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parboiled

Situazione di non possesso e chiavi per gli accessi comuni

Buonasera, sono coerede con altri due fratelli e una sorella di un appartamento situato a 600 km da dove risiedo, lasciatoci in eredità da nostro padre morto a dicembre del 2008.

Uno dei miei fratelli risiedeva lì con lui al momento della sua morte. Per ripicca su vecchie questioni di famiglia, pur avendo presentato denuncia di successione 4 mesi dopo, ha sempre rifiutato di consegnarmi copia delle chiavi dell'appartamento. Ho saputo che si era trasferito poi in un altro comune, dove ora risiede. Gli altri miei fratelli, residenti altrove, hanno sempre dichiarato di non averne copia e che la questione non era di loro interesse. Ho scritto numerose raccomandate per avere le chiavi ed esercitare il mio legittimo diritto al possesso. Nessuna risposta. Alcune non sono state neanche ritirate. D'un tratto spunta l'amministratore del condominio che scrive di averci rintracciato con fatica per esigere le quote parte delle spese condominiali arretrate dalla morte di nostro padre, oltre a richiedere il saldo di un debito condominiale per una questione legale persa da nostro padre. Inoltre mi informa di una veneziana pericolante che penzola dal nostro balcone al quinto piano con rischio di caduta. Gli spiego che non sono nel possesso dell'appartamento, non avendo le chiavi detenute dal fratello che vi risiede (non sapevo che si fosse trasferito, è sempre stato irreperibile) e che, per quanto mi riguarda, lo autorizzo a contattare Carabinieri e Vigili del Fuoco perchè intervengano anche forzando l'ingresso.

Mi risponde che l'Amministratore del Condominio non entra nel merito delle dispute fra coeredi e che il suo scopo è solo quello di riscuotere gli arretrati (sic!), minacciando il riscorso al decreto ingiuntivo. Inoltre mi informa, bontà sua, che il fratello (quello che ha le chiavi) aveva già saldato il suo debito. La cifra è irrisoria, si tratta di 1100 euro a erede comprensivi anche degli 800 del debito legale ereditato. Gli rispondo che una situazione di pericolo, in quanto tale, va sanata immediatamente e che l'esserne a conoscenza senza porre in atto le misure necessarie equivale ad esserne corresponsabili e questo vale anche per lui.

Prendo tempo sul debito, richiedendogli a mia volta le pezze giustificative.

Dopo qualche tempo mi giungono le copie delle delibere relative e l'invito a saldare il dovuto.

Ancora una volta gli faccio notare che non ho le chiavi e quindi non ho il possesso dell'appartamento e chiedo di essere invitato alle successive assemblee, pur sapendo che spetta solo un voto per noi quattro (ma questo non glielo dico). Poi gli faccio notare che nulla ho saputo del seguito della grave situazione di pericolo. Arriva la risposta in cui mi invita alla successiva assemblea e informa che il fratello (che ha le chiavi) aveva già provveduto. Da notare che tale fratello non ha mai pagato, pur essendo stato invitato a farlo, una lira di affitto agli altri fratelli a titolo di parziale risarcimento per il possesso esclusivo dell'appartamento da parte sua, nè ha mai partecipato, ad alcuna riunione condominiale dal dicembre 2008 in poi.

L'amministratore non vuole capire che il tema del non possesso è cruciale. Allora, per mantenere il pressing, trovo l'escamotage di richiedergli copia delle chiavi di accesso comune. Se lui mi considera un condomino a tutti gli effetti mi riconoscerà anche il diritto ad avere le chiavi condominiali.

La risposta è strabiliante: dichiara di non esserne in possesso, accludendo alla lettera anche i bollettini per il pagamento delle quote condominiali.

Cosa dovrei fare, secondo voi, escludendo azioni legali che non posso permettermi: sono disoccupato dal 2005, invalido civile al 77%, a carico di mia moglie, nullatenente, in regime di separazione dei beni (che non ho, tutto in casa -in affitto- è stato acquistato dalla mia metà ed abbiamo conservato fatture e scontrini, le utenze e il contratto sono a suo nome)?

Non voglio denunciare mio fratello per appropriazione indebita.

Potrei avviare una procedura possessoria nei suoi confronti? So che costa poco ed è rapida. All'amministratore posso ancora ribadire il non possesso e, al limite, evocare la situazione di solidarietà passiva, visto che gli altri fratelli hanno saldato il debito, come mi ha poi comunicato?

Grazie per la pazienza e per quanto avrete la bontà di suggerire.

Modificato Da - parboiled il 06 Apr 2013 alle ore 17:46:09

 

Modificato Da - parboiled il 06 Apr 2013 alle ore 17:49:51

se con successione sei diventato proprietario di un 1/4 dell'immobile sei a tutti gli effetti un condomine... per l'amministratore, le " beghe" famigliari non interessano veramente ma, il suo compito è recuperare le spese condominiali a carico degli intestatari che risultano dalla visura catastale, modificata alla successione che anche tu avrai firmato... il possesso delle chiavi , purtroppo è un problema vostro ... sai quanti problemi sorgono nelle successioni ? se tutti facessero così , nessuno pagherebbe; comunque attenzione vista la tua situazione che hai dichiarato, al decreto ingiuntivo che potrebbe pervenirti

 

 

La voltura catastale non è stata mai fatta. L'amministratore è giunto agli indirizzi solo grazie alle informazioni ricevute dal fratello che ha la chiave di casa.

Possibile che non possa tener conto della reale situazione di non possesso?

Grazie

 

 

Scritto da parboiled il 07 Apr 2013 - 20:10:57: La voltura catastale non è stata mai fatta. L'amministratore è giunto agli indirizzi solo grazie alle informazioni ricevute dal fratello che ha la chiave di casa.

Possibile che non possa tener conto della reale situazione di non possesso?

Grazie

 

 

 

purtroppo il non possesso non significa non proprietà..

 

 

Scusami, il diritto al possesso in seguito ad eredità è un diritto reale, previsto dal codice civile e dovrebbe essere tutelato da azioni violente di spoglio. Ne consegue che chi si trovasse in una situazione di non possesso non potrebbe essere obbligato a pagare spese condominiali, le quali andrebbero addebitate al coerede che possiede o usufruisce dell'appartamento negandone il (com)possesso agli altri. Qui il concetto di proprietà è fuori discussione.

Non ho risposte alla domanda: l'amministratore è tenuto a fornire le chiavi condominiali al condomino che gliele richiede? Quale la normativa di riferimento?

Grazie

 

 

 

Modificato Da - parboiled il 08 Apr 2013 01:39:14

l'amministratore è tenuto a fornire le chiavi condominiali al condomino che gliele richiede? Quale la normativa di riferimento?

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assolutamente si , sei condomine e hai tutti i diritti ma anche i doveri dello status ... non vi è una legge , che io sappia di riferimento, non tutto è normato dalle leggi, ma dal buon senso, attenzione però solo le chiavi condominiali, ovvero il portone d'ingresso, quelle dell'u.i. no ! quello è un problema personale di eredi nel quale l'amministratore non c'entra per niente.

 

 

Scritto da parboiled il 08 Apr 2013 - 01:35:50: Scusami, il diritto al possesso in seguito ad eredità è un diritto reale, previsto dal codice civile e dovrebbe essere tutelato da azioni violente di spoglio. Ne consegue che chi si trovasse in una situazione di non possesso non potrebbe essere obbligato a pagare spese condominiali, le quali andrebbero addebitate al coerede che possiede o usufruisce dell'appartamento negandone il (com)possesso agli altri. Qui il concetto di proprietà è fuori discussione.

Non ho risposte alla domanda: l'amminis [...]

In primis non è compito dell' amministratore fornirti delle chiavi di accesso ne condominiali (mica è legge che ne sia egli stesso in possesso)...quindi nessuna "risposta strabiliante"... ne relativamente alla proprietà singola.

 

Nemmeno puoi delegare ad altri la rivalsa nei confronti del tuo fratello che ti reca torto.

 

Se non ha residenza nell' appartamento, se non gli hai concesso usufrutto del locale e se si ostina a non consegnarti copia delle chiavi...chiami un fabbro/falegname e fai forzare la serratura provvedendo alla sua successiva sostituzione.

Nessuno può incriminarti per aver forzato l' accesso ad una tua (in quota) proprietà.

 

 

 

 

All'amministratore ho chiesto, ripeto, solo le chiavi di accesso comune che, nel mio caso, sono 5 (cancello ingresso auto, portoncino stradale pedonale, portone della scala dove è situata l'u.i., portone degli scantinati, porta che dà sul lastrico solare).

Se il codice civile assegna all'amministratore di condominio il ruolo di "custode del bene comune", è pacifico che le chiavi condominiali rientrino in questo ambito. La risposta datami è fuori luogo, perchè nessuna legge dice che per poterle fornire debba esserne in possesso. Pertanto equivale ad un rifiuto.

A quale titolo? Il fatto che non abbia ancora versato una lira, motivatamente, non implica che l'amministratore possa rifiutarsi di darmi le chiavi condominiali, al limite potrebbe invitarmi a non usare gli spazi comuni, come il parcheggio auto.

Diversamente, se avesse titolo per negarle, chi dovrebbe fornirmi tali chiavi?

Quanto al forzare la porta dell'u.i. e sostituire la serratura, vorrei sommessamente far notare che per arrivarvi avrei comunque bisogno delle chiavi condominiali. Inoltre tale azione violenta di sostituzione della serratura si configurerebbe come "arbitrario esercizio delle proprie ragioni", roba da codice penale.

Credo che solo un procedimento possessorio potrebbe sbloccare la situazione, ma non ho ancora avuto il conforto del parere di un legale né, come desumo dal tenore delle risposte, di un amministratore di condominio, come non ho la minima idea dei costi che tale procedimento comporta.

Grazie comunque.

 

 

 

 

 

Modificato Da - parboiled il 08 Apr 2013 15:54:04

Custode in senso lato o meglio amministrativo.

Il custode "fisico" semmai sarebbe il portiere qualora esista.

 

Sarà discrezione dei condomini concedergli copia delle chiavi ma sarebbe una rsponsabilità che personalmente declinerei e se trovi la Legge che lo specifica me ne giri i riferimenti.

 

"-perchè nessuna legge dice che per poterle fornire debba esserne in possesso"...e semplicemente un paradosso e mi stupisco della tua affermazione.

Se non ne ha personalmente come farebbe a dartene copia?

 

Qui di fuori luogo c'è la tua affermazione in calce e pure nei passi successivi lavori di fantasia visto che da quanto hai spiegato tu sei un proprietario e quindi perfettamente legittimato ad accedere ai tuoi locali salvo gli stessi non siano "occupati" da altri.

Questo io l' avevo premesso specificando tu non abbia concesso l' uso dichiaratamente.

 

Tu confondi pure l'uso dei termini facendone un uso disinvolto perchè tuo fratello non ha il "possesso" bensì la "proprietà" (in quota con te e gli altri fratelli).

Improprio usare il termine "possesso" quando si ha il titolo di "proprietà".

 

Nel caso dei beni immobili il "possesso" è relativo a chi deteniene un bene non suo...che può persino usucapire (divenendone proprietario) dopo un determinato periodo di tempo.

 

Quindi il penale è l'accedere alla proprietà di altri e non alla propria.

 

Se non vi è urgenza di accedere ai locali...nulla ti impedisce di adire alle vie legali contro tuo fratello.

 

Star qui a lamentarsi ma non voler intraprendere quanto prevede la legge è una perdita di tempo.

 

 

Non mi lamento. Mi pongo domande che attendono risposta. Prima di farlo mi sono documentato, anche sulla sezione "Amministratori di condominio" di questo forum dove c'è un thread dedicato all'argomento e che, purtroppo, non raggiunge lo scopo.

Quanto alla confusione tra "possesso" e "proprietà" mi limito ad osservare che mi sono riferito al "diritto al possesso" non certo alla proprietà. Lo spoglio del diritto al possesso della mia parte di proprietà è il vulnus da cui origina il mio problema.

A questo punto non ho risposte alla domanda: chi mi fornisce le chiavi per l'accesso alle cose comuni? Non conosco i condomini, sono passate alcune decine di anni da quando andai via dalla casa paterna. Non posso pretendere che uno di loro lo faccia. Ma non posso pensare di rispondere ad uno spoglio violento con un'azione violenta. É chiaro che dovrò adire le vie legali per le chiavi di casa. Per questo ho chiesto anche quanto potrebbe costare un procedimento possessorio. Ma se nel frattempo mi si richiede di pagare quote condominiali per un servizio basato sul "possesso" di un bene reale, per quanto ne sia proprietario, non posso e non intendo farlo.

Grazie ancora.

 

 

Scritto da parboiled il 09 Apr 2013 - 10:16:15: Non mi lamento. Mi pongo domande che attendono risposta. Prima di farlo mi sono documentato, anche sulla sezione "Amministratori di condominio" di questo forum dove c'è un thread dedicato all'argomento e che, purtroppo, non raggiunge lo scopo.

Quanto alla confusione tra "possesso" e "proprietà" mi limito ad osservare che mi sono riferito al "diritto al possesso" non certo alla proprietà. Lo spoglio del diritto al possesso della mia parte di proprietà è il vulnus [...]

Le quote condominiali vanno pagate dai proprietari e non da quelli che tu chiami "possessori".

Col tuo ragionamento persino un "locatario" sarebbe possessore e quindi a lui srebbero imputabili tutte le quote condominiali...cosa che non corrisponde al vero.

 

L' unica opposizione che puoi fare all' amministratore sarebbe se vi fosse la concessione di un diritto di abitazione a tuo fratello (che però adesso risiede in altra località).

 

Se lo stesso è irreperibile hai diritto di accedere alla tua proprietà, specie se vi è il pericolo di caduta di un balcone che giustamente l' amministratore ti ha invitato a sistemare.

 

Non mi pare che tuo fratello abbia fatto uno spoglio violento e nemmeno lo faresti tu ...salvo l' intento non sia quello di sostituirti con le identiche modalità nella residenza.

 

In merito agli accessi "condominiali" non puoi certo pretendere ma hai provato a chiedere gentilmente ai vicini?

 

 

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