#1 Inviato 14 Gennaio, 2014 Come accennato in altro 3d, abito in un supercondominio "popolare" e dotato di unica recinzione, privo di uno straccio di Regolamento comune alle diverse palazzine, a parte le norme INA Casa di 50 anni fa, negli anni sempre più disattese. Al contrario, si era consolidata la consuetudine che ogni palazzina badava autonomamente alle proprie aree limitrofe. Così il cortile comune, inizialmente destinato a verde pubblico e passaggio pedonale centrale, venne dopo pochi anni adibito parzialmente a parcheggio, asfaltando una prima "striscia" di aiuole adiacente alle altre palazzine e lo stesso passaggio pedonale (sul retro delle altre palazzine vennero addirittura realizzati dei garage privati con accesso da strada pubblica, senza le necessarie autorizzazioni del supercondominio). La parte restante del cortile, degradatasi irreversibilmente negli anni e divenuta fonte di sporcizia/pericoli di vario genere, 16 anni fa venne ripulita anch'essa, questa volta ad opera della mia sola palazzina, che se ne accollò i costi, eliminando completamente dei volumi fuori terra ormai inutilizzati (caldaia e deposito gasolio e vano autoclavi, ora interrato) e soprattutto salvaguardando la destinazione originaria di spazio sociale, mediante una pavimentazione comune leggermente rialzata (quindi NON adibita a parcheggio), con due rampe per disabili e 4 alberi. Questi ultimi lavori, nonostante gli indubbi vantaggio in termini di fruibilità, bonifica, igiene e sicurezza che ne sono conseguiti per l'intero supercondominio, hanno suscitato l'invidia di alcuni condomini delle altre palazzine, che a dispetto del trascorrere degli anni hanno avanzato pretese sempre più assurde, per una gestione pressoché esclusiva dello spazio asfaltato a parcheggio, rifiutandosi peraltro di sottoscrivere un qualsiasi Regolamento condiviso, da noi più volte proposte all'unanimità (come provato dalle firme e dai verbali). Qualche anno fa, provarono addirittura a chiudere il cancello comune con un lucchetto di cui solo loro avevano le chiavi, costringendoci a intentare una lunga causa civile, che dovrebbe arrivare quest'anno a sentenza. Da allora si sono verificati ulteriori incresciosi episodi (regolarmente denunciati alle autorità di Pubblica Sicurezza), con danni notevoli alle vetture di condomini della nostra palazzina, per la maggior parte anziani, che per il quieto vivere preferiscono parcheggiare nelle strade esterne. Inoltre si ripetono periodicamente e ad ogni più sospinto lettere e "minacce", anche di tipo legale, soprattutto nei confronti di quelli di noi che maggiormente si prestano a partecipare alle assemblee ed a seguire la vita condominiale. Stante la situazione ormai insostenibile, causata purtroppo solo da pochi condomini, secondo alcune valutazioni sarebbe applicabile l'art.61 delle Disposizioni per l'attuazione del Codice Civile, in particolare nella parte in cui lo scioglimento "è disposto dall'autorità giudiziaria su domanda di almeno un terzo dei comproprietari di quella parte dell'edificio della quale si chiede la separazione" (quindi senza unanimità, che non avremmo mai). Si tenga conto che l'unico elemento comune è proprio il cortile di cui sopra (insieme al cancello comune, che andrebbe ovviamente sdoppiato, realizzando una divisione centrale dell'intera area), che negli anni ha già avuto di fatto una gestione "separata". Esistono inoltre delle servitù di passaggio che consentono ai condomini delle altre palazzine di uscire anche dai nostri due cancelli, oltre che da quello comune. Vi propongo alcuni dei nostri tanti dubbi: 1) lo scioglimento disposto dal giudice va chiesto mediante una vera e propria causa, ossia occorre rivolgersi subito ad un avvocato, giusto? 2) in mancanza di tabelle supercondominiali, i millesimi possono essere riferiti ai valori catastali? 3) nelle eventuali citazioni e/o nel conteggio dei millesimi andrebbero coinvolti anche i proprietari dei garages (quasi tutti condomini o loro parenti), che in realtà non avrebbero alcun titolo diretto nell'utilizzo dello spazio comune? 4) può costituire un motivo ostativo insormontabile la presenza ancora oggi, tra i "proprietari", dello IACP (pochi appartamenti, infatti, non sono stati mai riscattati dagli usufruttuari), dal momento che, nei saltuari sopralluoghi sul posto, i loro tecnici che si avvicendano si sono sempre limitati a dire che per qualsiasi lavoro/modifica avremmo dovuto essere stati autorizzati e che tutto è stato fatto iregolarmente (bella scoperta, avrebbero potuto/dovuto farsi ben più presenti negli anni, senza attendere che la situazione degenerasse!) ma soprattutto che non sarebbe consentita alcuna modifica dell'area e delle servitù in esse presenti, secondo gli atti originari di 50 anni fa; 5) viceversa, potrebbe semplificare la decisione del giudice - o quantomeno accelerarla - il consenso preventivo da parte di condomini più ragionevoli delle altre palazzine, che potremmo favorire esonerandoli dalle spese che si renderanno necessarie per realizzare la divisione centrale nel cortile? Mi scuso della lunghezza del post, credo necessaria alla comprensione di una situazione tutt'altro che semplice, ed attendo i vostri competenti consigli/commenti/considerazioni, ringraziando anticipatamente.
#2 Inviato 14 Gennaio, 2014 Rivolgersi al giudice è una soluzione ottima, ma poi la sua decisione sarà vincolante: vi dovrete attenere ed applicare la sentenza che scaturirà, che piaccia o meno... Leggendo il tuo punto 4) prima di rivolgermi ad un giudice andrei alla attenta verifica degli atti originari del Supercondominio per una attenta verifica delle servitù e di eventuali altri obblighi e divieti. Potrebbero emergere vincoli che rendono indivisibile il cortile: i tecnici IACP vi hanno già paventato tale ipotesi... . T La consultazione degli atti originari dovrebbe rivelarsi utile anche per riesumare la quota di proprietà del cortile comune, attribuita ad ogni palazzina. I proprietari dei garages sono condòmini come gli altri, quindi vanno coinvolti a prescindere se possano vantare o no diritti sul cortile comune. Anche IACP è un condòmino come gli altri, ma sicuramente se la divisione si concretizzerà, IACP sarà il condòmino più puntiglioso e che pretenderà che la divisione sia realizzata nella dovuta maniera. Detto ciò... ti dico che abito in un complesso (legalmente Supercondominio) di tre palazzine con un'ampia area verde comune. La sola mia palazzina si è separata dal rimanente complesso da poco più di un annetto, senza ricorso al giudice e senza ausilio di notaio: delibera assembleare a maggioranza, nomina nuovo amministratore, apertura nuovo conto corrente, acquisizione di nuovo codice fiscale. L'ampio ed esteso giardino condominiale, unico anello che dall'origine lega le tre palazzine, è rimasto comune ed indiviso alle tre palazzine. Perché mai ?! 1) Col trascorrere degli anni si sono consolidati nell'immaginario collettivo confini ben tollerati e dettati dalla consuetudine. Però e purtroppo, questi confini immaginari non corrispondevano alla quota di proprietà attribuita ad ogni palazzina dall'atto costitutivo, quindi era necessario provvedere a delle transazioni compensative (tradotto >>> qualcuno incassa... ma qualcun altro paga) 2) Anche volendo dividere l'area in maniera definitiva si dovevano sostenere costi non indifferenti oltre a problemi logistici per la redazione degli atti. Ora non so in quanti siete lì da te, ma nel mio caso ci saremmo dovuti trovare contemporaneamente di fronte al notaio per firmare tutti gli atti in 70 proprietari ( senza annoverare nel conteggio le doppie triple presenze dovute alle comproprietà). 3) Infine una parte di condòmini, se pur fortemente minoritaria, era contraria allo spezzatino del giardino condominiale, tanto da anticipare che comunque non si sarebbero mai presentati di fronte al notaio e non avrebbe mai sostenuto alcuna spesa correlata alla divisione del giardino. Infatti, oltre alla spesa del notaio, si devono preventivare almeno quelle di un geometra abilitato per disegni e variazioni catastali... Non è così semplice suddividere definitivamente un'area comune ed il rischio di buttar soldi senza pervenire al risultato auspicato è sempre molto alto. Per questi motivi ce ne siamo andati per conto nostro solo come palazzina, lasciando inalterato l'assetto delle aree scoperte. Saluti 🙂
#3 Inviato 15 Gennaio, 2014 Come già accennato nell' altro Topic e condiviso qui nei punti essenziali da ALBANO sconsiglio la divisione. Essa è possibile nei terminii legali (richiesta di 1/3 ad un Giudice)...ma vi espone a una lungaggine dispendiosa (tempo e denaro) senza alcuna garanzia di soddisfazione. Se l' uscita è unica e a servizio di altre unità, anche terze visto le citatie servitù...fate prima seguendo altra via (punto A della vecchia discussione). Magari potete prima solo minacciare la richiesta di "regolarizzazione" del Supercondominio per ottenere una suddivisione...ma ribadisco che la cosa potrebbe essere più difficile se non impossibile per ragioni tecniche piuttosto che per il diniego di alcuni. Viceversa la nomina di un amministratore del Supercondominio diviene molto più semplice perchè in mancanza di una maggioranza legale allora si un ricorso al Giudice darebbe garanzie di successo e maggior celerità. Senza contare il fatto che i costi andrebbero ripartiti fra tutti...e non solo fra i volenterosi.
#4 Inviato 15 Gennaio, 2014 Ringrazio entrambi dei preziosi contributi. La sola mia palazzina si è separata dal rimanente complesso da poco più di un annetto, senza ricorso al giudice e senza ausilio di notaio: delibera assembleare a maggioranza, nomina nuovo amministratore, apertura nuovo conto corrente, acquisizione di nuovo codice fiscale. L'ampio ed esteso giardino condominiale, unico anello che dall'origine lega le tre palazzine, è rimasto comune ed indiviso alle tre palazzine. (...) Per questi motivi ce ne siamo andati per conto nostro solo come palazzina, lasciando inalterato l'assetto delle aree scoperte. Di fatto è quello che è già successo anche da noi, dove solo la nostra palazzina già da anni soddisfa tutti i requisiti da te elencati, compreso Codice Fiscale. Anche le altre "si amministrano" autonomamente. Ma come avrai letto i problemi (grossi ed ai limiti del penale!) si verificano proprio per la gestione del cortile comune. Leggendo il tuo punto 4) prima di rivolgermi ad un giudice andrei alla attenta verifica degli atti originari del Supercondominio per una attenta verifica delle servitù e di eventuali altri obblighi e divieti. Potrebbero emergere vincoli che rendono indivisibile il cortile: i tecnici IACP vi hanno già paventato tale ipotesi... La consultazione degli atti originari dovrebbe rivelarsi utile anche per riesumare la quota di proprietà del cortile comune, attribuita ad ogni palazzina.I proprietari dei garages sono condòmini come gli altri, quindi vanno coinvolti a prescindere se possano vantare o no diritti sul cortile comune. Anche IACP è un condòmino come gli altri, ma sicuramente se la divisione si concretizzerà, IACP sarà il condòmino più puntiglioso e che pretenderà che la divisione sia realizzata nella dovuta maniera. Anch'io ritengo sia un nodo centrale e dispongo degli atti e planimetrie originali (Verbale di consegna e di consistenza del 1952, Contratto provvisorio di assegnazione del 1954 e Promessa di futura vendita del 1963). Sicuramente NON vengono specificate quote di proprietà. Si citano invece nel terzo atto gli impegni a "non apportare alcuna innovazione o comunque a non effettuare modifiche interne o esterne sia all'alloggio sia agli eventuali accessori (..., terreni circostanti) senza aver ottenuto il preventivo benestare della Gestione (...), impegnandosi sin da ora per l'epoca in cui sarà diventato proprietario dell'alloggio (...) a mantenere inalterata la destinazione dala dalla Gestione alle aree di pertinenza del fabbricato", specificando espressamente che della futura "quota parte spettante" fa parte "l'area consortile con gli assegnatari degli stabili costruiti nello stesso cantiere", indicato con apposita perimetrazione colorata nella planimetria e corrispondente appunto al cortile comune. C'è da dire, al riguardo, che gli obblighi citati sono stati praticamente sempre disattesi dai singoli assegnatari e dalle tre palazzine, e che la gestione IACP si è fatta pochissimo o per nulla presente... A meno di riferimenti espliciti nel Regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.169 del 17.7.1959, spesso citato negli atti, non trovo invece alcuna citazione sulle "servitù di passaggio" a cui i tecnici di volta in volta intervenuti sembravano dare peso. Al contrario, è specificata sulle planimetrie la parte di area comune alla nostra sola palazzina, da cui anche le altre hanno possibilità di passaggio verso altra strada pubblica (perpendicolare a quella da cui si accede al cortile comune). Se è vero che questo "diritto di passaggio", non formalizzato, è stato di fatto sempre esercitato, è altrettanto vero che si tratta solo di un "accessorio", perché in sua mancanza vi è comunque la piena possibilità di accesso alle altre palazzine, appunto dal cancello e dal cortile comune (rispondo così anche a dimaraz). 2) Anche volendo dividere l'area in maniera definitiva si dovevano sostenere costi non indifferenti oltre a problemi logistici per la redazione degli atti. Ora non so in quanti siete lì da te, ma nel mio caso ci saremmo dovuti trovare contemporaneamente di fronte al notaio per firmare tutti gli atti in 70 proprietari ( senza annoverare nel conteggio le doppie triple presenze dovute alle comproprietà). Seppure numericamente circa un terzo (senza contare le comproprietà), i nostri problemi sono analoghi, con molti anziani che NON partecipano alla vita condominiale e proprio per questo è abbastanza irrealizzabile uno scioglimento consensuale. Tuttavia, nel medesimo articolo 61 delle Disposizioni per l'attuazione del C.C. viene richiesta, in alternativa alla procedura giudiziaria, la "maggioranza prescritta dal secondo comma dell'art. 1136 del codice", che dovrebbe essere "la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio" (nel nostro caso, facendo riferimento ai valori catastali, anche aggiungendo i garages, dovrebbe essere sufficiente l'unanimità dei proprietari della mia palazzina!): vi sembra una strada perseguibile in tempi più brevi, magari con l'aggiunta di qualche singolo condomino delle altre palazzine? In tal caso, si tratta comunque di un'azione giudiziaria (nel senso che coinvolge e deve essere valida anche per i condomini dissenzienti) o come bisognerebbe procedere legalmente? Rivolgersi al giudice è una soluzione ottima, ma poi la sua decisione sarà vincolante: vi dovrete attenere ed applicare la sentenza che scaturirà, che piaccia o meno... (...) Non è così semplice suddividere definitivamente un'area comune ed il rischio di buttar soldi senza pervenire al risultato auspicato è sempre molto alto. Fino a qualche anno fa, in effetti, era stata una soluzione sempre esclusa a priori - anche dando credito alle valutazioni dei tecnici IACP - ma, dopo gli ultimi episodi, nostro malgrado non si intravedono alternative allo scioglimento ed alla suddivisione "fisica" del cortile, consensuale o "forzosa" che sia... (per dimaraz: anche le semplici "minacce" di procedere in questo senso ed il tentativo di avere un unico Amministratore di Supercondominio hanno finora dato esito negativo) Senza contare il fatto che i costi andrebbero ripartiti fra tutti...e non solo fra i volenterosi. In caso di scioglimento consensuale, tuttavia, potremmo incentivare i condomini delle altre palazzine facendoci carico solo noi dei lavori necessari per la recinzione divisoria.
#5 Inviato 15 Gennaio, 2014 Non è solo questione di una pezzo di recinzione il pezzo da pagare per una suddivisione. Servono tecnici che facciano rilevazioni di misure, traccino i nuovi confini rendendo completamente indipendenti tutti gli edifici che non dovranno avere nulla in comune (nemmeno il cancello di uscita/passo carraio o qualsivolgia area/giardino), quindi altri che quantifichino i controvalori da compensare (difficile che chi "perde" quote di area" non voglia essere indennizzato), progettisti e permessi per le modifiche negli accessi e cosneguenti lavori edili, notaio per le volture proprietà/catastali e...Erario perchè vi sono le imposte sui vari passaggi di proprietà. Molto spannometricamente direi che superi abbondantemente i 50.000 euro ma forse anche il doppio (dipende dalle superfici coinvolte).
#6 Inviato 15 Gennaio, 2014 Se ne può andare di mezzo la salute, credo valga la pena correre il rischio. A meno di imprevisti "rinsavimenti". Aspetto un vostro parere sulla procedura da seguire per l'eventuale scioglimento consensuale.
#7 Inviato 15 Gennaio, 2014 Se consensuale non serve alcun Giudice...ma l' incrico a tutti quanti i professionisti sopra indicati. Se giudiziario...trova l' avvocato che poi ti spiega tutto secondo il suo punto di vista.
#8 Inviato 15 Gennaio, 2014 Quindi se fosse d'accordo "la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio" (in questo caso immagino riferiti al Supercondominio), questa decide sugli altri e si può procedere semplicemente - ovviamente è un eufemismo - predisponendo tutti gli atti, fino all'esecuzione dei lavori? Mi sembra troppo bello, soprattutto confrontando con il --link_rimosso-- - almeno in termini di maggioranze - sembra quasi più complessa!
#9 Inviato 15 Gennaio, 2014 E chi ha detto che basta la metà+1 ? Consensuale significa tutti i proprietari ...tradotto unanimità = 1000/1000 di tutto il Supercondominio.
#10 Inviato 15 Gennaio, 2014 Ahia, questa volta non devi aver letto quanto avevo scritto precedentemente: nel medesimo articolo 61 delle Disposizioni per l'attuazione del C.C. viene richiesta, in alternativa alla procedura giudiziaria, la "maggioranza prescritta dal secondo comma dell'art. 1136 del codice", che dovrebbe essere "la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio" (nel nostro caso, facendo riferimento ai valori catastali, anche aggiungendo i garages, dovrebbe essere sufficiente l'unanimità dei proprietari della mia palazzina!) Se sbaglio... mi corriggirete!
#11 Inviato 15 Gennaio, 2014 Ahia...forse tu non hai letto tutti (e bene) gli articoli delle DACC: Art. 61 Qualora un edificio o un gruppo di edifici appartenenti per piani o porzioni di piano a proprietari diversi si possa dividere in parti che abbiano le caratteristiche di edifici autonomi, il condominio può essere sciolto e i comproprietari di ciascuna parte possono costituirsi in condominio separato. Lo scioglimento è deliberato dall’assemblea con la maggioranza prescritta dal secondo comma dell’articolo 1136 del codice, o è disposto dall’autorità giudiziaria su domanda di almeno un terzo dei comproprietari di quella parte dell’edificio della quale si chiede la separazione. Art. 62 La disposizione del primo comma dell’articolo precedente si applica anche se restano in comune con gli originari partecipanti alcune delle cose indicate dall’articolo 1117 del codice. Qualora la divisione non possa attuarsi senza modificare lo stato delle cose e occorrano opere per la sistemazione diversa dei locali o delle dipendenze tra i condomini, lo scioglimento del condominio deve essere deliberato dall’assemblea con la maggioranza prescritta dal quinto comma dell’articolo 1136 del codice civile. Art. 1136 Comma5 Le deliberazioni di cui all'articolo 1120, primo comma, e all'articolo 1122-bis, terzo comma, devono essere approvate dall'assemblea con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti ed almeno i due terzi del valore dell'edificio. Evidentemente sbagliavi tu. Io ho spiegato l' unanimità perchè uno scioglimento non è cosa che possa essere generalizzata con una Legge. Se leggi bene quando disposto dalle norme complessive che regolano Condominio e Proprietà vedrai che c'è sempre la possibilità di impugnazione da parte dei contrari, che di fatto manderebbe alle calende greche la risoluzione del problema...con somma gioia dei legali di turno che avranno modo di gonfiare i compensi. Non ultimo...nell' art. 61 si cita un edificio o complesso organizzato in un unico condominio, nell' art. 62 si parla di suddivisione che mantenga alcune parti e impianti in comune. Quindi si potrebbe obiettare che potete sciogliere l' unicità condominiale...formando tanti condomini ed inevitabilmnete un Supercondominio per la gestione delel cose comuni (ancora cancello, vialetti, giardini...e immancabili piante da abbattere). Posta la durata media di un procedimento di 1° grado in circa 5 anni (casi semplici)...vedi tu a cosa potresti andare incontro.
#12 Inviato 15 Gennaio, 2014 Poi ripeto...solo un legale "serio" che analizzi sul posto tutte le problematiche può emettere una parvenza di Giudizio. Anche il parere di un Avvocato lascia il tempo che trova. Ricorda che il 50% degli Avvocati perde...ma (mi perdonino i professionisti seri) sono usi dire: abbiamo vinto (quando và bene)...lei ha perso (quando va male).
#13 Inviato 15 Gennaio, 2014 Il mio non era un rimprovero nei tuoi confronti (ci mancherebbe!), semplicemente avevo già citato sopra i miei riferimenti. Prendo ora atto del quinto comma, se applicabile al nostro caso, che necessariamente richiederebbe, per uno scioglimento consensuale, l'adesione di QUALCHE condomino delle altre palazzine, teoricamente possibile (al contrario dell'unanimità!). Altrimenti resta solo la via giudiziaria. Secondo il mio modesto parere, gli elementi in nostro possesso costituiscono (più che) validi motivi per intraprendere la via dello scioglimento, per la quale IMHO l'ostacolo principale potrebbe essere l'eventuale ostruzionismo/diniego dello IACP, se non volesse prendere coscienza della situazione... Interessandomi da oltre 20 anni al mio condominio, e rimettendoci di persona tempo e denaro, personalmente purtroppo non vedo altre soluzioni, stante la (pessima) situazione attuale, nella quale sostanzialmente ci sentiamo "ospiti" di pochi altri - che la fanno da padroni - e quasi che dobbiamo chiedere il loro permesso per usufruire del cortile comune, che peraltro abbiamo contribuito a migliorare a nostre spese! In definitiva, per quanto apprezzi tutte le precisazioni ed i consigli da "avvocato del diavolo" (ammetto di essere io stesso pessimista per carattere), se possibile vorrei anche qualche dritta e/o incoraggiamento.
#14 Inviato 15 Gennaio, 2014 Figurati ...non me la sono presa...vi sono certi "personaggi" che me ne han dette di molto peggio. Tornando al caso ti ricordo che non avete concesso alcun permesso di uso...era un loro diritto. Altrettando era Vs. diritto apportare migliorie alla cosa comune...ma se fatto con vs. decisione non potevate pretenderne il prezzo. Ribadisco che lascerei in ultima analisi il ricorso allo scioglimento giudiziario (quello consensuale è utopia pura). Amministratore Super-Condominiale con gli "attributi"...e poi si vede. Non vi fosse una maggioranza che lo nomina si và per una nomina Giudiziaria.
#15 Inviato 15 Gennaio, 2014 ti ricordo che non avete concesso alcun permesso di uso...era un loro diritto. Giustissimo ed infatti non abbiamo mai obiettato al riguardo! Purtroppo avviene il contrario, ossia che non venga riconosciuto il NOSTRO pari diritto di utilizzo della parte restante di cortile comune (quella adibita a parcheggio, modificando la destinazione originaria dell'area!), con il risultato che pur potendosi tranquillamente prevedere 15-20 posti macchina, quasi sufficienti per tutti, vi siano ormai mediamente solo 3-4 vetture e praticamente tutti i condomini della mia palazzina abbiano ormai deciso, per paura, di NON parcheggiare la propria! Ti sembra una situazione tollerabile? Altrettando era Vs. diritto apportare migliorie alla cosa comune...ma se fatto con vs. decisione non potevate pretenderne il prezzo.Nessuno ha mai chiesto nulla, ci mancherebbe. Ma è insopportabile che, dopo quasi 20 anni, ci si accusi di aver fatto senza il loro consenso (mai chiesto reciprocamente per cose ben più gravi!) o addirittura si voglia sostenere che i nostri lavori abbiano danneggiato lo stato dei luoghi, cercando in tutti i modi di farceli pesare... Amministratore Super-Condominiale con gli "attributi"Ce ne consigli uno?
#16 Inviato 15 Gennaio, 2014 Per punti 1)Intollerabile. Ma quello è argomento da codice "penale". Non puoi addebitare genericamente la colta "agli altri"...serve prova di chi è il colpevole. Televamere o servizio di sorveglianza. 2)Concordo...ma di incivile ed idioti è pieno il mondo 3)Dubito abitiamo nella stessa area....chiedi a Patriza Ferrari.
#17 Inviato 15 Gennaio, 2014 1) Il problema è che anche molti degli "altri" hanno ormai paura e nel tempo si sono dissociati (inzialmente le altre palazzine sembravano quasi unanimi). Non è detto che non si arrivi alla videosorveglianza... ma immagina a spese di chi? (per non parlare della privacy e dei permessi - o delle maggioranze - che bisognerebbe avere anche in questo caso). 2) Ma trovarseli come vicini di casa ti assicuro che non è affatto piacevole. 3) Chi è Patrizia Ferrari? (mi scuso in anticipo dell'ignoranza)