per il secondo anno;
Certo che il vostro contratto è stato scritto proprio male...

Al termine del primo anno, non vi è alcun "rinnovo" né tacito né eplicito.

Al termine del primo anno inizia il secondo anno, punto e basta.

Un "rinnovo" più o meno tacito o più o meno esplicito, può esserci al termine del sestennio ! (quadriennio per le abitazioni).

Tanto che come dicevo ieri, la durata _deve_ essere scritta per Legge in anni "6" a cui quasi sempre se ne aggiungono altri "6".

 

Non mi stupirei se neanche fosse indicata all'inizio del testo, la Legge secondo cui è stato stipulato,

che deve essere la famosa 392/78 (Capo II uso diverso da abitazione).

Se ti va di provare a consultare un avvocato di tua fiducia, od un sindacato di inquilini,

per fargli trovare una qualche difformità formale ... potresti tentare, non so quanto ti verrebbe a costare.

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