#1 Inviato 26 Aprile, 2020 Buona sera. Volevo chiedermi come posso muovermi e cosa è opportuno fare in una situazione di stallo e rigidità come questa. La settimana di ferragosto mi chiama l’inquilino dell’appartamento di cui io sono il locatore e mi dice che dal bagno ci sono delle perdite che si riversano nel magazzino sottostante, che è di proprietà di un altro condomino. In quella settimana erano tutti in ferie ma, nonostante ciò, sono riuscito a trovare un idraulico che, anche se stava andando in ferie, mi garantiva comunque una sistemazione provvisoria. La sistemazione è stata provvisoria, ma comunque efficacissima. Ha fatto confluire le acque in una tubatura esterna ma elastica nel magazzino di proprietà dell’altro condomino. Rimanevano pertanto da risolvere due problemi: 1) la sistemazione delle condutture rovinate e conseguente rifacimento del bagno; 2) la sistemazione delle acque di scarico in una tubatura interna nel muro del condominio. Premesso che comunque dopo questo lavoro l’inquilino non ha più avuto nessun genere di disagio nell’utilizzo del bagno, abbiamo concordato che avremo affrontato ciò al ritorno dalle ferie. Al ritorno dalle ferie, l’inquilino, che è titolare di un’impresa edile individuale, si propone lui di fare questo lavoro, come muratore, garantendomi che, oltre a procurarsi il materiale per i lavori, avrebbe incaricato anche un idraulico di sua fiducia, facendomi una proposta economica abbastanza allettante, che ho accettato. Il tutto è avvenuto verbalmente. Sono passati sei mesi e, nonostante i miei solleciti, lui non ha mai iniziato i lavori. A fine febbraio, allo scoccare dell’emergenza coronavirus, mi telefona e mi dice: “Domani inizio a fare i lavori. Però è meglio che non vieni a vedere quello che sto facendo perché per spuntare quel prezzo, all’idraulico, che è mio amico, gli ho detto che quella è casa di mia proprietà, e quindi lui, come amico, mi fa risparmiare. Se vuoi, ti mando le foto delle tubature prima di chiudere con la muratura.” Io mi sono opposto e ho rivendicato il mio diritto a verificare il lavoro che avrebbero dovuto svolgere ed anche il materiale utilizzato. Al che lui mi ha risposto: “Allora qui manca la fiducia. Il lavoro non te lo faccio più. E siccome ho dovuto improntare del materiale non ti pago più il canone di locazione.” Mi sono rivolto ad un’associazione di proprietari immobiliari e lì mi hanno consigliato di ricontattarlo e di dirgli che gli avrei rimborsato i costi del materiale anticipato ma che lui avrebbe dovuto continuare a pagare il canone. Gli telefono per fargli questa proposta, ma lui mi dice che per i pagamenti non esistono più le scadenze previste dal contratto, ma solo quello che stabilisce lui e che finché non gli faccio questo lavoro non avrò nessun pagamento. Pertanto, vi chiedo, come posso muovermi al riguardo? Ribadisco il fatto che dopo quella sistemazione provvisoria l’inquilino non ha avuto più nessun disagio nell’utilizzo del bagno. Semmai chi dovrebbe fare delle rimostranze, a mio parere, è il condomino proprietario del magazzino, che si è dimostrata sempre una persona disponibilissima. Al momento, data l’emergenza coronavirus, non ho potuto far intervenire nessuno. Avevo pensato, qualora la morosità si protraesse per mesi, di ricorrere alla procedura di sfratto, ma c’è da considerare anche che l’inquilino ha un bambino piccolo ed un altro in arrivo. Ringrazio.
#2 Inviato 27 Aprile, 2020 ROBY69 dice: Buona sera. Volevo chiedermi come posso muovermi e cosa è opportuno fare in una situazione di stallo e rigidità come questa. La settimana di ferragosto mi chiama l’inquilino dell’appartamento di cui io sono il locatore e mi dice che dal bagno ci sono delle perdite che si riversano nel magazzino sottostante, che è di proprietà di un altro condomino. In quella settimana erano tutti in ferie ma, nonostante ciò, sono riuscito a trovare un idraulico che, anche se stava andando in ferie, mi garantiva comunque una sistemazione provvisoria. La sistemazione è stata provvisoria, ma comunque efficacissima. Ha fatto confluire le acque in una tubatura esterna ma elastica nel magazzino di proprietà dell’altro condomino. Rimanevano pertanto da risolvere due problemi: 1) la sistemazione delle condutture rovinate e conseguente rifacimento del bagno; 2) la sistemazione delle acque di scarico in una tubatura interna nel muro del condominio. Premesso che comunque dopo questo lavoro l’inquilino non ha più avuto nessun genere di disagio nell’utilizzo del bagno, abbiamo concordato che avremo affrontato ciò al ritorno dalle ferie. Al ritorno dalle ferie, l’inquilino, che è titolare di un’impresa edile individuale, si propone lui di fare questo lavoro, come muratore, garantendomi che, oltre a procurarsi il materiale per i lavori, avrebbe incaricato anche un idraulico di sua fiducia, facendomi una proposta economica abbastanza allettante, che ho accettato. Il tutto è avvenuto verbalmente. Sono passati sei mesi e, nonostante i miei solleciti, lui non ha mai iniziato i lavori. A fine febbraio, allo scoccare dell’emergenza coronavirus, mi telefona e mi dice: “Domani inizio a fare i lavori. Però è meglio che non vieni a vedere quello che sto facendo perché per spuntare quel prezzo, all’idraulico, che è mio amico, gli ho detto che quella è casa di mia proprietà, e quindi lui, come amico, mi fa risparmiare. Se vuoi, ti mando le foto delle tubature prima di chiudere con la muratura.” Io mi sono opposto e ho rivendicato il mio diritto a verificare il lavoro che avrebbero dovuto svolgere ed anche il materiale utilizzato. Al che lui mi ha risposto: “Allora qui manca la fiducia. Il lavoro non te lo faccio più. E siccome ho dovuto improntare del materiale non ti pago più il canone di locazione.” Mi sono rivolto ad un’associazione di proprietari immobiliari e lì mi hanno consigliato di ricontattarlo e di dirgli che gli avrei rimborsato i costi del materiale anticipato ma che lui avrebbe dovuto continuare a pagare il canone. Gli telefono per fargli questa proposta, ma lui mi dice che per i pagamenti non esistono più le scadenze previste dal contratto, ma solo quello che stabilisce lui e che finché non gli faccio questo lavoro non avrò nessun pagamento. Pertanto, vi chiedo, come posso muovermi al riguardo? Ribadisco il fatto che dopo quella sistemazione provvisoria l’inquilino non ha avuto più nessun disagio nell’utilizzo del bagno. Semmai chi dovrebbe fare delle rimostranze, a mio parere, è il condomino proprietario del magazzino, che si è dimostrata sempre una persona disponibilissima. Al momento, data l’emergenza coronavirus, non ho potuto far intervenire nessuno. Avevo pensato, qualora la morosità si protraesse per mesi, di ricorrere alla procedura di sfratto, ma c’è da considerare anche che l’inquilino ha un bambino piccolo ed un altro in arrivo. Ringrazio. Mi parrebbe che o l'accordo verbale viene ritenuto valido, e in tal caso l'inquilino si è reso inadempiente non svolgendo il lavoro, o l'accordo verbale non si considera, e in tal caso l'inquilino nulla può pretendere per i materiali. Per uscire dalla presente situazione riassumerei i fatti mandando una raccomandata (o PEC, se è titolare di ditta ce l'ha sicuramente), invitandolo nuovamente a svolgere il lavoro nei termini concordati e rimarcando altresì il tuo diritto all'ispezione. Non accetterei assolutamente un lavoro svolto in "nero" perché visti i precedenti, nel caso si presentassero dei problemi è assai probabile che l'inquilino non si assumerebbe nessuna responsabilità per l'intervento e in assenza di fattura nulla gli sarebbe opponibile.
#3 Inviato 27 Aprile, 2020 ROBY69 dice: Buona sera. Volevo chiedermi come posso muovermi e cosa è opportuno fare in una situazione di stallo e rigidità come questa. La settimana di ferragosto mi chiama l’inquilino dell’appartamento di cui io sono il locatore e mi dice che dal bagno ci sono delle perdite che si riversano nel magazzino sottostante, che è di proprietà di un altro condomino. In quella settimana erano tutti in ferie ma, nonostante ciò, sono riuscito a trovare un idraulico che, anche se stava andando in ferie, mi garantiva comunque una sistemazione provvisoria. La sistemazione è stata provvisoria, ma comunque efficacissima. Ha fatto confluire le acque in una tubatura esterna ma elastica nel magazzino di proprietà dell’altro condomino. Rimanevano pertanto da risolvere due problemi: 1) la sistemazione delle condutture rovinate e conseguente rifacimento del bagno; 2) la sistemazione delle acque di scarico in una tubatura interna nel muro del condominio. Premesso che comunque dopo questo lavoro l’inquilino non ha più avuto nessun genere di disagio nell’utilizzo del bagno, abbiamo concordato che avremo affrontato ciò al ritorno dalle ferie. Al ritorno dalle ferie, l’inquilino, che è titolare di un’impresa edile individuale, si propone lui di fare questo lavoro, come muratore, garantendomi che, oltre a procurarsi il materiale per i lavori, avrebbe incaricato anche un idraulico di sua fiducia, facendomi una proposta economica abbastanza allettante, che ho accettato. Il tutto è avvenuto verbalmente. Sono passati sei mesi e, nonostante i miei solleciti, lui non ha mai iniziato i lavori. A fine febbraio, allo scoccare dell’emergenza coronavirus, mi telefona e mi dice: “Domani inizio a fare i lavori. Però è meglio che non vieni a vedere quello che sto facendo perché per spuntare quel prezzo, all’idraulico, che è mio amico, gli ho detto che quella è casa di mia proprietà, e quindi lui, come amico, mi fa risparmiare. Se vuoi, ti mando le foto delle tubature prima di chiudere con la muratura.” Io mi sono opposto e ho rivendicato il mio diritto a verificare il lavoro che avrebbero dovuto svolgere ed anche il materiale utilizzato. Al che lui mi ha risposto: “Allora qui manca la fiducia. Il lavoro non te lo faccio più. E siccome ho dovuto improntare del materiale non ti pago più il canone di locazione.” Mi sono rivolto ad un’associazione di proprietari immobiliari e lì mi hanno consigliato di ricontattarlo e di dirgli che gli avrei rimborsato i costi del materiale anticipato ma che lui avrebbe dovuto continuare a pagare il canone. Gli telefono per fargli questa proposta, ma lui mi dice che per i pagamenti non esistono più le scadenze previste dal contratto, ma solo quello che stabilisce lui e che finché non gli faccio questo lavoro non avrò nessun pagamento. Pertanto, vi chiedo, come posso muovermi al riguardo? Ribadisco il fatto che dopo quella sistemazione provvisoria l’inquilino non ha avuto più nessun disagio nell’utilizzo del bagno. Semmai chi dovrebbe fare delle rimostranze, a mio parere, è il condomino proprietario del magazzino, che si è dimostrata sempre una persona disponibilissima. Al momento, data l’emergenza coronavirus, non ho potuto far intervenire nessuno. Avevo pensato, qualora la morosità si protraesse per mesi, di ricorrere alla procedura di sfratto, ma c’è da considerare anche che l’inquilino ha un bambino piccolo ed un altro in arrivo. Ringrazio. Il fatto che abbia dei bambini in caso di concretizzazione non cambia nulla solo si allunga di qualche settimana la procedura ed interverranno gli assistenti sociali. Quindi su ciò non ti preoccupare. Il tuo inquilino palesemente si aspettava la mezza scusa per non pagare più il canone.... inutile dire se la morosità si protrae poiché è chiaro che personaggi del genere si sentono arrogantemente dalla parte della ragione e quindi mai gli passerà per la mente di fare la cosa giusta e più tempo gli concedi più la cosa andrà tutta a tuo sfavore e sarà logorante per te. Appena possibile affidati subito all'avvocato è avvia la procedura. Modificato 27 Aprile, 2020 da Fladimiro71
#4 Inviato 27 Aprile, 2020 Vi ringrazio molto per le vostre chiare e solerti risposte. Però ci sarebbe anche un altro elemento da valutare sul quale non so se c’è la possibilità avere un appiglio: l’inquilino percepisce il Contributo Autonoma Sistemazione. Inoltre, egli, dopo aver preso possesso dell’appartamento, si è messo in casa anche i genitori, i quali a loro volta percepiscono il Contributo Autonoma Sistemazione. Infine ognuno di questi i C.A.S. percepiti da questi conviventi, preso separatamente, supera abbondantemente l’importo del canone di locazione. Mi domando se la morosità del conduttore non sia un elemento che impedisca o, perlomeno, ostacoli l’erogazione di questo contributo. Saluto e ringrazio di nuovo.