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chiaraz74

Ripartizione spese riscaldamento e acqua calda sanitaria - aiuto nell'interpretazione

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Buongiorno, qualcuno (un termotecnico? @Nanojoule ? chiunque abbia buona volontà? :) ) può aiutarmi ad interpretare i dati della ripartizione dei consumi di gas (la tariffa dell'acqua fredda centralizzata è conteggiata a parte a m cubi) della centrale termica della mia scala? 
Centrale che serve 28 alloggi di varia metratura, sia per la produzione ACS che per il riscaldamento con contabilizzatore posto sulla mandata della centralina di ogni appartamento (dunque non a colonne ma a distribuzione orizzontale per piani).
In particolare vorrei capire quanto riportato nell'immagine in dettaglio: 
- qual è la differenza tra i "Dati progetto", i valori misurati e i "valori calcolati"? (questi ultimi dovrebbero essere quelli rilevati tramite contabilizzatori nei singoli appartamenti mentre quelli misurati dovrebbero essere quelli rilevati in centrale termica, corretto?)
- perché nel caso della climatizzazione invernali i dati progettuali sono nettamente superiori rispetto al consumo totale (effettivo) mentre nel caso della produzione di acqua calda sanitaria i valori progettuali sono decisamente inferiori? Errore del progettista?
Inoltre, nel caso dell'acqua calda sanitaria il consumo involontario di gas è pari al 41,5% del totale!!! Questo significa che paghiamo l'acqua calda (per quanto riguarda il consumo di gas) quasi il doppio di quanto costerebbe perché quasi la metà dell'energia è sprecata in dispersioni e (credo) mantenimento in temperatura dell'acqua in centrale termica h24!! (l'acqua calda, comprensiva di quota acqua fredda, ci costa quasi 15 euro al m cubo!!)

Chiedo: 
- il mio ragionamento è corretto?
- la ripartizione dei costi è corretta?
- chiedendo ai manutentori di abbassare la temperatura dell'acqua calda sanitaria di 1° quanto risparmieremmo in termini di gas?
- esisterebbero i presupposti in termini di legge sul risparmio energetico per chiedere tramite perizia di termotecnico la cessazione della produzione di ACS centralizzata e passaggio a boiler nelle singole unità abitative?


Grazie mille a tutti

Modificato da chiaraz74

Ok, diciamo che l'argomento non è di interesse generale (anche se non credo che il nostro sia l'unico condominio in questa situazione).

Azzardo ipotesi per quanto riguarda la climatizzazione invernale: diciamo che i dati progettuali sono superiori al consumo effettivo perché il tecnico è stato previdente/perché le temperature medie del 2020 sono state più miti degli scorsi anni/perché dall'anno della progettazione della nuova centrale termica (2013-2014) è stata sostituita la vecchissima coibentazione dei porticati (ed in effetti i primi piani sopra ai porticati consumano per mq decisamente meno dei primi piani sopra i garage, non coibentati)/perché in molte unità abitative sono stati sostituiti gli infissi..

Possibile?

 

Per l'ACS però?

Qualche suggerimento per ridurre i consumi?

Sarebbe possibile il distacco dall'impianto centralizzato per la sola acqua calda o dovrei continuare a sostenere i costi fissi come nel caso del riscaldamento?

chiaraz74 dice:

- qual è la differenza tra i "Dati progetto", i valori misurati e i "valori calcolati"? (questi ultimi dovrebbero essere quelli rilevati tramite contabilizzatori nei singoli appartamenti mentre quelli misurati dovrebbero essere quelli rilevati in centrale termica, corretto?)

I dati di progetto sono fatti sulla base di valori nominali, non variano al variare delle condizioni ambientali (temperatura esterna, temperatura interna, ecc.), i valori misurati sono effettivi (mc di gas consumato * potere calorifico di 1 mc), i valori calcolati sono appunto frutto di un calcolo e come dici tu saranno basati sulle rilevazioni dei contabilizzatori nei singoli appartamenti per la parte volontaria.

La parte involontaria non è che il consumo totale (valore misurato) - la parte volontaria.

chiaraz74 dice:

- perché nel caso della climatizzazione invernali i dati progettuali sono nettamente superiori rispetto al consumo totale (effettivo) mentre nel caso della produzione di acqua calda sanitaria i valori progettuali sono decisamente inferiori? Errore del progettista?

Come detto, sono valori nominali, usati per dimensionare l'impianto.

Non hanno un riferimento diretto con la realtà, basta che le temperature di progetto differiscano dalle temperature reali (p.e. inverno caldo o appartamenti che tengono meno di 20° C) e le differenze possono diventare anche notevoli come nel vs. caso.

chiaraz74 dice:

Inoltre, nel caso dell'acqua calda sanitaria il consumo involontario di gas è pari al 41,5% del totale!!!

Avete il ricircolo? Un classico.

Se ti può consolare (conoscendoti: poco), una parte di quel calore contribuisce a riscaldare i vari appartamenti, non è totalmente sprecato.

chiaraz74 dice:

- chiedendo ai manutentori di abbassare la temperatura dell'acqua calda sanitaria di 1° quanto risparmieremmo in termini di gas?

Dovresti porre queste domande al responsabile d'impianto, da qui è un po' difficile rispondere.

Cmq l'energia necessaria a riscaldare l'acqua è proporzionale a delta T (cioè al "salto" termico che viene fatto fare all'acqua, da fredda come entra dall'acquedotto a calda come esce dalla caldaia).

Supponendo un delta T di 40°C (p.e. da 15 °C a 55 °C), abbassando la temperatura d'uscita di 1 °C otterresti un risparmio di ca. 1/40, quindi ca. 125 € = (3.010,44 + 2.115,50) / 40

condo77 dice:

I dati di progetto sono fatti sulla base di valori nominali, non variano al variare delle condizioni ambientali (temperatura esterna, temperatura interna, ecc.), i valori misurati sono effettivi (mc di gas consumato * potere calorifico di 1 mc), i valori calcolati sono appunto frutto di un calcolo e come dici tu saranno basati sulle rilevazioni dei contabilizzatori nei singoli appartamenti per la parte volontaria.

La parte involontaria non è che il consumo totale (valore misurato) - la parte volontaria.

Come detto, sono valori nominali, usati per dimensionare l'impianto.

Non hanno un riferimento diretto con la realtà, basta che le temperature di progetto differiscano dalle temperature reali (p.e. inverno caldo o appartamenti che tengono meno di 20° C) e le differenze possono diventare anche notevoli come nel vs. caso.

Cosa avrei scritto di diverso? 🤔

Grazie comunque per le spiegazioni.

chiaraz74 dice:

- esisterebbero i presupposti in termini di legge sul risparmio energetico per chiedere tramite perizia di termotecnico la cessazione della produzione di ACS centralizzata e passaggio a boiler nelle singole unità abitative?

Non puoi costringere tutti i condomini a rinunciare all'acqua calda centralizzata e dotarsi di boiler.

Potresti chiedere il distacco dall'impianto centralizzato per la tua utenza.

Producendo la perizia di un termotecnico che certifichi come questo distacco non causi disequilibri all'impianto né extracosti agli altri utenti, non pagheresti più il consumo (volontario + involontario) per la produzione di ACS (rimarrebbero cmq a tuo carico eventuali spese di manutenzione, perché .

Nel caso non si riesca a dimostrare l'assenza di extracosti, rimarrebbe a tuo carico anche la quota di consumo involontario.

 

chiaraz74 dice:

Possibile?

chiaraz74 dice:

Grazie comunque per le spiegazioni.

👍

condo77 dice:

Avete il ricircolo? Un classico.

Se ti può consolare (conoscendoti: poco), una parte di quel calore contribuisce a riscaldare i vari appartamenti, non è totalmente sprecato.

Credo di no, in ogni caso le tubazioni passano sul tetto (centrali termiche sul tetto) e scendono attraverso le pareti perimetrali...

chiaraz74 dice:

Credo di no, in ogni caso le tubazioni passano sul tetto (centrali termiche sul tetto) e scendono attraverso le pareti perimetrali...

Se apri il rubinetto dell'acqua calda, esce calda dopo pochi secondi o devi aspettare un minuto o più?

Nel primo caso avete il ricircolo, nel secondo no.

condo77 dice:

Dovresti porre queste domande al responsabile d'impianto, da qui è un po' difficile rispondere.

Cmq l'energia necessaria a riscaldare l'acqua è proporzionale a delta T (cioè al "salto" termico che viene fatto fare all'acqua, da fredda come entra dall'acquedotto a calda come esce dalla caldaia).

Supponendo un delta T di 40°C (p.e. da 15 °C a 55 °C), abbassando la temperatura d'uscita di 1 °C otterresti un risparmio di ca. 1/40, quindi ca. 125 € = (3.010,44 + 2.115,50) / 40

Il responsabile dell'impianto è una grossissima ditta di manutenzione ed impianti, chi risponde al telefono si limitava dirmi che viene

 applicata la normativa in base ai calcoli e alle ripartizioni stabilite dal termotecnico che ha progettato il nuovo impianto.

Col termotecnico è impossibile parlare. Oltre tutto non ha nemmeno voluto inviare un preventivo per il bonus 110, credo che consideri il nostro condominio una fonte di problemi più che altro.

condo77 dice:

Se apri il rubinetto dell'acqua calda, esce calda dopo pochi secondi o devi aspettare un minuto o più?

Nel primo caso avete il ricircolo, nel secondo no.

Devo fare uscire parecchi litri. Quindi la dispersione me la pago già con i m cubi in più che consumo rispetto a chi sta sotto la centrale termica, che paradossalmente in proporzione ai millesimi paga meno anche di spese fisse.

 

chiaraz74 dice:

Credo di no, in ogni caso le tubazioni passano sul tetto (centrali termiche sul tetto) e scendono attraverso le pareti perimetrali...

Fate il cappotto e avrete anche minori consumi involontari per la dispersione termica dei tubi dell'acqua calda.

Più i tubi sono coibentati (direttamente, cioè isolante attorno al tubo, o indirittamente, tipo 15 cm di cappotto), meno dispersioni hanno, meno consumo involontario avrete.

Francamente temo che le dispersioni incidano ma sospetto che il costo più grosso sia tenere acqua a 45° (da ustione anche nel mio appartamento, il più penalizzato) H24 per 30 appartamenti...

 

Un cappotto di 20 anni c'è già ma le tubazioni sono state lasciate fuori perché devono essere ispezionabili (apposita nicchia con coperchio in metallo); lo stesso è stato fatto 3 anni fa col nuovo cappotto dei porticati per le tubazioni del gas. Il termotecnico intervenuto alla riunione condominiale ci ha detto che quelle del gas non possono passare sottotraccia e in caso di cappotto andranno rimosse e fatte passare esternamente (la soluzione realizzata 3 anni fa per i porticati come sospettavo genera ponti termici interrompendo il cappotto in corrispondenza delle tubazioni).

Spero che per le tubazioni del riscaldamento non valgano le stesse regole.

Modificato da chiaraz74

Abbassare la temperatura del'acqua è sicuramente una misura che riduce i costi, però bisogna fare attenzione a non eccedere per il pericolo legionella.

Dipende anche come è fatto il vostro impianto, perché in certi c'è un circuito di acqua tecnica che viene tenuta calda e un altro circuito di acqua potabile che viene riscaldata istantaneamente dall'acqua tecnica quando è necessario, in tal caso non c'è pericolo legionella trattandosi di circuiti separati.

Però sono tutti dettagli che da qui è impossibile verificare, devi per forza di cose metterti in contatto con il responsabile d'impianto e da quanto dici per poterlo fare non devi essere sola ma portavoce di un'esigenza diffusa tra i condomini.

 

chiaraz74 dice:

Il termotecnico intervenuto alla riunione condominiale ci ha detto che quelle del gas non possono passare sottotraccia e in caso di cappotto andranno rimosse e fatte passare esternamente

E' corretto quanto comunicato dal termotecnico.

chiaraz74 dice:

(la soluzione realizzata 3 anni fa per i porticati come sospettavo genera ponti termici interrompendo il cappotto in corrispondenza delle tubazioni)

Dipende quando è esteso il fascio di tubazioni, noi l'abbiamo fatto però considera che siamo un piccolo condominio, in nessun punto ci sono più di 3 tubi del gas uno accanto all'altro, quindi ponti sì ma ponticiattoli, non il Golden Gate.

chiaraz74 dice:

Spero che per le tubazioni del riscaldamento non valgano le stesse regole.

No, per fortuna.

Le tubazioni dell'acqua possono stare tranquillamente sotto il cappotto, anzi sarebbe assurdo farle in facciata.

chiaraz74 dice:

Buongiorno, qualcuno (un termotecnico? @Nanojoule ? chiunque abbia buona volontà? 🙂 ) può aiutarmi ad interpretare i dati della ripartizione dei consumi di gas (la tariffa dell'acqua fredda centralizzata è conteggiata a parte a m cubi) della centrale termica della mia scala? 
Centrale che serve 28 alloggi di varia metratura, sia per la produzione ACS che per il riscaldamento con contabilizzatore posto sulla mandata della centralina di ogni appartamento (dunque non a colonne ma a distribuzione orizzontale per piani).
In particolare vorrei capire quanto riportato nell'immagine in dettaglio: 
- qual è la differenza tra i "Dati progetto", i valori misurati e i "valori calcolati"? (questi ultimi dovrebbero essere quelli rilevati tramite contabilizzatori nei singoli appartamenti mentre quelli misurati dovrebbero essere quelli rilevati in centrale termica, corretto?)
- perché nel caso della climatizzazione invernali i dati progettuali sono nettamente superiori rispetto al consumo totale (effettivo) mentre nel caso della produzione di acqua calda sanitaria i valori progettuali sono decisamente inferiori? Errore del progettista?
Inoltre, nel caso dell'acqua calda sanitaria il consumo involontario di gas è pari al 41,5% del totale!!! Questo significa che paghiamo l'acqua calda (per quanto riguarda il consumo di gas) quasi il doppio di quanto costerebbe perché quasi la metà dell'energia è sprecata in dispersioni e (credo) mantenimento in temperatura dell'acqua in centrale termica h24!! (l'acqua calda, comprensiva di quota acqua fredda, ci costa quasi 15 euro al m cubo!!)

Chiedo: 
- il mio ragionamento è corretto?
- la ripartizione dei costi è corretta?
- chiedendo ai manutentori di abbassare la temperatura dell'acqua calda sanitaria di 1° quanto risparmieremmo in termini di gas?
- esisterebbero i presupposti in termini di legge sul risparmio energetico per chiedere tramite perizia di termotecnico la cessazione della produzione di ACS centralizzata e passaggio a boiler nelle singole unità abitative?


Grazie mille a tutti

Provo a dire la mia.

Dalla lettura dei due fogli inviati l’informazione non è completa, ma si può capire sia un condominio con

·         contabilizzazione del calore riscaldamento diretta da impianto centralizzato, quindi ogni appartamento ha un contatore di calore e possibilità di comando del proprio impianto (Come sembra sia indicato dall'opener, anche se i valori sembrano indicare una comune contabilizzazione indiretta)

·         Produzione ACS collettiva con contatore volumetrico diretto ad ogni appartamento.

I servizi di riscaldamento e produzione ACS sembrano avere contatori di calore dedicati in centrale termica.

IL consumo involontario è quindi di facile calcolo come differenza tra il totale e quello volontario.

Quindi il consumo involontario per il riscaldamento sarà calcolato come differenza tra la misura del contatore centrale riscaldamento e la sommatoria di quelli individuali, mentre per l’ACS l’involontario sarà la differenza tra quello misurato da quello del contatore dedicato e quello necessario al riscaldamento dell’acqua usata (volume misurato x calore specifico x salto termico).

Quindi quello che è indicato sembra corretto se sono state usate le metodologie sopra indicate.

A dir la verità i valori delle quote involontarie appaiono bassi, quindi non credo siano stati correttamente calcolati.

Se è possibile fate un controllo al calcolo delle quote involontarie, sappiate che nel 90% dei casi si applicano metodologie errate.

 

In merito all’acqua calda sanitaria è bene aprire un inciso.

La produzione di ACS centralizzata è una idrovora energetica, ha un consumo per il ricircolo ed il mantenimento incredibile, spesso è il doppio di quella che serve.

Quindi in impianti ACS centralizzati non ben gestiti o datati il consumo involontario può essere il 200% di quello volontario o anche più

Sempre in merito all’ACS collettiva dobbiamo considerare che un buon funzionamento della stessa prevede:

·         il fermo della produzione ACS e del ricircolo in orari inclusi tra le 23,00 e le 05,00 (ad eccezione di impianti posti in zona F). Questo nel 90% dei casi non si fa mai, quindi consumi involontari alle stelle perché l’impianto disperde calore h 24 su h 24.

·         Il limite massimo di temperatura invio all’uscita della centrale termica è di 48° C +5, quindi necessita di un miscelatore all’uscita del serbatoio di stoccaggio.

·         La riduzione della temperatura ACS non produce un risparmio proporzionale, ma solo in quello volontario. L’effetto è quindi spesso ridimensionato al 33% di quello ipotizzato.

·         La produzione ACS centralizzata deve essere obbligatoriamente eseguita con sistema ad accumulo, mai in produzione diretta. Questo per incrementare il rendimento di produzione ai sensi del DPR 412/93.

·         Il sistema ACS centralizzato è un incubatore di legionella, serbatoio e soprattutto le tubazioni di mandata e ricircolo, in cui la “disinfezione” è molto complicata e soprattutto sempre parziale, sia con shock termici o ultravioletti.

·         L’ACS deve subire un ottimo trattamento preventivo anticalcare e depurazione per evitare problematiche al sistema di produzione.

·         Nel 99% dei casi l’ACS non è mai debitamente considerata, quindi è un potenziale reale pericolo.

La maggior coibentazione delle tubazioni ACS in impianti esistenti è molto difficile, in ogni caso l’effetto del maggior isolamento non è proporzionale poiché conta molto anche il tempo inutile in cui l’impianto disperde calore.

Rammentiamo che l’ACS ha uso ad evento, mentre il sistema di produzione centralizzato è continuo.

Come dire che uso sempre il motore dell’auto anche quando sto fermo, giorno e notte.

La riduzione della quota involontaria ai sensi del ricircolo può essere fatte con l’uso di pompe intelligenti, quindi sistemi che memorizzano automaticamente i periodi d’uso dell’impianto, misurano il salto termico tra la tubazione di mandata ed il ricircolo e decidono di avviare il ricircolo solo quando serve alla portata che serve.

Come fare per staccarsi dall’ACS?

Molto semplice, basta staccarsi e pagare comunque la propria quota involontaria previa dichiarazione di non aggravio ai sensi 1118 cc (in questo di estrema facilità, oserei dire banale).

Il risparmio pecuniario e di salute giustificano in larga misura il distacco dall’ACS che, sottolineo, è una idrovora energetica e quanto di peggio vi sia.

Solo in caso di pannelli solari ad alta efficienza o ricorso a energie gratuite potrebbe essere giustificata.

 

chiaraz74 dice:

- il mio ragionamento è corretto?

si

chiaraz74 dice:

- la ripartizione dei costi è corretta?

Da quanto leggo ,il vaslore di quopta inviolonjtaria è opinabile. Non visualizzo la metodolgiamdi addebito.

 

chiaraz74 dice:

- chiedendo ai manutentori di abbassare la temperatura dell'acqua calda sanitaria di 1° quanto risparmieremmo in termini di gas?

Vi è risparmio concreto solo se la tessa ora è puntata a 50-55 gradi e la si riduce a 42.

Rammento che la temperatura di comfort ACS è solitamante 39-40 * C per una doccia.

 

chiaraz74 dice:

- esisterebbero i presupposti in termini di legge sul risparmio energetico per chiedere tramite perizia di termotecnico la cessazione della produzione di ACS centralizzata e passaggio a boiler nelle singole unità abitative?

ESISTONO!!! 

Eccome se esistono!!! (basta 1/3 della proprietà e la maggioranza delle teste in assemblea)

 

A Proposito dell'errata valorizzazione della quota involontaria, rammento che

--img_rimossa--

 

 

 

Modificato da Nanojoule
condo77 dice:

Abbassare la temperatura del'acqua è sicuramente una misura che riduce i costi, però bisogna fare attenzione a non eccedere per il pericolo legionella.

Legionella prolifera a temperature da 36°C a 55° C circa,

prevenzione con

  • Shock termico diffuso con temperature otre 70° C, ma pericolo ustione per utenti se usato in orari d'uso utenza, oltre al necessario grande impegno d'energia.
  • Trattamento UV solo localizzato, efficacia parziale se non addirittura inefficace.
condo77 dice:

Dipende anche come è fatto il vostro impianto, perché in certi c'è un circuito di acqua tecnica che viene tenuta calda e un altro circuito di acqua potabile che viene riscaldata istantaneamente dall'acqua tecnica quando è necessario, in tal caso non c'è pericolo legionella trattandosi di circuiti separati.

La produzione ACS istantanea è proibita nei sistemi centralizzati.

Solo con i satelliti d'utenza ad alta temperatura, roba di parecchi anni fa, era consentito lo scambiatore istantaneo alla singola utenza.

La cosa è stata poi abbandonata per l'elevato costo d'esercizio dovuto alle dispersioni di calore alta temperatura, cosa in disaccordo con le più elementari regole di risparmio energetico.

 

Modificato da Nanojoule
condo77 dice:

Però sono tutti dettagli che da qui è impossibile verificare, devi per forza di cose metterti in contatto con il responsabile d'impianto e da quanto dici per poterlo fare non devi essere sola ma portavoce di un'esigenza diffusa tra i condomini.

Mi auguro che il Terzo Responsabile delegato sia in grado di darvi opportuna informazione.

Per esperienza so che il 99% dei Terzi Responsabili delegati sono magari buoni manutentori, ma non hanno sicuramente adeguato spessore tecnico e cultura tecnica.

 

Nanojoule dice:

La produzione ACS istantanea è proibita nei sistemi centralizzati.

Anche con accumulo tecnico sul circuito primario?

Mi pareva fosse equiparato alle soluzioni con accumulo, avendo prestazioni energetiche migliori rispetto alla soluzione "base" con temperatura dell'accumulo sempre elevata e miscelatore.

condo77 dice:

Anche con accumulo tecnico sul circuito primario?

Mi pareva fosse equiparato alle soluzioni con accumulo, avendo prestazioni energetiche migliori rispetto alla soluzione "base" con temperatura dell'accumulo sempre elevata e miscelatore.

Ovviamente si.

La produzione di ACS istantanea prevede elevati picchi di potenza per brevi periodi, quella ad accumulo invece piccole potenze per lunghi periodi.

Il secondo sistema offre maggior rendimento, quindi è indicato dalla normativa in essere.

l'accumulo tecnico sul circuito primario ha la stessa funzione, quindi "deposita" energie derivate da piccole potenze per lunghi tempi.

E' necessario di volta in volta individuare le strada migliore......non fare di un erba un fascio-

 

condo77 dice:

avendo prestazioni energetiche migliori rispetto alla soluzione "base" con temperatura dell'accumulo sempre elevata e miscelatore.

Il corretto uso dell'accumulo ACS non prevede temperature di esercizio elevate, ma piuttosto cintenuta stratificazione.

Il miscelatore è obbligatorio per garantire il controllo della temperatura di immissione in circuito e garantire l'efficienza della stratificazione temperatura nell'accumulo.

Nanojoule dice:

Ovviamente si.

La produzione di ACS istantanea prevede elevati picchi di potenza per brevi periodi, quella ad accumulo invece piccole potenze per lunghi periodi.

Il secondo sistema offre maggior rendimento, quindi è indicato dalla normativa in essere.

l'accumulo tecnico sul circuito primario ha la stessa funzione, quindi "deposita" energie derivate da piccole potenze per lunghi tempi.

E' necessario di volta in volta individuare le strada migliore......non fare di un erba un fascio-

 

Ok di questa soluzione prima parlavo (produzione istantanea ACS tramite scambiatore e accumulo tecnico su circuito primario), che risolve alla radice il problema legionella e consente basse temperature sull'accumulo tecnico.

condo77 dice:

che risolve alla radice il problema legionella e consente basse temperature sull'accumulo tecnico.

Nella tua affermazione vi è una contraddizione.

Lo scambiatore per l'accumulo correttamente utilizzato non prevede alte temperature sul primario per "eliminare" la legionella, sono quindi di poco superiori alla temperatura del secondario dovute al sovradimensionamento dello stesso.

Il corretto uso dell'energia prevede il pensiero in joule, non in watt.

Mai picchi di potenza, ma efficace accumulo d'energia.

condo77 dice:

che risolve alla radice il problema legionella

Non risolve in alcun modo il problema della legionella, perchè la stessa è parimenti diffusa nell'accumulo e nelle tubazioni.

In queste ultime prolifica tranquillamante........sempre.

condo77 dice:

(produzione istantanea ACS tramite scambiatore e accumulo tecnico su circuito primario), che risolve alla radice il problema legionella e consente basse temperature sull'accumulo tecnico.

Ribadisco, questa soluzione non è consentita. L'ACS condominiale deve essere sempre "stoccata" in adeguato accumulo per consentirne la stratificazione, quindi la riduzione di prelievo potenza.

Modificato da Nanojoule
Nanojoule dice:

Non risolve in alcun modo il problema della legionella, perchè la stessa è parimenti diffusa nell'accumulo e nelle tubazioni.

In queste ultime prolifica tranquillamante........sempre.

Conta che a detta di Chiara non hanno il ricircolo, quindi la temperatura nelle tubazioni non è adatta alla proliferazione della legionella per la maggior parte del tempo.

Insomma dal punto di vista legionella, è come un impianto con produzione istantanea ACS.

Detto tra noi, l'assenza del ricircolo in un grande condominio mi pare un po' improbabile e disagevole, ma tant'è.

Nanojoule dice:

Ribadisco, questa soluzione non è consentita.

Hai dei riferimenti?

Mi pare assai strano che l'accumulo di ACS sia consentito mentre l'accumulo di acqua tecnica + scambiatore sia vietato.

Le prestazioni termiche ed energetiche sono analoghe, anzi possono essere superiori nel secondo caso (a seconda dei dettagli nella realizzazione).

È solo un po' più costoso e complesso l'impianto, avendo due circuiti al posto di uno.

condo77 dice:

Conta che a detta di Chiara non hanno il ricircolo, quindi la temperatura nelle tubazioni non è adatta alla proliferazione della legionella per la maggior parte del tempo.

Esattamente il contrario, hanno il ricircolo......non potrebbe essere altrimenti.

L'attesa del ACS calda cin ricircolo può durare anche un minuto, dipende da dove è messo il rubinetto, se vicino o lontano dal punto ricircolo.

 

condo77 dice:

Insomma dal punto di vista legionella, è come un impianto con produzione istantanea ACS.

Assolutamente no.

Sarebbe contrario a tutte le norme in essere e alle regole di "buona tecnica" degli impianti ACS centralizzati.,

Nanojoule dice:

Esattamente il contrario, hanno il ricircolo......non potrebbe essere altrimenti.

L'attesa del ACS calda cin ricircolo può durare anche un minuto, dipende da dove è messo il rubinetto, se vicino o lontano dal punto ricircolo.

Ok, il discorso mi torna ed è coerente anche con gli elevati consumi involontari. 👍

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