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Patrizia Degli Innoc

Richiesta inquilino potenziamento riscaldamento

Ho affittato nel 2016 appartamento 1piano in casa bifamiliare nel 2018 ho cambiato caldaia vecchia poi a Novembre 2018 cambiato valvole termosifoni in ghisa già esistenti e funzionanti. L'inquilino oggi si lamenta che l'appartamento è freddo (temperatura 16 gradi) non so quanto lo tiene acceso, ha chiamato un termoidraulico che ha detto di aggiungere colonne termosifoni o cambiargli con termosifoni in alluminio perché l'appartamento al piano terra, dove abitava mia madre deceduta nel 2017 è vuoto e freddo.Vorrei sapere quali sono i miei doveri di proprietario in questo caso, preciso che la casa ha un APE categoria G fatta al momento del contratto e consegnata anche all'inquilino Grazie

Categoria G significa che per scaldare bisogna spenderee tenere tanto accesa la caldaia.

I termosifoni in ghisa non li metterei neppure in discussione.

Da valutare le caratteristiche costruttive dell'immobile; certamente l'appartamento sottostante vuoto sottrae calore, ma non è una colpa.

La temperatura è considerata a norma nel range 18-22°: ora si tratta di comprendere se i 16°C sono dovuti a scarso utilizzo della caldaia o se proprio è la caldaia che non è in grado di fornire il calore necessario a garantire almeno 18#C. 

Ci sono apparecchietti che sono come dei registratori: installane uno in posizione strategica così da registrare per una settimana almeno l'andamento della temperatura; bverifica o fai verificare pure per quante ore al giorno la caldaia resta in funzione e a quali condizioni di esercizio (perchè scaldare il liquido a 35°C non è come scaldarlo a 65°C).

La caldaia fornisce il valore necessario ed giusta per l'appartamento ma non so quanto la tiene accesa. Posso io installare a casa sua l'apparecchio? Ma secondo lei una pompa di calore non potrebbe risolvere il problema? Grazie per la risposta

Se la caldaia è dimensionata correttamente per quell'appartamento, allora si tratta di comprendere se la stessa è utilizzata correttamente sia in termini di ore di riscaldamento assicurato, sia in termini di valori di esercizio predisposti.

Bisognerebbe star là a sorvegliare e constatare direttamente per una intera giornata, tenendo conto ande del meteo esterno.

 

L'apparecchio non lo può imporre, ma se l'inquilino vuole dimostrato e risolto il problema dovrà pur esser collaborativo; non crede ?

La pompa di calore potrebbe risolvere, così come potrebbe risolvere regolando la caldaia a 10° in più e facendola lavorare qualche ora in più.

C'è ben poco da fare se non sopralluogo diretto in loco: dalle 8 di mattina alle 8 di sera (ad esempio) e si sta lì insieme magari con più termometri disseminati in vari ambienti per rilevare le temperature durante l'arco della giornata. Se unm giorno non è sufficiente, il giorno successivo replica aumentando la temperatura di esercizio della caldaia di 10°. meglio dell'osservazione diretta non c'è nulla. 

E' interesse primario del conduttore collaborare se vuole veramente risolvere; se non collabora allora io sarei inevitabilmente portato a pensare che racconta frottole.

L'inquilino più che collaborare pretende che gli risolva la faccenda velocemente perché sta per nascergli un bambino e mi ritiene responsabile per la sua salute. Io ho la sensazione che tenendo il riscaldamento acceso sempre per riscaldare la casa adeguatamente in questi giorni particolarmente freddi spenda troppo e non se lo possa permettere. Inoltre non capisco come mai l'inverno scorso la situazione era la stessa(casa di mia madre vuota) tutto andava bene, sono proprio demoralizzata 

Una pompa di calore risolverebbe il problema ma aumenterebbe poi la spesa della corrente elettrica. Volere più caldo in casa senza volere spendere di più sono due fattori inconciliabili. Un'altra soluzione sarebbe un isolamento dell'appartamento con il cappotto ma sei disposta a spendere? Lui ha firmato il contratto avendo chiara la classe energetica dell'immobile. Della salute del suo bambino resta responsabile lui, che per non spendere non vuole aumentare la temperatura e il tempo di funzionamento della caldaia.

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Patrizia Degli Innoc dice:

Ho affittato nel 2016 appartamento 1piano in casa bifamiliare nel 2018 ho cambiato caldaia vecchia poi a Novembre 2018 cambiato valvole termosifoni in ghisa già esistenti e funzionanti. L'inquilino oggi si lamenta che l'appartamento è freddo (temperatura 16 gradi) non so quanto lo tiene acceso, ha chiamato un termoidraulico che ha detto di aggiungere colonne termosifoni o cambiargli con termosifoni in alluminio perché l'appartamento al piano terra, dove abitava mia madre deceduta nel 2017 è vuoto e freddo.Vorrei sapere quali sono i miei doveri di proprietario in questo caso, preciso che la casa ha un APE categoria G fatta al momento del contratto e consegnata anche all'inquilino Grazie

Buonasera,

La potenza di una caldaia è praticamente sempre sufficiente a scaldare un appartamento.

Infatti mediamente offre una disponibilità di circa 24 kilowatt a fronte di un carico termico che non può mai essere superiore ai 6-7 kW.

Per ottenere la temperatura di comfort è necessario che le strutture delimitanti i locali siano calde, quindi la caldaia deve funzionare il tempo corretto.

Scaldare una casa non è come accendere una lampadina, è necessario il tempo di messa a regime.

ovviamente questo tempo deve essere prossimo a il regime massimo consentito in funzione della zona climatica.

Ad esempio in zona e il tempo di attivazione massimo è di 14 ore, il tempo di messa a regime è di poco inferiore.

Andare a cambiare i radiatori da ghisa o alluminio sono soldi buttati via.

Si faccia dire dall'inquilino quanto tempo attiva l'impianto, poi ne tragga le dovute conclusioni.

 

ribadisco che il comfort ambientale si ottiene solo attivando per il tempo necessario l'impianto di riscaldamento, dispositivo che deve compensare le perdite di calore e riscaldare in modo sufficiente le strutture edili delimitanti i locali.

 

non si rivolga gli idraulici per ottenere i consigli su come scaldare, ti chiederanno di cambiare caldaia o di cambiare i radiatori...... Non serve a nulla e porta a loro lavoro.

Per esperienza vissuta personalmente

- caldaia condominiale gestita da altri - orari di accensione/spegnimenti vari, provato di tutto nel corso negli anni ma la casa di notte o quando la caldaia era spenta si raffreddava, quindi ci voleva del tempo a riscaldarla. Risultati: temperatura mai gradevole, costo annuale € 1.200,00 per il solo mio appartamento.

- caldaia autonoma, a condensazione - sempre accesa (lavora quando è necessario). Risultati: temperatura costante giorno e notte 22°, fine degli sbalzi di temperatura, costo annuale € 600,00

Visto che la caldaia usata dagli inquilini è nuova immagino sia efficiente ed ecologica. La paura di tenere acceso l'impianto per non spendere dà risultati pessimi sia a livello di confort sia perché consuma di più a riscaldare casa ogni volta. Ma vaglielo a far capire ad alcuni ... 

 

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