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SARAIZZO

Riscaldamento da centralizzato ad autonomo

Due condomini che hanno in comune solamente la caldaia, la maggioranza dei condomini vorrebbero passare dal riscaldamento centralizzato a riscaldamento autonomo.

 

La mia domanda è:

 

il quorum per deliberare al passaggio autonomo è di 1000 oppure di 500 dei presenti??

 

Se la maggioranza vuole passare all'autonomo come si può fare??

La dismissione di un impianto condominiale si configura come una radicale alterazione del bene comune, quindi occorre l'unanimità

allego link della seguente sentenza

--link_rimosso--

In alcune regioni è stato vietato il passaggio dal centralizzato all'autonomo.

Vale comunque il dettato della normativa nazionale, che IMPONE un preliminare studio termotecnico (analisi energetica) nella quale venga dimostrato che il passaggio da centralizzato ad autonomo configura una RIDUZIONE del fabbisogno energetico complessivo

 

Saluti

Scusate se pongo una domanda, anzichè dare una risposta, ma con la riforma non è cambiato niente quindi? Per piacere rispondete il 28 p.v. c'è la riunione di condominio con questo aromento all' ordine del giorno. Io non voglio il passaggio all' autonomo. Quali sono le regioni che hanno vietato questo passaggio???????????? Fiduciosa aspetto, grazie 🙂

Modificato da anto@@@

La riforma del codice civile non può di certo modificare leggi nazionali e locali: ha semplicemente ripetuto ciò che alcune sentenze hanno detto in merito al DISTACCO unilaterale di una u.i., ma nella sostanza nulla cambia rispetto al passato (soprattuto in materia di redazione asseverazione termotecnica)

 

Saluti

Il titolo del post era riferito alla DISMISSIONE, per la quale imho occorre unanimità

Ora hai spostato la questione sul DISTACCO (che si riferisce alla volontà unilaterale del proprietario di una u.i. di staccarsi dall'impianto centralizzato e dotarsi di ipianto autonomo)

In questa seconda ipotesi la riforma del condominio dice che non occorre nessuna autorizzazione: occorre però che il distaccante faccia redigere una perizia tecnica asseverata da professionista abilitato, nella quale venga analiticamente dimostrato che dal distacco non si creano squilibri per l'impianto centralizzato, e che i restanti allacciati non subiscano aggravi di spesa

 

Saluti

Pensaci comunque sempre molto bene, prima di agire!

Per riscaldare un condominio da 12 appartamenti (faccio un esempio) è sufficiente una caldaia da 120 Kw. Con l'autonomo ne serviranno 12 da 35 Kw. Dove sta il risparmio?

Non sappiamo in quale regione risiedi: controlla le norme emanate dalla tua regione.

Ricorda che sono vietati gli scarichi a parete (se non in casi particolari) e per passare all'autonomo dovrete portare tutti lo scarico dei fumi sul tetto.

Il titolo del post era riferito alla DISMISSIONE, per la quale imho occorre unanimità

Ora hai spostato la questione sul DISTACCO (che si riferisce alla volontà unilaterale del proprietario di una u.i. di staccarsi dall'impianto centralizzato e dotarsi di ipianto autonomo)

In questa seconda ipotesi la riforma del condominio dice che non occorre nessuna autorizzazione: occorre però che il distaccante faccia redigere una perizia tecnica asseverata da professionista abilitato, nella quale venga analiticamente dimostrato che dal distacco non si creano squilibri per l'impianto centralizzato, e che i restanti allacciati non subiscano aggravi di spesa

 

Saluti

Hai ragione, ma non sono riuscita a trovare la dicitura nuova discussione perdono

Non si tratta di essere bacati. Forse per le tue latitudini, dove il freddo intenso è limitato ad un breve periodo dell'anno (e ancor più se fosse una seconda casa), condividerei in parte le tue opinioni, ma tutta Europa sta andando nella direzione opposta: la direttiva europea 2012/27/UE sul risparmio energetico -che dovrà essere recepita dagli stati membri entro il 15/06/2014- parla esclusivamente di contabilizzazione e non di riscaldamento autonomo.

Pensaci comunque sempre molto bene, prima di agire!

Per riscaldare un condominio da 12 appartamenti (faccio un esempio) è sufficiente una caldaia da 120 Kw. Con l'autonomo ne serviranno 12 da 35 Kw. Dove sta il risparmio?

Non sappiamo in quale regione risiedi: controlla le norme emanate dalla tua regione.

Ricorda che sono vietati gli scarichi a parete (se non in casi particolari) e per passare all'autonomo dovrete portare tutti lo scarico dei fumi sul tetto.

Se vero, il distacco é preoccupante per il consumo, però nel caso del mio condominio ognuno ha una caldaia esuberante per l'acqua calda dei sanitari, quindi il bilancio energetico potrebbe essere più favorevole.

Gli scarichi al tetto si possono evitare con una caldaia a condensazione.

Con la nuova legge sul condominio come varia, per chi diventa autonomo, la partecipazione alle spese della caldaia centralizzata?

Grazie, saluti.

Roberto Gregni

La riforma prevede che ciascun condomino possa distaccarsi purchè non derivino notevoli squilibri di funzionamento dell'impianto o AGGRAVI DI SPESA PER GLI ALTRI CONDOMINI. Secondo quest'ultimo capoverso i non distaccati riceveranno sempre un aggravio di spesa in quanto l'impianto è predisposto per il numero complessivo dei condomini e,quindi, i consumi sono commisurati alla capacità totale dell'impianto. Potete dirmi se questa mia considerazione corrisponde al vero.

Saluti

Potete dirmi se questa mia considerazione corrisponde al vero.

Purtroppo con questa nuova versione del Forum si sono persi quasi 3000 interventi del sottoscritto, all'interno di alcuni dei quali ho fatto diverse osservazioni che confermano le sue sensazioni

Mediamente un impianto fornisce circa il 70% dell'energia TOTALE in ingresso: ciò significa che il 30% non viene fruito ma pagato a prescindere, come PERDITE di rendimento.

Da ciò è facile dedurre che se, ad esempio, in un condominio con 10 u.i. entrano 10000mcdi gas, sono solo 7000 quelli che contribuiscono al riscaldamento, cioè (nel caso di u.i. con stessi mm), 700mc ad u.i.

Nel caso in cui una u.i. si distacca, essa ridurrà solo il consumo dell'utilizzo (cioè 700mc) ma NON quello dovuto alle dispersioni (che anzi, come da lei osservato, andrebbero ad aumentare poichè l'impianto comincia a sovradimensionarsi)

Ciò significa che le restanti 9 u.i. dovranno suddividersi sempre lo stesso 30% (almeno) di dispersioni, stando a significare che l'aggravio di spesa c'è sempre e comunque.

Prima la quota dispersioni era 3000/10 = 300mc cad

Ora diventa (2790/9) = 310mc cad

... come si vede non servirebbe neanche un grande esperto del settore ...

Saluti

...

Mediamente un impianto fornisce circa il 70% dell'energia TOTALE in ingresso: ciò significa che il 30% non viene fruito ma pagato a prescindere, come PERDITE di rendimento.

...

Prima la quota dispersioni era 3000/10 = 300mc cad

Ora diventa (2790/9) = 310mc cad

... come si vede non servirebbe neanche un grande esperto del settore ...

Saluti

nulla vieta di imputare al condomino che si distacca di pagare oltre alle spese di manutenzione anche la quota spese per le perdite.

In questo caso non ci sarebbe un aggravio di spese per il resto dei condomini.

In linea di principio sono d'accordo con Cooperate ma, secondo me, la legge vuole derimere quelle occasioni in cui la possibilità di distaccarsi non incida effettivamente sul costo degli altri condomini. Per esempio un condominio formato da più fabbricati in cui ognuno di essi è dotato d'impianto centralizzato; il distacco di tutti i condomini di un fabbricato non aggrava i costi sotenuti dagli altri.

Purtroppo con questa nuova versione del Forum si sono persi quasi 3000 interventi del sottoscritto, all'interno di alcuni dei quali ho fatto diverse osservazioni che confermano le sue sensazioni

Mediamente un impianto fornisce circa il 70% dell'energia TOTALE in ingresso: ciò significa che il 30% non viene fruito ma pagato a prescindere, come PERDITE di rendimento.

Da ciò è facile dedurre che se, ad esempio, in un condominio con 10 u.i. entrano 10000mcdi gas, sono solo 7000 quelli che contribuiscono al riscaldamento, cioè (nel caso di u.i. con stessi mm), 700mc ad u.i.

Nel caso in cui una u.i. si distacca, essa ridurrà solo il consumo dell'utilizzo (cioè 700mc) ma NON quello dovuto alle dispersioni (che anzi, come da lei osservato, andrebbero ad aumentare poichè l'impianto comincia a sovradimensionarsi)

Ciò significa che le restanti 9 u.i. dovranno suddividersi sempre lo stesso 30% (almeno) di dispersioni, stando a significare che l'aggravio di spesa c'è sempre e comunque.

Prima la quota dispersioni era 3000/10 = 300mc cad

Ora diventa (2790/9) = 310mc cad

... come si vede non servirebbe neanche un grande esperto del settore ...

Saluti

Chiedo scusa, ma come si fa a dire se c'è stato oppure no un aggravio di spesa? Cosa va controllato? Come possono i condomini contestare a chi si distacca che per sua colpa c'è stato un aggravio di spesa per gli altri? Grazie Nicola

Chiedo scusa, ma come si fa a dire se c'è stato oppure no un aggravio di spesa? Cosa va controllato? Come possono i condomini contestare a chi si distacca che per sua colpa c'è stato un aggravio di spesa per gli altri? Grazie Nicola

 

Grazie per la risposta.

Vedo che questo post è post 18 giugno 2013, quindi mi chiedo come sia possibile ancora asserire che non sia possibile il distacco e soprattutto che non sia possibile lo scarico a parete. A prescindere da quello che uno possa pensare personalmente, finalmente è possibile scaricare a parete a prescindere, basta rispettare quanto affermato sulla Legge 17 dicembre 2012 n.221 Art.34 Comma 53. Se poi citiamo la Legge 11 dicembre 2012 n.220, appunto entrata in vigore il 18 giugno 2013, il distacco è molto più semplificato. Non capisco perché Fabio.P vuole deviare il contesto a sue opinioni personali, giuste o sbagliate che siano. In ogni caso, le leggi in questione sono nazionali, quindi bypassano altre eventuali precedenti.

Quindi, se volete scaricare a parete potete farlo semplicemente acquistano una caldaia a condensazione e rispettare le distanze dello scarico secondo la norma UNI7129: due piccoli accorgimenti per liberare la vostra vita!

IN termini di puro consumo ho già spiegato e dimostrato in passato che l' autonomo risulta nel 99% dei casi vantaggioso rispetto ad un centralizzato.

Di questo esistono prove di enti che hanno "certificato" sperimentando in condizioni controllate e non sulle "panzane" che tanti presunti tecnici tentano di supportare matematicamente.

 

E' pure confutabile quanto asserisce Archimede07 sul paragone di una caldaia da 120kw rispetto a 12 da 35kw perchè enunciata non tenendo conto di tutti i fattori.

 

Resta il fatto che il "distacco di un singolo" comporta inevitabilmente un aggravio di spesa per chi rimane nel centralizzato...e difficilmente rappresenta un risparmio per chi diventa autonomo se tiene conto dell' investimento e del "contributo" che resterà comunque a suo carico.

 

IN merito alla conversione "totale dell' impianto per quanto ne sò non è necessaria l'unanimità ma una normale maggioranza dei millesimi prevista per una " innovazione ".

 

--link_rimosso--

"Vedo che questo post è post 18 giugno 2013, quindi mi chiedo come sia possibile ancora asserire che non sia possibile il distacco..."

In assoluto, nessuno asserisce che non sia possibile. Occorre sempre valutare da quale regione proviene il quesito. Se leggi queste pagine --link_rimosso-- ti renderai conto che per quanto riguarda la Regione Piemonte il distacco è vietato. Così pure per Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni che hanno già emanato norme in proposito.

... ti renderai conto che per quanto riguarda la Regione Piemonte il distacco è vietato. Così pure per Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni che hanno già emanato norme in proposito.

Mi risulta che Regioni e Comuni non abbiano potere superiore allo Stato, altrimenti lo Stato non servirebbe a nulla! Non nego che esistano dei regolamenti regionali a proposito, ma diventano abrogati in occasioni di nuove leggi statali.

Mi risulta che Regioni e Comuni non abbiano potere superiore allo Stato, altrimenti lo Stato non servirebbe a nulla! Non nego che esistano dei regolamenti regionali a proposito, ma diventano abrogati in occasioni di nuove leggi statali.

Ti ripropongo la nota della Regione:

--link_rimosso--

Alla pagina 3, terzo e quarto capoverso (leggili attentamente) è chiarito il tuo dubbio su quali regolamenti siano prioritari.

Visto il link... in questo caso pare che hai ragione, anche se è una cosa assurda... tuttavia, anche in documentazione con altri forum, esiste un progetto di legge che modifica quanto da te indicato:

 

http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0006840.pdf

 

In poche parole, se verrà approvata, dal 31 agosto le regioni sono obbligate ad acquisire la legge regionale. Purtroppo, in tale proposta esiste anche il comma 9-bis lettera c) che complica le cose e va in contrasto con la nuova riforma del condominio. Inoltre, favorirà le perizie farlocche in quanto si troverà ad ogni costo l'impossibilità tecnica di scaricare a tetto: spero che questo lettera venga abrogata!

 

Conclusione: è meglio che vi sbrighiate a montare una caldaia, qualunque essa sia, onde evitare di incorrere in queste pazzie legislative.

Mi ripeto, in quanto mi sono già espresso molte volte su questo argomento. Purtroppo l'Italia è molto lunga e i climi delle sue regioni sono molto diversi tra loro. E' chiaro che ciò che va bene in Piemonte, dove il riscaldamento brucia metano "a manetta" da inizio (dovrebbe essere dal 15, ma se fa freddo...) ottobre a fine aprile (anche qui dovrebbe essere il 15) non va bene in Sicilia, dove basterebbero poche ore di accensione al mattino e poche alla sera per un periodo molto limitato. Non va bene neppure in quelle Regioni dove lungo il litorale la prevalenza è di seconde case. Qui mi trovi d'accordo. Ma dove il freddo è la caratteristica della maggior parte dell'anno permettimi di dissentire. Una sola caldaia centralizzata rigorosamente controllata consuma meno ed emette meno veleni nell'aria di tante caldaiette spesso mal manutenute.

In linea generale hai ragione, lo capisco il discorso che fai... tuttavia, mi risulta anche che entrerà in vigore dal 01/01/2015 una legge che obbliga i condomini ad installare il sistema di contabilizzazione del calore. Perdonami, ma in questo caso i piani terra e gli ultimi piani non avrebbero il vantaggio economico con tale sistema, bisognerebbe affidarsi ad una ditta di lettura dei contatori ed a mio parere aumenterebbero le discussioni tra condomini proprio sulla lettura. Ne ho sentiti di condomini che sono passati alla contabilizzazione e di condomini, soprattutto ai piani estremi che si sono lamentati dei costi di consumo. C'è qualcosa che non va!

Mi ripeto, in quanto mi sono già espresso molte volte su questo argomento. Purtroppo l'Italia è molto lunga e i climi delle sue regioni sono molto diversi tra loro. E' chiaro che ciò che va bene in Piemonte, dove il riscaldamento brucia metano "a manetta" da inizio (dovrebbe essere dal 15, ma se fa freddo...) ottobre a fine aprile (anche qui dovrebbe essere il 15) non va bene in Sicilia, dove basterebbero poche ore di accensione al mattino e poche alla sera per un periodo molto limitato. Non va bene neppure in quelle Regioni dove lungo il litorale la prevalenza è di seconde case. Qui mi trovi d'accordo. Ma dove il freddo è la caratteristica della maggior parte dell'anno permettimi di dissentire. Una sola caldaia centralizzata rigorosamente controllata consuma meno ed emette meno veleni nell'aria di tante caldaiette spesso mal manutenute.

e io sono di parere diverso visto che pur abitando a nord (-est)... non sentiamo la necessità di accendere riscaldamento in Ottobre 9 volte su 10 come parimenti lo spegnamo in Marzo.

Su una cosa hai ragione, la diversità climatica, che non coinvolge solo la latitudine ma pure l' altitudine e ancor più le persone.

 

Per cui se in un condominio esistono anziani o persone "freddolose" (per metabolismo o immobilità) si è costretti ad accendere il riscaldamento centralizzzato con i relativi costi "comuni" imputabili alle dispersioni inevitabili.

Poi visto che tanto pagano tutti è già stato ampiamente dimostrato come dall' uso si passa all' abuso.

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