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Selva

Ore accensione caldaia e pareri discordanti chi ha ragione?

Leonardo53 dice:

Tanto vale che il pensionato paghi solo l'integrazione alla sua bolletta elettrica per scaldare il suo maggiore fabbisogno

Tanto varrebbe, se la differenza tra quello che pagheresti con il condominiale e con i metodi in proprio fosse zero. Cosa in genere non vera. 🙂

Danielabi dice:

Già......quindi dovrebbe essere che si accende quando legge comanda e si spegne sempre quando legge comanda; i gradi, di nuovo, come legge comanda.

Oppure, unanimità, se il principio è lo stesso (si va ad incidere sui diritti individuali....)

 

Che è esattamente il mio pensiero.

Ma fino a bonissima sentenza della Cassazione ci sono "limiti all'uso dei beni comuni" e "limiti all'uso dei beni comuni". 🙂

_GC_ dice:

Tanto varrebbe, se la differenza tra quello che pagheresti con il condominiale e con i metodi in proprio fosse zero. Cosa in genere non vera.

Vabbè, forse sono stato superficiale perchè avendo sempre avuto il riscaldamento autonomo (da bambino vivevo in un paese più freddo ed usavamo il braciere a carbonella sul quale bruciavamo bucce di mandarini) non riesco ad immedesimarmi nel contesto del riscaldamento centralizzato.

Se, però, nel mio condominio avessimo il centralizzato ed il problema del maggior riscaldamento fosse stato di un solo condòmino bisognoso, avremmo sicuramente trovato una soluzione accomodante, anche a costo di addebitare al condominio l'acquisto di stufe ed il contributo per il maggior consumo di energia elettrica del bisognoso.

Dunque, mi sembra di leggere varie risposte al post che, dal mio punto di vista, contengono delle inesattezze e che soprattutto non danno peso alla figura del responsabile impianto.

Cosa dovuta probabilmente alla mancanza di specifica conoscenza nel campo.

Come già detto precedentemente il DPR 412/93 instaura la figura del Responsabile impianto che, come da definizione dello stesso DPR

“j) per “proprietario dell'impianto termico”, chi è proprietario, in tutto o in parte, dell'impianto termico; nel caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio e nel caso di soggetti diversi dalle persone fisiche gli obblighi e le responsabilità posti a carico del proprietario dal presente regolamento sono da intendersi riferiti agli Amministratori;

 

Obblighi che sono dettagliati sempre nello stesso DPR:

“n) per “esercizio e manutenzione di un impianto termico”, il complesso di operazioni che comporta l'assunzione di responsabilità finalizzata alla gestione degli impianti includente: conduzione, manutenzione ordinaria e straordinaria e controllo, nel rispetto delle norme in materia di sicurezza, di contenimento dei consumi energetici e di salvaguardia ambientale;”

 

Il responsabile impianto, Amministratore, può delegare la propria responsabilità (solo per l’esercizio e la manutenzione) a figura di Terzo Responsabile che:

o) per “terzo responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico”, la persona fisica o giuridica che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalle normative vigenti e comunque di idonea capacità tecnica,economica, organizzativa, è delegata dal proprietario ad assumere la responsabilità dell'esercizio, della manutenzione e dell'adozione delle misure necessarie al contenimento dei consumi energetici;”

 

Il fattore comune di tutta la vicenda è “adozione delle misure necessarie al contenimento dei consumi energetici”.

 

Da questo nasce il fatto imprescindibile che il Responsabile Impianto dev ottimizzarne il funzionamento impianto per ridurne i consumi.

Nel suo compito non c’è solo l’arcaico “on-off” alle caldaie, ma un controllo molto più accurato nella ricerca del massimo risparmio possibile.

L’assemblea condominiale può scegliere gli orari di attivazione e proporli al Responsabile Impianto, che potrà applicarli o indicare modifiche agli stessi se le stesse porteranno a minor consumo.

Allo stesso modo se l’assemblea dice “on” alla caldaia per 13 ore giorno, questo non è un obbligo per il Responsabile.

Se il sistema edificio-impianto accumula calore e permette il fermo impianto, il responsabile deve attuarlo.

Se un condomino dice “ho il radiatore freddo, ACCENDA la caldaia!!!”, il Responsabile risponderà di misurare la temperatura ambiente …… se è a 20° C la caldaia può stare spenta. (il buon tecnico fa anche la misura in contradditorio, magari dicendo poi al tizio che il calorifero non deve stare dietro alle tende…)

Mantenere accesa la caldaia in condizioni di regime significa infatti solo compensare le perdite di calore involontarie, del tutto inutili alla climatizzazione ambienti.

Se vi sono parti d’impianto fredde e l’Assemblea indica al responsabile di alzare la temperatura dell’acqua per soddisfarle, il responsabile proporrà invece alla stessa maggior isolamento termico alle zone scompensate. (questo per non incrementare inutilmente il consumo collettivo)

Se l’assemblea dice “la notte di Natale e Capodanno” impianto acceso, il Responsabile dirà “NO”.

In molte altre situazioni l’impianto può essere acceso per meno ore del tempo massimo indicato, quando per esempio esiste un compensatore d’inerzia termica strutturale dove lo spegnimento molte volte è anticipato perché l’accumulo permette comunque il comfort.

Ovviamente se l’impianto è primordiale, quindi con semplici interruttori orari e comandi “manuali” si può fare ben poco.

Ma questo è indice di incompetenza da parte del responsabile impianto, che bada alla sopravvivenza dell’impianto e non al suo continuo  miglioramento  come invece previsto dalle norme in essere.

Se l’assemblea impone cose non corrette al Responsabile impianto, lo stesso rinuncia l proprio incarico ed entro due giorni comunica la cosa al competente Ente per il Controllo Impianti Termici (in Lombardia e credo anche in Emilia Romagna, anche se la sana abitudine si sta diffondendo a macchia d’olòio).

 

Quindi in sintesi l’attivazione reale dell’impianto è decisa da responsabile impianto, l’assemblea non deve pensare che il riscaldamento sia come accendere una lampadina.

 

Questo è previsto dalle vigenti norme.

 

(Ovviamente se l’assemblea sceglie di utilizzare meno ore  rispetto  alle quelle massime, come già detto, e quindi il Responsabile deve attuare questa decisione.

Mi vien da pensare che l’assemblea che esige che l’impianto funzioni sempre per il periodo massimo concesso sia un po’ come il “Io pago e pretendo”, senza capire che così invece paga molto di più!”!!)

 

Modificato da Nanojoule
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Mi sembra che si parlava di riscaldamento.

Comunque in Condominioweb vi sono 2 interventi dell'Avv. Gallucci

Lascia perdere la Cassazione Bergamasca e vatti a leggere la Cassazione in Roma; non so dire cosa abbia precisato l'avv. Gallucci tuttavia da persona preparata, qual'è, non credo che si sia discostato né dai disposti dell'art. 1120 c.c., né dalla Cassazione di merito in termini di "quote personali" e "quote comuni" dell'impianto di riscaldamento centralizzato.

 

Io sarò anche Diomede, quindi più pugnace, rispetto all'amico ULISSSE, ma al primo post l'utente lamentava un orario di funzionamento inferiore a quello possibile per l'impianto centralizzato di riscaldamento.

****** 

Se non si sanno che pesci pigliare è meglio gettare la palla in out anziché insistere, a sproposito!!!

 

(Martin Lutero "imperat nunc et semper")

Modificato da cacallo
tolto "Raglio d'asino..." per cominciare sereno la settimana

Se non sa cosa ha scritto l'Avv. Gallucci, - o se ne frega perché le da torto -, 

provi a leggere.

cacallo dice:

Lascia perdere la Cassazione Bergamasca e vatti a leggere la Cassazione in Roma; non so dire cosa abbia precisato l'avv. Gallucci tuttavia da persona preparata, qual'è, non credo che si sia discostato né dai disposti dell'art. 1120 c.c., né dalla Cassazione di merito in termini di "quote personali" e "quote comuni" dell'impianto di riscaldamento centralizzato.

 

Io sarò anche Diomede, quindi più pugnace, rispetto all'amico ULISSSE, ma al primo post l'utente lamentava un orario di funzionamento inferiore a quello possibile per l'impianto centralizzato di riscaldamento.

****** 

Se non si sanno che pesci pigliare è meglio gettare la palla in out anziché insistere, a sproposito!!!

 

(Martin Lutero "imperat nunc et semper")

Ma la Cassazione di Roma che ebbe a dire ca. la questione del riscaldamento, che mi pare ben diversa dalla questione dell'ascensore? (se blocco l'ascensore ad una certa ora, tolgo un servizio, se spengo il riscaldamento ad una certa ora non lo tolgo automaticamente perché grazie all'inerzia termica dell'edificio la temperatura interna conserva un considerevole delta rispetto a quella esterna per un lungo tempo).

Amici, troppa benevolenza verso di me che, nella realtà, sono "colpevole" di aver causato troppe pagine anche in questa discussione; in verità mi diverte una cifra veder annaspare "qualcuno" e, forse non troppo correttamente, lo lascio allargare dalla riva a scapito degli OP.

 

Ammetto: sono rancoroso e vendicativo verso chi, secondo me, lo merita "a piene mani".

cacallo dice:

Ammetto: sono rancoroso e vendicativo verso chi, secondo me, lo merita "a piene mani".

Nessuno lo merita.

Non lo dice questo Martin da qualche parte?

In risposta al post 1

 

In primo luogo è necessario consultare, laddove presente, il regolamento condominiale. Esso, infatti, ai sensi del primo comma dell’art. 1138 c.c. deve contenere le norme che disciplinano l’uso delle cose e dei servizi comuni. Tra queste, non v’è dubbio, vi possono essere quelle relative all’impianto di riscaldamento.

In secondo luogo spetterà all’assemblea decidere in merito all’accensione dell’impianto (sempre nel rispetto delle fasce di riferimento). In assenza di specifiche disposizioni legislative non è errato ritenere che la deliberazione debba intendersi validamente adottate se:

a) in prima convocazione riporta un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio;

b)in seconda convocazione se riporta un numero di voti che rappresenti il terzo dei partecipanti al condominio e almeno un terzo del valore dell'edificio (art. 1136, secondo e terzo comma, c.c.).

In assenza d’indicazioni regolamentari ed assembleari, così


Fonte: https://www.condominioweb.com/rimettere-in-funzione-gli-impianti-di-riscaldamento-il-ruolo-dellamministratore-dellassemblea-e.452

condo77 dice:

Ma la Cassazione di Roma che ebbe a dire ca. la questione del riscaldamento, che mi pare ben diversa dalla questione dell'ascensore? (se blocco l'ascensore ad una certa ora, tolgo un servizio, se spengo il riscaldamento ad una certa ora non lo tolgo automaticamente perché grazie all'inerzia termica dell'edificio la temperatura interna conserva un considerevole delta rispetto a quella esterna per un lungo tempo).

non é proprio così posso assicurarglielo dipende dall'appartamento, dall'esposizione, dall'età della casa ( la nostra anni 60 era stata costruita in economia)  a casa nostra a Milano il calore si disperde  velocemente  come un volo di rondini purtroppo! 

 

Selva dice:

non é proprio così posso assicurarglielo dipende dall'appartamento, dall'esposizione, dall'età della casa ( la nostra anni 60 era stata costruita in economia)  a casa nostra a Milano il calore si disperde  velocemente  come un volo di rondini purtroppo! 

 

Di questo bisogna tener conto.

Da verificare se la costruzione sia a regola d'arte (si applicano i criteri dei tempi in cui è stata costruita purtroppo), in caso contrario, ovvero in presenza di un difetto costruttivo, vige un obbligo del condominio quale custode del bene di provvedere all'adeguamento, p.e. mediante opportuna coibentazione.

Modificato da condo77

non ho letto tutti i post di chi mi ha preceduto.

per me quando c'è in gioco il diritto alla salute non si scherza.

c'è un'ordinanza comunale che impone quante ore giornaliere e quanti gradi massimi.

bene.

il resto lo decidono i privati, tenendo conto di tutti, perché è un condominio.

quindi se l'appartamento all'ultimo piano non è sufficientemente riscaldato, l'ammin. col tecnico del condominio ne deve prendere contezza.

si fa l'assemblea e si verbalizza, si motiva la delibera.

se non tutela tutti,ma proprio tutti, si impugna per abuso di maggioranza.

ma che scherziamo a giocare sulla pelle delle persone?

gianiges dice:

In risposta al post 1

Ancora fischi per fiasci! 

Leggiti l'intervento di enrico dimitri:

enrico dimitri dice:

se non tutela tutti, ma proprio tutti, si impugna per abuso di maggioranza.

ma che scherziamo a giocare sulla pelle delle persone?

Io avrei esperienza anche ai sensi dell'art. 1120 c.c., ma io non faccio testo.

 

gianiges dice:

In secondo luogo spetterà all’assemblea decidere in merito all’accensione dell’impianto (sempre nel rispetto delle fasce di riferimento). In assenza di specifiche disposizioni legislative non è errato ritenere che la deliberazione debba intendersi validamente adottate se:

a) in prima convocazione riporta un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio;

b)in seconda convocazione se riporta un numero di voti che rappresenti il terzo dei partecipanti al condominio e almeno un terzo del valore dell'edificio (art. 1136, secondo e terzo comma, c.c.).

In assenza d’indicazioni regolamentari ed assembleari, così

 

Cambia occhiali!!!!

Non è contestata in questa discussione la legittimazione assembleare, è messa in dubbio decisione di derogare ai minimi di riscaldamento consentiti per Legge e dalla relativa normativa.

Questioni diverse come le Pere dalle Mele (che non so quanto quotate in Orobia).

 

Devi renderti conto che non ci sono "aiuti" per i condomini contro il "caro bollette" e, dove possibile, i condomini cercano di risparmiare; va tutto bene purché la delibera non sia a danno di un condomino che può dimostrare sue patologie che sconsigliano deroghe alle ore di riscaldamento.

Diversamente assicuri il funzionamento dell'impianto comune nelle ore prescritte quale "quota comune", e chi desidera risparmiare ha titolarità sulle "quote individuali".

 

Entiendes????? 

 

condo77 dice:

Non lo dice questo Martin da qualche parte?

Da quanto ne saprei io, Confessione Augustea, no.

C'è, invece, il comando di aiutare, ma solo a chi si ravvede dai suoi "errori" pregressi.

 

 

Danielabi dice:

Non si tratta di regolare un servizio, ma di toglierlo

Peraltro, come notavo in precedenza, nel caso in esame dell'ascensore, il servizio era comunque fornito, dall'ascensore principale. Quelli che si volevano bloccare erano quelli laterali di servizio, quindi rendendo il servizio solo leggermente più scomodo.

 

 

Comunque non se ne uscirà mai.

Ricordiamo che per stabilire che non puoi usare il pianerottolo per lasciare in maniera continuativa e/o ripetuta tuoi oggetti personali, o spazzatura, pure lì si è dovuti finire in Cassazione[1].

 

Quindi figurati qui quanto si potrebbe andare avanti a discutere.

 

Aspetto il giorno glorioso in cui a gestire la legge saranno le IA, così che ogni diatriba potrà essere risolta in 10 secondi. 🙂

 

 

[1] (si sosteneva che, usandone solo una parte limitata senza aver fatto modifiche, se ne faceva uso parimenti possibile per gli altri; la Cassazione dovette far notare che il pari uso dev'essere coerente con la destinazione della parte comune, che nel caso dei pianerottoli non è di deposito)

grazie e tutti e scusate la mia ignoranza in materia ho letto tutti i vostri commenti ma sinceramente non ho capito benissimo.

Inutile parlare di assemblea nel nostro condominio in quanto non verrebbe nessuno ( non intervengono neppure alle assemblee istituzionali figurati se intervengono ad una assemblea del genere,) inoltre l'assemblea ha  un costo e non mi sembra il caso.

Ho sentito mia  sorella che abita anche lei  Milano nella mia zona, nel suo condominio ( anch'esso degli anni 60) l'amministratore , senza effettuare nessuna assemblea,   ha già aumentato le ore di accensione portandole a 10, invece di 7 come noi, con l'intento di aumentare a 13 ore come stabilito dal Comune di Milano, nei prossimi giorni ( oggi a Milano le temperature sono scese).

A questo punto mi sembra di aver capito che .... la decisione   é in mano all'amministratore é lui che decide, evidentemente il nostro amministratore non ha la voglia e neppure l'intenzione di decidere, anche se mi ha riferito  piu' volte che é perfettamente  consapevole dei disagi degli ultimi piani. 

Comunque staremo a vedere.... nel nostro condominio in molti si lamentano per il freddo in casa, ma nessuno o pochissimi alzano il telefono per farsi sentire dall'amministratore, ergo si fanno sentire solo quelli che vogliono tenere spento.

A questo punto... io mi siedo sulla riva del fiume e attendo...

( nel pomeriggio accendo il radiatore elettrico,  so già che sarà un costo alto, ma di ammalarmi non ne ho proprio voglia) 

grazie ancora a tutti 

Selva dice:

Comunque staremo a vedere.... nel nostro condominio in molti si lamentano per il freddo in casa, ma nessuno o pochissimi alzano il telefono per farsi sentire dall'amministratore, ergo si fanno sentire solo quelli che vogliono tenere spento.

Tu  hai già contattato l'amministratore?

Danielabi dice:

Non si tratta di regolare un servizio, ma di toglierlo (si riscalda solo per poche ore) che è diverso.

Se il principio che deve prevalere è che tutti i condòmini devono poter fare pari uso del bene comune, non è possibile "limitare" il bene comune, perchè si andrebbe a ledere il principio. (se è necessaria l'unanimità per abbattere un albero del giardino comune, mi sembrerebbe che anche per la non accensione della caldaia sia necessario un accordo totalitario)

 

Si, il punto è proprio questo.

 

🤔 mai visti i condomìni anni '60/'70? Se dovessimo invocare la regola d'arte per tutti gli edifici (peraltro in massima parte costruiti con i criteri vigenti all'epoca) hai voglia le coibentazioni!!

In un mondo ideale, sono d'accordo che ci si dovrebbe adeguare in modo da garantire sempre la migliore qualità di vita possibile, ma la realtà è altra. Presumo che anche l'opener aspiri ad una abitazione piu' confortevole, è senz'altro nei suoi desideri, ma realizzare i desideri significa passare anche per le tasche (e la testa) degli altri. Insomma, inutile tirare il "custode del bene", Selva deve risolvere il problema con gli altri condòmini, altrimenti è al freddo.

L'articolo è datato (02.11.2010), nel frattempo senz'altro ci saranno state pronunce di tribunali e Cassazione, forse la questione è stata rivista. Vedi se trovi qualcosa di piu' recente, grazie.

C'è una Cass. sez. Unite del 1996, citata nel post 59 ed un intervento, sempre in condominioweb,

del 2013, post riforma.

Danielabi dice:

Tu  hai già contattato l'amministratore?

eh certo si l'ho sentito venerdi, mi ha riferito  che ci sono alcune persone che non hanno freddo e vogliono rimanere alle 7 ore  ( appartamenti ai piani   bassi) e che vogliono risparmiare e quindi non sa neppure lui cosa fare, invece so che ci sono persone che hanno freddo ma in molti non lo hanno contattato, e in moltissimi invece non si sono espressi ( nel nostro condominio essendo in zona di movida ci sono anche parecchi B&B non sempre abitati) 

Selva dice:

Ho sentito mia  sorella che abita anche lei  Milano nella mia zona, nel suo condominio ( anch'esso degli anni 60) l'amministratore , senza effettuare nessuna assemblea,   ha già aumentato le ore di accensione portandole a 10, invece di 7 come noi, con l'intento di aumentare a 13 ore come stabilito dal Comune di Milano, nei prossimi giorni ( oggi a Milano le temperature sono scese).

Ribadisco: O c'è una delibera che possibilmente all'unanimità, oppure al limite anche a maggioranza se non ci sono condomini che per patologie conclamate devono evitare di stare al freddo, che autorizza l'amministratore a ridurre gli orari di accensione dell'impianto di riscaldamento, oppure lo stesso li assicura negli orari stabilite dalle normative e dalle zone climatiche di riferimento, senza inventarsi nulla senza l'autorizzazione dei condomini.

 

Però consentimi una domanda: nel tuo condominio con impianto di riscaldamento centralizzato, avete le prescritte valvole termoregolatrici ed i conta calorie individuali?

Se l'amministratore "sclera" è un fatto, se la situazione invece è "a ruota libera", allora altro fatto.

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cacallo dice:

Ribadisco: O c'è una delibera che possibilmente all'unanimità, oppure al limite anche a maggioranza se non ci sono condomini che per patologie conclamate devono evitare di stare al freddo, che autorizza l'amministratore a ridurre gli orari di accensione dell'impianto di riscaldamento, oppure lo stesso li assicura negli orari stabilite dalle normative e dalle zone climatiche di riferimento, senza inventarsi nulla senza l'autorizzazione dei condomini.

 

Però consentimi una domanda: nel tuo condominio con impianto di riscaldamento centralizzato, avete le prescritte valvole termoregolatrici ed i conta calorie individuali?

Se l'amministratore "sclera" è un fatto, se la situazione invece è "a ruota libera", allora altro fatto.

certamente su ogni termosifone ci sono  le termo valvole per regolare oppure spegnere del tutto, é quello che ho detto e ridetto all'amministratore... se qualcuno ha caldo puo' spegnere, come facciamo noi del resto quando siamo via per qualche fine settimana, ma quest'anno sembra che la situazione sia sfuggita di mano, inoltre il nostro attuale amministratore é un ragazzo giovane che da un anno ha sostituito il nostro storico amministratore che é purtroppo deceduto, con lui non saremmo in questa situazione  di certo. Nella casa ci sono persone anche parecchio anziane (92 anni) e i famigliari sono costretti ad accendere i termoventilatori 

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Danielabi dice:

Non si tratta di regolare un servizio, ma di toglierlo (si riscalda solo per poche ore) che è diverso.

Se il principio che deve prevalere è che tutti i condòmini devono poter fare pari uso del bene comune, non è possibile "limitare" il bene comune, perchè si andrebbe a ledere il principio. (se è necessaria l'unanimità per abbattere un albero del giardino comune, mi sembrerebbe che anche per la non accensione della caldaia sia necessario un accordo totalitario)

La non accensione sono d'accordo con te.

L'accensione a determinate ore invece a maggioranza (equivarrebbe a potare l'albero).

Danielabi dice:

mai visti i condomìni anni '60/'70? Se dovessimo invocare la regola d'arte per tutti gli edifici (peraltro in massima parte costruiti con i criteri vigenti all'epoca) hai voglia le coibentazioni!!

In un mondo ideale, sono d'accordo che ci si dovrebbe adeguare in modo da garantire sempre la migliore qualità di vita possibile, ma la realtà è altra. Presumo che anche l'opener aspiri ad una abitazione piu' confortevole, è senz'altro nei suoi desideri, ma realizzare i desideri significa passare anche per le tasche (e la testa) degli altri. Insomma, inutile tirare il "custode del bene", Selva deve risolvere il problema con gli altri condòmini, altrimenti è al freddo.

Parlavo di difetto costruttivo, che va rapportato alle regole e anche alle consuetudini vigenti all'epoca.

Nella maggior parte dei condominii, non si ravvisa.

Ma dove c'è, il condominio è tenuto a mettere mano in quanto custode del bene (come da ampia giurisprudenza in materia, quindi non è una casistica così peregrina).

Nel caso, bisogna valutare con un termotecnico.

_GC_ dice:

Aspetto il giorno glorioso in cui a gestire la legge saranno le IA, così che ogni diatriba potrà essere risolta in 10 secondi. 🙂

Quando le IA saranno veramente I, siamo sicuri che IA differenti non giudicheranno in modo differente la stessa situazione? IA di parte e IATU (IA tecnica d'ufficio) 🙂

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