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philippoussis82

Sismabonus acquisti - domande pratiche

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Ciao a tutti, avrei bisogno di alcune delucidazioni "pratiche" con riferimento alla questione in oggetto.

 

Da quanto ho potuto comprendere, in estrema sintesi, con il Sismabonus Acquisti gli acquirenti di immobili che siano stati demoliti e ricostruiti conseguendo un certo miglioramento antisismico, possono ottenere un credito fiscale pari al 110% di € 96.000 (ovverosia € 105.600).

 

Ovviamente ci sarà della documentazione a corredo dell'operazione, consistente nelle necessarie asseverazioni tecniche ed in un visto di conformità.

 

Qui scatta la prima domanda: questa documentazione deve essere prodotta e consegnata dalla costruttrice al momento del rogito?

Viene consegnata all'acquirente beneficiario del credito fiscale?

Oppure deve essere trasmessa dal costruttore a determinati enti o soggetti?

 

Seconda domanda: al momento dell'acquisto il compratore potrà beneficiare dello sconto sul prezzo di compravendita, ovviamente a patto che il costruttore sia d'accordo.

 

Ma è possibile cedere al costruttore l'intero credito fiscale (€ 105.600) in cambio di uno sconto in fattura inferiore (es. € 70.000)?

 

In caso affermativo, qualora l'acquirente ceda il proprio credito in cambio di uno sconto concordato sul prezzo d'acquisto, affinché il costruttore possa beneficiare di quel credito, dovrà essere l'acquirente stesso ad eseguire la cessione sulla piattaforma dell'AdE?

 

O può cedere semplicemente il credito mediante un contratto e poi il costruttore fa tutto in autonomia?

 

E' possibile che il compratore, per evitare di dover effettuare operazioni di cessione sul portale AdE, che potrebbe non essere capace di compiere, al momento della cessione, rilasci anche delega di operare in tal senso sul proprio cassetto fiscale al General contractor o comunque alla società che gestirà le operazione di cessione?

 

Vi ringrazio sin d'ora per il supporto!

 

 

 

 

Modificato da philippoussis82
philippoussis82 dice:

questa documentazione deve essere prodotta e consegnata dalla costruttrice al momento del rogito?

Direi che già in fase di trattativa la documentazione deve essere prodotta

 

philippoussis82 dice:

Viene consegnata all'acquirente beneficiario del credito fiscale?

Oppure deve essere trasmessa dal costruttore a determinati enti o soggetti?

E' consegnata copia all'acquirente; la documentazione non deve essere inviata ad altri soggetti.

 

philippoussis82 dice:

Ma è possibile cedere al costruttore l'intero credito fiscale (€ 105.600) in cambio di uno sconto in fattura inferiore (es. € 70.000)?

No, lo sconto puo' essere parziale, ma rappresenta la cifra che il costruttore acquisisce.

 

philippoussis82 dice:

In caso affermativo, qualora l'acquirente ceda il proprio credito in cambio di uno sconto concordato sul prezzo d'acquisto, affinché il costruttore possa beneficiare di quel credito, dovrà essere l'acquirente stesso ad eseguire la cessione sulla piattaforma dell'AdE?

Se l'acquirente opta per lo sconto in fattura, deve provvedere a comunicare la cessione

 

philippoussis82 dice:

E' possibile che il compratore, per evitare di dover effettuare operazioni di cessione sul portale AdE, che potrebbe non essere capace di compiere, al momento della cessione, rilasci anche delega di operare in tal senso sul proprio cassetto fiscale al General contractor o comunque alla società che gestirà le operazione di cessione?

E' sempre possibile effettuare l'operazione di cessione tramite intermediario abilitato: caf, commercialisti....anche agente immobiliare se dotato di abilitazione.

 

C'è un documento del notariato che affronta la situazione della compravendita di casa "sismabonus" che potrebbe esserti utile, qui (sismabonus, parte finale) :

 

Danielabi dice:

1) No, lo sconto puo' essere parziale, ma rappresenta la cifra che il costruttore acquisisce.

 

2) Se l'acquirente opta per lo sconto in fattura, deve provvedere a comunicare la cessione

 

3) C'è un documento del notariato che affronta la situazione della compravendita di casa "sismabonus" che potrebbe esserti utile, qui (sismabonus, parte finale) :

 

Ciao Daniela,

Ti ringrazio per la consueta competenza e disponibilità.

 

Ho citato tre specifiche Tue risposte, enumerandole per questioni di ordine.

 

1) Sei sicura di ciò?

Mi spiego: nel caso di specie il costruttore, non avrebbe né l'obbligo, né alcuno specifico interesse ad effettuare le asseverazione e a produrre la documentazione utile affinché l'acquirente possa usufruire della detrazione.

Infatti, l'immobile promesso in vendita è frutto di una demolizione e ricostruzione.

Al momento del preliminare il Sismabonus Acquisti non esisteva ancora.

Tuttavia a breve ci sarà la compravendita e ci sarebbero tutti i requisiti per usufruire della detrazione di € 96.000 per il Sismabonus Acquisti.

Il costruttori (in estrema sintesi) dice: io ti metto nelle condizioni di poter usufruire del bonus, fornendoti tutta la documentazione, le asseverazioni utili.

Tu (promittente acquirente), in cambio, mi cedi una parte del credito.

 

Al promittente acquirente tutto questo va bene, ma resta il fatto che se (come mi sembra tu sostenga) lo sconto deve essere NECESSARIAMENTE coincidente con la cifra ceduta al costruttore, l'operazione non sarebbe fattibile così come vorrebbero le parti.

 

Diversamente, se non ci fosse l'obbligatorietà di questa coincidenza, il promittente acquirente potrebbe usufruire di uno sconto (ad esempio) di 70.000, cedendo in cambio non solo 70.000, ma tutti i 96.000 (anzi, i 105.600) di credito fiscale maturato con l'acquisto.

 

2) Ma se anche optando per lo sconto in fattura l'acquirente deve comunicare la cessione, cosa accadrebbe se, nonostante lo sconto, l'acquirente poi non esegua gli adempimenti utili alla cessione?

Il costruttore che accetta di praticare lo sconto in fattura in favore dell'acquirente, si mette letteralmente nella sue mani?

A fronte di uno sconto certo ed immediato, deve aspettare e sperare che l'acquirente esegua correttamente i successivi adempimenti??

Mi sembrerebbe strano, credo mi sfugga qualcosa.

 

3) Ti ringrazio per la segnalazione, molti dei dubbi che avevo erano sorti proprio dopo la lettura di quel documento, che ho trovato utile ma non totalmente esaustivo.

 

Grazie ancora!

 

philippoussis82 dice:

Al promittente acquirente tutto questo va bene, ma resta il fatto che se (come mi sembra tu sostenga) lo sconto deve essere NECESSARIAMENTE coincidente con la cifra ceduta al costruttore, l'operazione non sarebbe fattibile così come vorrebbero le parti.

Che senso avrebbe?

Se l'impresa vuole acquisire tutto il credito, tanto vale che facciate una cessione e cediate tutto il credito di cui avete diritto. La cessione potete regolarla a parte, oppure indicarla in rogito. Non ha alcun senso, oltre che non essere possibile, farsi scontare una parte del credito, ma di fatto cederlo tutto.

 

philippoussis82 dice:

2) Ma se anche optando per lo sconto in fattura l'acquirente deve comunicare la cessione, cosa accadrebbe se, nonostante lo sconto, l'acquirente poi non esegua gli adempimenti utili alla cessione?

Nel documento del notariato è scritto e direi che è anche logico che sia come è scritto: se l'acquirente non invia la comunicazione, gli resta il debito della cifra non ceduta nei confronti dell'impresa. Sempre nel documento del notariato è scritto che tale ipotesi sia indicata in rogito e pattuita (tempi e modi di pagamento) fra le parti.

Danielabi dice:

Che senso avrebbe?

Se l'impresa vuole acquisire tutto il credito, tanto vale che facciate una cessione e cediate tutto il credito di cui avete diritto. La cessione potete regolarla a parte, oppure indicarla in rogito. Non ha alcun senso, oltre che non essere possibile, farsi scontare una parte del credito, ma di fatto cederlo tutto.

Provo a spiegarmi meglio, il senso dell'operazione sta qui:

 

- Parte acquirente sarebbe lieta di avere uno sconto, anche se non sarà pari a tutto il credito della detrazione (cioè il 110% di 96.000 = 105.600). Quindi si "accontenterebbe" di uno sconto di 70k.

 

- Parte venditrice sarebbe altrettanto lieta di poterci guadagnare qualcosa e pertanto, a fronte dei maggiori onere che si sobbarcherà (documentazione, asseverazioni, visto conformità, ecc.), vorrebbe che le fosse ceduto la parte di credito eccedente lo sconto.

 

Pertanto lo schema da attuare sarebbe il seguente:

 

- Alla compravendita il prezzo viene decurtato di 70k;

- In conseguenza di questo "sconto", l'acquirente risparmia subito 70k;

- Al contempo venditore diventa titolare di un credito fiscale pari al 110% dello sconto di 70k praticato;

- Dal momento che il massimale detraibile è 96k, residerebbe il 110% di 26k a favore dell'acquirente;

- Quest'ultimo, in ottemperanza degli accordi assunti con il venditore, cederebbe tale credito fiscale al venditore.

 

In questo modo l'acquirente avrà realizzato subito il suo "risparmio", senza dover attendere i tempi della cessione e senza dover anticipare i soldi.

 

Il venditore avrà realizzato il suo margine.

 

L'idea di "parzializzare" il quantum detraibile, ovverosia prevedere lo sconto in fattura per una parte di credito e la cessione per il residuo, mi sembrava praticabile, anche alla luce della circolare 24/E/2020 dell'AdE

 

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Cito a tal proposito l'esempio a pag. 37

 

"Nel caso in cui, invece, il fornitore applichi uno sconto “parziale”, il credito d’imposta è calcolato sull’importo dello sconto applicato. Ciò comporta, in sostanza, che se a fronte di una spesa di 30.000 euro, il fornitore applica uno sconto pari a 10.000 euro, lo stesso maturerà un credito d’imposta pari a 11.000 euro. Il contribuente potrà far valere in dichiarazione una detrazione pari a 22.000 euro (110 per cento di 20.000 euro rimasti a carico) o, in alternativa, potrà optare per la cessione del credito corrispondente a tale importo rimasto a carico ad altri soggetti, inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari"

 

E' vero che - in alternativa - l'acquirente potrebbe rinunciare allo sconto sul prezzo d'acquisto ed effettuare semplicemente una cessione parziale del credito maturato all'impresa venditrice, trattenendo per se il residuo credito di 70k.

Tuttavia questo comporterebbe che l'acquirente dovrebbe gestire anche la pratica di cessione per il realizzo del proprio credito, complicandosi la vita, mentre lo sconto sul prezzo d'acquisto è immediato.

 

Inoltre lo sconto all'atto della compravendita, oltre a costituire una semplificazione, consentirebbe anche all'acquirente di dotarsi di un mutuo di importo inferiore.

 

Di contro, se optasse solo per la cessione, realizzerebbe il valore del credito fiscale ad esso spettante solo dopo aver pagato per intero il prezzo della compravendita.

 

Spero di essere stato chiaro.

 

Resto comunque in attesa del Tuo parere, a cui come sempre do grande importanza!

philippoussis82 dice:

o, in alternativa, potrà optare per la cessione del credito corrispondente a tale importo rimasto a carico ad altri soggetti, inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari"

Ho capito la questione dello sconto parziale, ma come vedi dalla risposta di AdE la cessione del rimanente è possibile verso terzi, non verso la ditta che ha praticato lo sconto.

Del resto è anche logico: perchè non farti scontare l'intero importo?

Devi considerare che la legge non è (non dovrebbe) favorire speculazioni o simili, pertanto la logica è che ti faccia scontare l'intero e non una parte per poi cedere l'altra....è un assurdo.

 

In sostanza, penso che tu non possa nei confronti dello stesso soggetto scontare e cedere, ma essendo la questione spinosa, meglio se consulti AdE o direttamente il notaio.

Ciao Daniela, Ti ringrazio per il parere.

 

Condivido la Tua perplessità ed anche io mi ero posto lo stesso dubbio.

 

Consulterò il notaio e - qualora permanessero incertezze - opteremo per la strada della cessione parziale.

 

Grazie ancora, Ti aggiornerò!

philippoussis82 dice:

Ti aggiornerò!

Benissimo!

Grazie a te. 😊

Rieccomi Daniela, prima del previsto!

 

Si è deciso di scartare l'ipotesi "ibrida" (sconto in fattura e successiva cessione), sia in ragione delle perplessità da te evidenziate, sia perché sarebbe una oggettiva complicazione.


Sembrerebbe residuare un'unica alternativa, ovverosia una cessione di solo una parte del credito (senza sconto in fattura) dall'acquirente al venditore, all'atto della compravendita.

 

E' emersa però un'altra possibilità, in relazione alla quale mi piacerebbe avere la tua stimatissima opinione.

 

Si potrebbe aumentare il prezzo della compravendita e praticare uno sconto in fattura, per la totalità dell'importo detraibile.

 

Faccio un esempio numerico semplice.

 

Ammettiamo per il prezzo della compravendita convenuto sia 250k.

Le parti si accordano (magari motivando formalmente in una integrazione di preliminare, laddove si evidenziata che ci sono stati maggiori oneri e costi per la realizzazione sopravvenuta di misure antisismiche) affinché il prezzo di compravendita al rogito sia di 270k.

All'atto della compravendita il compratore riceve uno sconto in fattura di 96k e quindi paga la differenza di 184k (ovverosia il "nuovo" prezzo convenuto di 270k - 96k).

 

In questo modo il compratore ha risparmiato 66k sul prezzo originariamente concordato (250k da preliminare contro 184k effettivamente pagati) ed al contempo non si è dovuto sobbarcare oneri e complicazione derivanti dalla necessità di cedere il credito, ottenendo direttamente lo sconto sul prezzo d'acquisto.

 

Dal canto suo anche il venditore (che in effetti si è sobbarcato gli oneri delle asseverazioni e certificazioni varie) ricaverà il suo maggior margine, dal momento che a fronte di uno sconto di 96k (che di fatto però sarebbero 76k, dato che il prezzo era stato concordemente maggiorato), otterrebbe un crediti fiscale di 105.600, realizzando così il profitto desiderato (sarà lui poi a decidere se cederlo a sua volta).

 

Ovviamente, come già accennato, il tutto dovrebbe essere supportato da un integrazione di preliminare che argomenti adeguatamente l'aumento di prezzo.

A ciò aggiungerei anche la sottoscrizione di un accordo a margine, dal valore "interno", dove le parti ricostruiranno esplicitamente il senso dell'operazione, a scanso di qualsiasi equivoco nel caso sorgano problematiche in qualsiasi tipo in fase di attuazione.

 

Che te ne pare?

 

Grazie come sempre!

 

Modificato da philippoussis82

Allora:

1) lo sconto (non parziale) è pari alla detrazione fruibile

2) la detrazione è pari al 110% di 96.000,00 (limite massimo) quindi è di € 105.600,00

3) al rogito il prezzo dell'immobile sarà ritenuto "pagato" per la cifra di € 105.600,00

4) se il costo dell'immobile è di 250.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 144.400,00

5) se il costo dell'immobile è di 270.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 164.400,00

6) l'impresa avrà a disposizione il credito di € 105.600,00 in entrambi i casi; nell'ipotesi di costo dell'immobile piu' altro incasserà di piu' per effetto del saldo maggiore.

 

Vedi tu, se ritenete che alla ditta sia da corrispondere un maggior costo per remunerarla delle asseverazioni e della documentazione reperita.

Danielabi dice:

Allora:

1) lo sconto (non parziale) è pari alla detrazione fruibile

2) la detrazione è pari al 110% di 96.000,00 (limite massimo) quindi è di € 105.600,00

3) al rogito il prezzo dell'immobile sarà ritenuto "pagato" per la cifra di € 105.600,00

4) se il costo dell'immobile è di 250.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 144.400,00

5) se il costo dell'immobile è di 270.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 164.400,00

6) l'impresa avrà a disposizione il credito di € 105.600,00 in entrambi i casi; nell'ipotesi di costo dell'immobile piu' altro incasserà di piu' per effetto del saldo maggiore.

 

Vedi tu, se ritenete che alla ditta sia da corrispondere un maggior costo per remunerarla delle asseverazioni e della documentazione reperita.

Buongiorno Daniela, continuo a non essere del tutto convinto di quanto affermi al punto 1).

 

Cito a tal proposito una fonte IPSOA, ma se ne trovano molte altre dello stesso identico tenore:

 

"A fronte dello sconto praticato, al fornitore è riconosciuto un credito d’imposta pari alla detrazione spettante. Nel caso in cui il fornitore applichi uno sconto parziale, il credito d’imposta è calcolato sull’importo dello sconto applicato. Per il superbonus 110%, otterrà un credito di imposta del 110%. Il fornitore può decidere di usufruire del credito in compensazione oppure cederlo ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari."

 

Aggiungo un esempio, fornito dall'AdE nella già citata circolare 24/E/2020, che sembrerebbe confermare quanto sopra argomentato:

 

"Pertanto, ad esempio, nel caso in cui il contribuente sostenga una spesa pari a 30.000 euro alla quale corrisponde una detrazione pari a 33.000 euro (110 per cento), a fronte dello sconto applicato in fattura pari a 30.000 euro, il fornitore maturerà un credito d’imposta pari a 33.000 euro. Nel caso in cui, invece, il fornitore applichi uno sconto “parziale”, il credito d’imposta è calcolato sull’importo dello sconto applicato. Ciò comporta, in sostanza, che se a fronte di una spesa di 30.000 euro, il fornitore applica uno sconto pari a 10.000 euro, lo stesso maturerà un credito d’imposta pari a 11.000 euro."

 

Il principio di diritto mi sembra anche corretto: il 10% extra è stato pensato per far sì che il soggetto cessionario non debba rimetterci in interessi al momento della cessione ad un istituto di credito.

Per questa ragione, qualora venga applicato lo sconto in fattura, il 10% di extra non viene dato al committente/acquirente (che avendo già avuto uno sconto pari al 100% non risulterà titolare di ulteriore crediti d'imposta), ma a colui che ha applicato quello sconto e che in conseguenza di quello sconto ha maturato un credito fiscale, che verosimilmente vorrà cedere.

In definitiva, il 110% mi sembra giusto che spetti (come mi pare preveda la normativa) al titolare del credito d'imposta, che nel caso dello sconto in fattura sarà il fornitore/venditore e non l'acquirente.

 

Di contro, qualora il committente/acquirente opti per la cessione del credito, allora gli spetterà il 110%, per coprire i costi finanziari dell'operazione di cessione.

 

Appurato quanto sopra (ma sarei lieto di sapere se condividi), i conteggi di cui ai punti da 3) a 5) andrebbero così rivisti:

 

3) al rogito il prezzo dell'immobile sarà ritenuto "pagato" per la cifra di € 105.600,00 € 96.000,00 

4) se il costo dell'immobile è di 250.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 144.400,00 € 154.000

5) se il costo dell'immobile è di 270.000,00 l'acquirente deve sborsare l'ulteriore cifra di € 164.400,00 € 174.000

 

Infine, in ordine all'opportunità di remunerare la venditrice affinché si procuri asseverazioni e documentazione, purtroppo non è un opzione ma una scelta obbligata.

 

Ciò in quanto, al momento della promessa di vendita, questi bonus non esistevano.

Pertanto non è stato contrattualmente pattuito alcun obbligo di elaborare, produrre e fornire certa documentazione.

La venditrice è disponibile a fare questo "sforzo extra", ma vuole guadagnarci anche lei, altrimenti non se ne fa nulla.

 

Se il compratore potesse procurarsi le asseverazioni da solo, ovviamente si potrebbe decidere di non cedere a quello che potrebbe apparire come una "ricatto".

Ma dal momento che i progetti sono stati elaborati dalla costruttrice/venditrice e sono nelle mani della medesima promittente la vendita, considerato dunque che senza la loro collaborazione non si potrà accedere ad alcun bonus, tanto vale accettare di dividersi la torta, piuttosto che non mangiarne nemmeno una fetta.

Non lo trovi un compromesso sensato?

Modificato da philippoussis82
philippoussis82 dice:

Appurato quanto sopra

Si, hai ragione, lo sconto è pari al 100% dell'ammontare da corrispondere, quindi è il 100% di € 96.000,00

 

In sostanza, comunque, dati i numeri di cui sopra, la differenza che corrispondereste in piu' al venditore è di € 20.000,00.

Come remunerazione ulteriore rispetto a quella già prevista mi sembra piu' che ottima, se siete disposti a corrisponderla, nulla osta. Per quanto riguarda detrazione e credito d'imposta non cambia nulla.

Danielabi dice:

Se siete disposti a corrisponderla, nulla osta. Per quanto riguarda detrazione e credito d'imposta non cambia nulla.

In verità faremmo volentieri a meno di corrispondere una cifra così importante, ma come penso avrai compreso non abbiamo alternative, salvo che tu non sia conoscenza di qualche possibilità per usufruire del bonus senza la collaborazione del progettista/costruttore: io non ho trovato soluzioni.

 

Mi sono fatto (e ti faccio) le ultime due domande.

 

1) La documentazione occorrente consiste in asseverazioni tecniche e visto di conformità da professionisti abilitati.

Questi documenti potranno essere semplicemente prodotti dalla venditrice e allegati alla compravendita?

Non vanno inviati a nessuno?

 

2) Ho visto che anche in caso di sconto in fattura è necessario che il contribuente comunichi all'AdE, con apposito modulo, la scelta in ordine all'opzione (cessione o sconto), tra il 15 ottobre e il 16 marzo.

Questo adempimento è l'unico richiesto per chi opta per lo sconto in fattura affinché il fornitore/venditore possa usufruire del credito fiscale?

Oppure anche in questo caso è necessario effettuare prima una comunicazione all'AdE ove sono indicati i crediti fiscali maturati?

 

Mi verrebbe da rispondere di no, in quanto con lo sconto in fattura in realtà l'acquirente/committente non matura un credito fiscale, ma attendo conferma.

 

Grazie ancora!

 

PS, EDIT: riguardo al punto 1), mi rispondo da solo.

Ho visto che nella comunicazione relativa alla scelta dell'opzione da inviare all'AdE sono previsti appositi campi per indicare gli estremi del professionista che ha rilasciato il visto di conformità e i codici identificativi dell'asseverazione (oltre c.f. asseveratole e n. di polizza).

Sarà sufficiente solo indicare questi dati o poi in concreto asseverazione e visto vanno trasmessi?

Modificato da philippoussis82
philippoussis82 dice:

possibilità per usufruire del bonus senza la collaborazione del progettista/costruttore:

Purtroppo no.

 

philippoussis82 dice:

Non vanno inviati a nessuno?

Ti ho già risposto: non vanno inviate a nessuno in sede di compravendita. L' asseverazione per il sismabonus deve essere depositata presso il Suap (ufficio tecnico del comune), e devono essere allegate al titolo abilitativo. Copia di tali documenti devono essere consegnati al committente, nel tuo caso all'acquirente.

 

philippoussis82 dice:

Questo adempimento è l'unico richiesto per chi opta per lo sconto in fattura?

Oppure anche in questo caso è necessario effettuare prima una comunicazione all'AdE ove sono indicati i crediti fiscali maturati?

Non so cosa intendi per comunicazione dei crediti maturati, forse quella che per gli amministratori di condomìnio è la comunicazione dei costi sostenuti per gli interventi di ristrutturazione ed ecobonus?

Se è cio' che intendi, no, non è da inviare da parte del singolo.

Chi opta per lo sconto in fattura, deve inviare la comunicazione come per la cessione del credito, è l'unico adempimento a suo carico. Potrai compilare e inviare la comunicazione direttamente dalla tua area riservata di AdE.

philippoussis82 dice:

Perfetto, tutto chiaro, grazie mille Daniela!

di nulla, grazie a te.

Danielabi dice:

Non so cosa intendi per comunicazione dei crediti maturati, forse quella che per gli amministratori di condomìnio è la comunicazione dei costi sostenuti per gli interventi di ristrutturazione ed ecobonus?

Se è cio' che intendi, no, non è da inviare da parte del singolo.

Comunque, con specifico riferimento a quanto sopra citato, non mi riferivo alla comunicazione dell'amministratore.

 

Ricordo che qualche settimana fa, parlando al telefono con un operatore dell'AdE, questo mi spiegava che questa vengono eseguiti lavori che danno diritto a detrazione (dal singolo, non condominiali), l'ammontare del costo dei lavori e i conseguenti crediti vanno inseriti in un'apposita sezione dell'area personale del sito dell'AdE.

 

Purtroppo non ho modo di accedere in questo momento, quando potrò ti indicherò con esattezza il percorso.

philippoussis82 dice:

l'ammontare del costo dei lavori e i conseguenti crediti vanno inseriti in un'apposita sezione dell'area personale del sito dell'AdE

Sono pronta a scommettere che stava indicando che, successivamente alla comunicazione della cessione del credito, gli importi sono visibili dalla piattaforma delle cessioni

 

Questa è la pagina dell'area riservata relativa alla comunicazione della cessione del credito che dovrai assolutamente inviare:

 

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Questa, sempre in area riservata, è la "piattaforma" delle cessioni

 

--img_rimossa--

 

In ogni caso, il tuo unico adempimento è inviare la comunicazione di cessione.

Ciao Daniela, appena avrò modo di accedere al sito dell'AdE Ti dirò se si tratta dell'area di cui alle schermate che hai riportato, ma a memoria direi di no.

 

Nel frattempo è subentrato una possibile novità: mi sono confrontato con il notaio, il quale ha suggerito, in alternativa allo sconto in fattura su prezzo fittiziamente "maggiorato", di optare per una cessione del credito come mezzo di pagamento di una parte del prezzo.

 

Quindi, al posto di aumentare il prezzo di 20k ed effettuare uno sconto in fattura di 96k, si lascerebbe inalterato il prezzo (come da preliminare) e quanto ad € 20.000, si prevederà come forma di pagamento la cessione del credito di pari importo, con contestuale delega irrevocabile al fiscalista di fiducia della venditrice, ad occuparsi direttamente dell'operazione, per loro garanzia.

In tutto ciò allegherei anche una bozza del modulo AdE di comunicazione dell'opzione delle cessione del credito, così di fugare qualsiasi dubbio in ordine al quantum da indicare e alla corretta compilazione.

 

A me piace molto di più rispetto allo sconto in fattura con prezzo maggiorato.

 

Tu che ne pensi?

philippoussis82 dice:

Tu che ne pensi?

Io parto da una sola considerazione: sconto in fattura o cessione del credito non potrai superare la soglia di € 96.000,00 su sui calcolare la detrazione.

Tutto il resto potete regolarlo come vi pare e piace, ma senza tirare in balle sconti e cessioni fiscali; quindi non capisco quale sia la soluzione del notaio.

 

philippoussis82 dice:

appena avrò modo di accedere al sito dell'AdE Ti dirò se si tratta dell'area di cui alle schermate che hai riportato, ma a memoria direi di no

Be', sono le uniche funzioni relative alla cessione del credito o sconto: per quanto possano averti detto, non esiste altro.

Danielabi dice:

Io parto da una sola considerazione: sconto in fattura o cessione del credito non potrai superare la soglia di € 96.000,00 su sui calcolare la detrazione.

Tutto il resto potete regolarlo come vi pare e piace, ma senza tirare in balle sconti e cessioni fiscali; quindi non capisco quale sia la soluzione del notaio.

La soluzione nel notaio contempererebbe tutti gli interessi.

 

I compratori hanno interesse a pagare un prezzo di compravendita più basso direttamente al momento del rogito e non il prezzo intero per poi recuperare, mediante la successiva cessione, il credito maturato.

 

Nell'atto della compravendita si scriverà, nella sezione relativa al pagamento del prezzo, che:

 

- Il prezzo convenuto è di € 250.000 (come da preliminare).

- € 20.000 sono già stati pagati a titolo di caparra, che va in conto prezzo.

- € 160.000 vengono pagati tramite retratto di mutuo (dalla banca).

- € 70.000 vengono pagati mediante cessione dell'intero bonus fiscale maturato/maturando con la compravendita (sisma bonus acquisti).

 

In questo modo (anche se i numero sono solo ipotetici), il compratore realizza gli stessi effetti dello sconto in fattura (in quanto non paga di tasca sua i 70.000, che si limita a cedere), ma al contempo può consentire al venditore di realizzare il suo margine (in mancanza del quale l'operazione salta), senza dover "ritoccare" il prezzo di compravendita, così come prospettato nella ipotesi dello sconto in fattura precedentemente analizzata.

 

E' superfluo precisare che il venditore realizza il suo margina dal momento che diventa cessionario di € 105.600, a fronte di € 70.000 che non vengono versati dal compratore rogito.

 

Ora è più chiaro?

Modificato da philippoussis82
philippoussis82 dice:

Ora è più chiaro?

No, perchè ritorniamo ad un tuo intervento precedente: se la cessione è 70.000,00 il credito per la ditta è il 110% di 70.000,00 cioè 77.000,00. Se il prezzo che risulta già pagato in rogito è di 96.000,00 la ditta avrà i suoi 105.600,00 altrimenti no.

Ma non voglio insistere, perchè con i numeri sono tutt'altro che un portento. Se con la soluzione del notaio siete tutti contenti, va benissimo! 😊

Danielabi dice:

No, perchè ritorniamo ad un tuo intervento precedente: se la cessione è 70.000,00 il credito per la ditta è il 110% di 70.000,00 cioè 77.000,00. Se il prezzo che risulta già pagato in rogito è di 96.000,00 la ditta avrà i suoi 105.600,00 altrimenti no.

Ma non voglio insistere, perchè con i numeri sono tutt'altro che un portento. Se con la soluzione del notaio siete tutti contenti, va benissimo! 😊

La questione non credo sia di calcolo, ma di merito.

 

Io sto ipotizzando che gli acquirenti ricevano € 70.000, cedendo il 110% di 96.000, cioè € 105.600 (e non che cedano il 110% di 70.000, cioè 77.000).

 

Il tutto mi sembrerebbe fattibile in ragione del fatto che il titolare del credito d'imposta può cederlo nella misura che preferisce (nel caso di specie l'intero 110%), ricevendone in cambio la cifra previamente pattuita con il cessionario.

 

Nel caso di specie il cedente cederebbe l'intero 110% (cioè € 105.600), ricevendo in cambio € 70.000, che verrebbero direttamente detratti dal prezzo di acquisto.

Modificato da philippoussis82

ripeto....con i numeri sono molto tonta. 😁

 

Se io acquistassi la casa, vorrei che in rogito risultasse come costo già pagato  € 96.000,00 che darebbe al venditore il credito di € 105.600,00

Il resto del costo verrebbe regolato con mutuo o altro.

Per me è semplice e chiaro così, ma, ripeto, se va bene a voi, va ancor meglio a me.

Danielabi dice:

ripeto....con i numeri sono molto tonta. 😁

 

Se io acquistassi la casa, vorrei che in rogito risultasse come costo già pagato  € 96.000,00 che darebbe al venditore il credito di € 105.600,00

Il resto del costo verrebbe regolato con mutuo o altro.

Per me è semplice e chiaro così, ma, ripeto, se va bene a voi, va ancor meglio a me.

Daniela ma tu hai ragione, anche io vorrei che fosse così!

 

Però purtroppo questa soluzione (giusta, equa, formalmente e moralmente corretta) non è attuabile, in quanto la venditrice se non gli si da qualcosa (di sostanzioso) in cambio non ci consente di accedere al bonus.

 

Meglio accontentarsi di risparmiarne 70.000 (peraltro del tutto insperati!) che non risparmiare nulla!

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