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Selva

Ore accensione caldaia e pareri discordanti chi ha ragione?

Buongiorno,  abito a Milano in un condominio con caldaia condominiale.

Nel palazzo ci sono moltissimi appartamenti affittati e sino a questo momento abbiamo deciso per l'accensione della caldaia uso riscaldamento per 7 ore ieri,  io e altri due condomini proprietari, abbiamo chiesto all'Amministratore di passare da lunedì,  alle 13 ore di accensione  come previsto dal piano del Comune di Milano.

Il problema é che alcuni  proprietari sono contrari ( per risparmiare) e chiedono di rimanere alle  7 ore, quindi dalle 6 alle 9 di mattina e dalle 18.00 alle 22 (praticamente tutto il giorno al freddo) .

Noi abbiamo un appartamento all'ultimo piano e malgrado la sostituzione degli infissi e dei termosifoni é sempre molto freddo ( il condomino é del 1960).  

Considerato che esistono le termo valvole sui termosifoni per regolare o oppure spegnere del tutto, queste persone possono imporre agli  altri  di non passare alle 13 ore come previsto dall'ordinanza,   in quanto  loro stanno bene avendo gli appartamenti a piani intermedi , oppure sono appartamenti in affitto,  oppure perché sono fuori casa tutto il giorno?

Questa cosa sinceramente non la digerisco.... come si deve comportare l'Amministratore in questi casi?

grazie mille

 

 

Mettetevi una stufetta in casa e avete risolto il problema. Chi vuole spendere poco non è giusto che si veda raddoppiata la bolletta per causa altrui. 

Paola74 dice:

Mettetevi una stufetta in casa e avete risolto il problema. Chi vuole spendere poco non è giusto che si veda raddoppiata la bolletta per causa altrui. 

Chi vuole spendere poco non può pretendere che gli altri stiano al freddo...e poi sai quanto consumano le stufetta elettriche?

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Baccello dice:

Le decisioni si prendono in assemblea.

ma come in assemblea?  esiste un ordinanza del sindaco che prevede e autorizza  l'accensione delle 13 ore non é certo un'iniziativa di qualcuno

Selva dice:

Buongiorno,  abito a Milano in un condominio con caldaia condominiale.

Nel palazzo ci sono moltissimi appartamenti affittati e sino a questo momento abbiamo deciso per l'accensione della caldaia uso riscaldamento per 7 ore ieri,  io e altri due condomini proprietari, abbiamo chiesto all'Amministratore di passare da lunedì,  alle 13 ore di accensione  come previsto dal piano del Comune di Milano.

Il problema é che alcuni  proprietari sono contrari ( per risparmiare) e chiedono di rimanere alle  7 ore, quindi dalle 6 alle 9 di mattina e dalle 18.00 alle 22 (praticamente tutto il giorno al freddo) .

Noi abbiamo un appartamento all'ultimo piano e malgrado la sostituzione degli infissi e dei termosifoni é sempre molto freddo ( il condomino é del 1960).  

Considerato che esistono le termo valvole sui termosifoni per regolare o oppure spegnere del tutto, queste persone possono imporre agli  altri  di non passare alle 13 ore come previsto dall'ordinanza,   in quanto  loro stanno bene avendo gli appartamenti a piani intermedi , oppure sono appartamenti in affitto,  oppure perché sono fuori casa tutto il giorno?

Questa cosa sinceramente non la digerisco.... come si deve comportare l'Amministratore in questi casi?

grazie mille

 

 

Secondo me se vai in assemblea e fai  tale proposta viene senza dubbio  bocciata perché significherebbe quasi raddoppiare le ore ed è  improponibile. Per cui per ottenere una modifica dovresti partire da un compromesso. 

Io non so se l'accensione alle 6 è  necessaria oppure  è  presto: tu sai le esigenze dei condomini. 

Io chiederei di aumentare  di 3/ 4  ore l'accensione perché l'uso  della stufetta  non è proponibile sia perché non  sarebbe  possibile  riscaldare un appartamento e sia per  l'alto costo dell'energia. 

Vedi tu quali  strategia  è migliore, ma la decisione è assolutamente assembleare. 

Modificato da ULISSSE
Hans Peter dice:

Chi vuole spendere poco non può pretendere che gli altri stiano al freddo...e poi sai quanto consumano le stufetta elettriche?

In alternativa si possono usare stufette a legna o a gas ( che vanno bene anche per cucinare ), oppure i classici braceri da contadini.

 

Comunque a parte tutto.. siete freddolosetti. Io non ho ancora acceso nulla, la mia caldaia è ancora in modalità-estate.

ULISSSE dice:

Secondo me se vai in assemblea e fai  tale proposta viene senza dubbio  bocciata perché significherebbe quasi raddoppiare le ore ed è  improponibile. Per cui per ottenere una modifica dovresti partire da un compromesso. 

Io non so se l'accensione alle 6 è  necessaria oppure  è  presto: tu sai le esigenze dei condomini. 

Io chiederei di aumentare  di 3/ 4  ore l'accensione perché l'uso  della stufetta  non è proponibile sia perché non  sarebbe  possibile  riscaldare un appartamento e sia per  l'alto costo dell'energia. 

Vedi tu quali  strategia  è migliore, ma la decisione è assolutamente assembleare. 

ma le 13 ore le ha decise con un'ordinanza il sig. Sindaco di Milano non é una decisione presa da un condomino.  Milano é in zona E quindi sono previste 13 di ore di accensione  

Selva dice:

ma le 13 ore le ha decise con un'ordinanza il sig. Sindaco di Milano non é una decisione presa da un condomino.  Milano é in zona E quindi sono previste 13 di ore di accensione  

Quello che riferisci è vero, ma ogni condominio ha la possibilità di ridurre il numero di ore di accensione del riscaldamento. L'ordinanza indica il massimo di ore, ma poi sta al singolo condominio stabilire il numero di ore effettivo, cioè può diminuire tale numero di ore, ma non aumentarlo.

Modificato da ULISSSE
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Paola74 dice:

In alternativa si possono usare stufette a legna o a gas ( che vanno bene anche per cucinare ), oppure i classici braceri da contadini.

 

Comunque a parte tutto.. siete freddolosetti. Io non ho ancora acceso nulla, la mia caldaia è ancora in modalità-estate.

magari tu hai casa ben esposta, o da te fa caldo.

Da me in camera da letto ho 15 gradi...è un appartamento alto, esposto a nord, con marmi a terra.

Al momento in cucina scrivo e le dita fredde fredde..sopporto...qui si accende alle 18, ma l'ora tra le 17 e le 18 in giornate grigie e nebbiose come questa, è dura se sei fermo. Ovvio che se mi metto a fare faccende è diverso.

 

Selva dice:

ma le 13 ore le ha decise con un'ordinanza il sig. Sindaco di Milano non é una decisione presa da un condomino.  Milano é in zona E quindi sono previste 13 di ore di accensione  

Le 13 ore sono il massimo, non è obbligatorio accendere almeno 13 ore ma al massimo 13 ore.

Quindi gli orari ognuno se li decide, e chi è in condominio, aimè, deve rimettersi alla maggioranza. Quindi se l'orario attuale non va bene, occorre un'assemblea e la maggioranza decide gli orari

ULISSSE dice:

Quello che riferisci è vero, ma ogni condominio ha la possibilità di ridurre il numero di ore di accensione del riscaldamento. L'ordinanza indica il massimo di ore, ma poi sta al singolo condominio stabilire il numero di ore effettivo, cioè può diminuire tale numero di ore, ma non aumentarlo.

ecco, ho detto la stessa cosa senza averti letto...

Io continuo a pensare che l'assemblea possa distribuire gli orari di accensione a maggioranza, ma non ridurre il numero totale di ore a piacere (per esempio: "Accendiamo solo 1 ora su 13!" e chi è contrario si deve adattare, mi sembra che finisca con l'impedire di fatto a chi non è d'accordo l'uso del riscaldamento per le ore in cui ne avrebbe diritto).

 

Ma finché non ci sarà bonissima sentenza della Cassazione, resta solo una mia opinione.

Visto che per arrivare in Cassazione ci vorrebbe comunque ben più di un inverno, ti conviene cercare semplicemente di trovare una maggioranza che sia d'accordo con te.

Modificato da _GC_

Fatemi capire,  il Decreto legislativo stabilisce un fascia E 13 ore, che poi si cerca di tirare avanti il più possibile a 6 che sono veramente assurde, è discrezione dei condomini,  ma la legge dice 13 ore dal 22/10 al non ricordo quando,  di conseguenza mi risulta che basta 1 solo a pretendere a regime le 13 ore. Chi non vuole spendere chiude i termosifoni e viva come ritiene meglio, ma non può obbligare ad interruzione di un pubblico servizio. Chi ha problemi di salute che fa? Un anziano deve decidere che è meglio morire? 

 

Comunque ho scritto al Sindaco della mia città ponendo il quesito, x un analogo problema  e mi hanno risposto cosi: ...

la normativa che per questa stagione 2022/23 stabilisce le regole di accensione degli impianti di riscaldamento è il recente Decreto Ministeriale n. 383/2022. 
Riportiamo per intero l'articolo 1 del  Decreto:

Articolo 1 (Speciali modalità di funzionamento degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale nella stagione invernale 2022-2023)

4 1. Durante il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 i limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione. 

2. La riduzione del periodo di accensione di cui al comma 1 è attuata posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio, in relazione alle date previste per le diverse zone climatiche. Pertanto, l'esercizio degli impianti termici indicati al comma 1 è consentito con i seguenti limiti: 

1) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;

2) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo; 

3) Zona 😄 ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; 

4) Zona 😧 ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; 

5) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; 

6) Zona F: nessuna limitazione. 

 

3. La durata giornaliera di attivazione degli impianti di cui al comma 1 non ubicati nella zona F è compresa tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno. 

4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano: 

a) agli edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani, nonché alle strutture protette per l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;

b) alle sedi delle rappresentanze diplomatiche e di organizzazioni internazionali, che non siano ubicate in stabili condominiali; 

c) agli edifici adibiti a scuole materne e asili nido; 

d) agli edifici adibiti a piscine, saune e assimilabili; 

e) agli edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili, nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.   

 

Al comma 7:

Durante il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, i valori di temperatura dell’aria indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C.  

 

Quindi, per riassumere: 

nelle civili abitazioni della nostra zona climatica (E) possiamo accendere nell'intervallo tra le 5 e le 23 per massimo 13 ore, con una temperatura di 19° (+- 2 gradi di tolleranza).

Questa è la norma che gli Amministratori di Condominio e i privati devono rispettare.

A disposizione per ulteriori informazioni....

 

Modificato da Alda

Gentile Alda l'ho  detto io e l'ha  riprecisato l'avvocato SisterOfNight l'ordinanza precisa e stabilisce le ore di accensione del riscaldamento  massime e poi ogni condominio, a maggioranza, stabilisce le ore effettive di accensione.  La minoranza come sai si deve adeguare finché  non riesce a diventare maggioranza come nei collegi dei docenti visto che nel profilo hai scritto  "docente". Mi dirai: ma nei collegi si parla e si alza la mano a caso. Hai ragione e spesso anche nei condominii.

Premesso che sono un conduttore e non un amministratore,  se io ho freddo ed il clima è insano in casa, posso è può anche uno solo pretendere accensione per le 13 ore come stabilito per legge, e non deve decidere la maggioranza,  perché la legge è questa.  Abbiamo tutti le termovalvole,  paghiamo la quota fissa involontaria, quindi chi lavora si chiude le  termovalvole e non obbliga al freddo coloro che vivono h24 in casa. 

ULISSSE dice:

Gentile Alda l'ho  detto io e l'ha  riprecisato l'avvocato SisterOfNight l'ordinanza precisa e stabilisce le ore di accensione del riscaldamento  massime e poi ogni condominio, a maggioranza, stabilisce le ore effettive di accensione.  La minoranza come sai si deve adeguare finché  non riesce a diventare maggioranza come nei collegi dei docenti visto che nel profilo hai scritto  "docente". Mi dirai: ma nei collegi si parla e si alza la mano a caso. Hai ragione e spesso anche nei condominii.

Ulisse, i collegi docenti non sono riunioni condominiali glielo assicuro,  che sono faticose maggiormente queste ultime. Il riscaldamento è un diritto che prevale dalle singole richieste, altrimenti a che pro sono state installati i contabilizzatori? Devono decidere i condomini l' orario quando siamo a 10 gradi da 2 giorni, 80% umidità fuori, 60/70 % in casa?

Alda dice:

Ulisse, i collegi docenti non sono riunioni condominiali glielo assicuro,  che sono faticose maggiormente queste ultime. Il riscaldamento è un diritto che prevale dalle singole richieste, altrimenti a che pro sono state installati i contabilizzatori? Devono decidere i condomini l' orario quando siamo a 10 gradi da 2 giorni, 80% umidità fuori, 60/70 % in casa?

Ho nominato i collegi dei docenti per due motivi. 

1) Hai scritto docente nel profilo.

2) Io sono  un ex docente  e ex vice in pensione. 

Capisco la tua osservazione, ma purtroppo vale la decisione  della  maggioranza assembleare.  È  come quando si vuole cambiare  amministratore: io ho perso  due volte.

Alda dice:

posso è può anche uno solo pretendere accensione per le 13 ore come stabilito per legge, e non deve decidere la maggioranza,  perché la legge è questa.

La legge in verità dice che chi decide come accendere e far funzionare l'impianto di riscaldamento è il Responsabile dello stesso, alla luce del miglior utilizzo dell'energia che è un bene comune.

Gli orari e temperature sono decisi da quest'ultimo, ma in funzione del minor consumo possibile.

Il sistema edificio-impianto deve essere condotto con criterio, nel rispetto delle leggi sul risparmio energetico.

Questo dal 1976, esistono strutture di verifica e controllo delle corrette manutenzioni sia comunali che provinciali, a cui i responsabili devono rispendere se oggetto d'ispezione.

Esistono chiare e precise sanzioni in merito.

Se poi invece il Responsabile alla prima "telefonata" dice "accendiamo a tutta manetta" è altra cosa (tanto poi chi paga il consumo non è lui, ma i condomini che intanto pagano anche il Responsabile per lavoro che non fa.....)

 

(ps: le "13 ore stabilite per legge" come lei dice non sono il limite minimo, ma quello massimo. Quindi accendere per meno ore è possibilissimo.

Modificato da Nanojoule
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Nanojoule dice:

La legge in verità dice che chi decide come accendere e far funzionare l'impianto di riscaldamento è il Responsabile dello stesso, alla luce del miglior utilizzo dell'energia che è un bene comune.

Gli orari e temperature sono decisi da quest'ultimo, ma in funzione del minor consumo possibile.

Il sistema edificio-impianto deve essere condotto con criterio, nel rispetto delle leggi sul risparmio energetico.

Questo dal 1976, esistono strutture di verifica e controllo delle corrette manutenzioni sia comunali che provinciali, a cui i responsabili devono rispendere se oggetto d'ispezione.

Esistono chiare e precise sanzioni in merito.

Se poi invece il Responsabile alla prima "telefonata" dice "accendiamo a tutta manetta" è altra cosa (tanto poi chi paga il consumo non è lui, ma i condomini che intanto pagano anche il Responsabile per lavoro che non fa.....)

 

Allora io sono in errore a dire che l'assemblea è  sovrana sulle ore di accensione?

_GC_ dice:

Io continuo a pensare che l'assemblea possa distribuire gli orari di accensione a maggioranza, ma non ridurre il numero totale di ore a piacere (per esempio: "Accendiamo solo 1 ora su 13!" e chi è contrario si deve adattare, mi sembra che finisca con l'impedire di fatto a chi non è d'accordo l'uso del riscaldamento per le ore in cui ne avrebbe diritto).

 

Ma finché non ci sarà bonissima sentenza della Cassazione, resta solo una mia opinione.

Visto che per arrivare in Cassazione ci vorrebbe comunque ben più di un inverno, ti conviene cercare semplicemente di trovare una maggioranza che sia d'accordo con te.

Ci sono dei limiti nella riduzione delle ore, perché da un certo punto in poi si nega ai condomini la fruzione di un servizio comune ovvero il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria.

Il problema è determinare il limite minimo (a quello massimo ci pensa il legislatore).

Se p.e. il massimo sono 13 ore giornaliere, l'assemblea può sicuramente decidere di abbassare la soglia a 12 o anche 10 ore al giorno: servizio cmq garantito.

Altrettanto sicuramente non può decidere di riscaldare 1 ora alla settimana: servizio negato.

7 ore al giorno come nel caso concreto?

Non saprei, bisognerebbe misurare le temperature nei singoli appartamenti.

 

ULISSSE dice:

Allora io sono in errore a dire che l'assemblea è  sovrana sulle ore di accensione?

No, è corretto.

La decisione assembleare è vincolata dai limiti imposti per legge.

A sua volta, il responsabile d'impianto è vincolato dai limiti imposti per legge e dagli orari decisi dall'assemblea (detta più semplicemente: se l'assemblea decide di riscaldare 7 ore al giorno, il responsabile d'impianto non può tener acceso 10 ore o 2 ore, naturalmente può far presente all'assemblea l'opportunità di riscaldare per un numero d'ore differente rispetto a quelle deliberate).

Modificato da condo77
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ULISSSE dice:

Allora io sono in errore a dire che l'assemblea è  sovrana sulle ore di accensione?

Si, come definito dalle normative sul risparmio energetico il funzionamento dell'impianto è sub ordinato al corretto utilizzo dello stesso.

Pertanto il responsabile dell'impianto può decidere orari diversi da quelli stabiliti dall'assemblea, ovviamente dimostrando che porta a minor consumo con identico confort.

Se all'esterno voi sono temperature "miti" nell'ordine di 16 C, inutile accendere l'impianto se le valvole termostatiche sono chiuse perchè in casa si hanno 20° C.

Se accendo l'impianto vado solo a mantenere le perdite di calore involontarie delle tubazioni.

Da circa 45 anni negli impianti con buona regolazione vi è il fattore "ECO" dove non si utilizza solo l'orologio per i periodi di accensione, ma lo abbina al controllo dell'inerzia termica strutturale.

Permettetemi di dire che se l'accensione dell'impianto è deciso solo dall'assemblea, la cosa è "fuori legge" perchè by-passa il Responsabile Impianto.

In seconda battuta consiglierei all'assemblea di aggiornare il preistorico sistema di regolazione a orologi della propria centrale. farà consumare meno.

 

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 Anch'io riconosco all'assemblea condominiale un ampio spazio di manovra sulla determinazione degli orari di riscaldamento, ma non considero l'assemblea sovrana proprio perchè va evitata  evitare l'emanazione di editti penalizzanti oltremisura e tendenti alla virtuale soppressione di un servizio condominiale che invece deve rimanere condiviso.
C'è poi il terzo responsabile che in ossequio al rispetto delle sue mansioni può anche ignorare la delibera assembleare e decidere altrimenti,  se a suo avviso è la soluzione migliore per garantire un più ligio rispetto delle leggi relative al risparmio energetico e contemporaneamente assicurare la miglior prestazione possibile della centrale termica al sistema-edificio. 

Però un'altra via praticabile per @Selva esiste; da appurare se poi tale via  produrrà effetti apprezzabili e questo lo potrà apprendere solo dopo che avrà segnalato il problema alla Autorità competente.
La parola chiave è : Regolamento Locale d'Igiene Comune di Milano
https://www.comune.milano.it/comune/statuto-regolamenti-patrocini/regolamenti/lm/locale-d-igiene
Si rimanda direttamente al docunto pdf  "Regolamento Locale Igiene Titolo III" ed alla consultazione dei seguenti articoli:
Capitolo 1 -  Punto 3.1.6
Capitolo 1 - Punto 3.1.7
Capitolo 1 - Punto 3.1.8
Capitolo 4 - Punto 3.4.29
Capitolo 4 - Punto 3.4.30
Si presenta un esposto al Sindaco nel quale si segnala la criticità delle temperature ambientali dell'appartamento a seguito di riscaldamento centralizzato erogato in misura molto ridotta (7 h/dia). E in forza degli articoli Punto 3.1.6/7/8 di cui al Titolo III del Regolamento d'Igiene  si chiede la verifica in loco delle condizioni igieniche minime richieste.

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Nanojoule dice:

Si, come definito dalle normative sul risparmio energetico il funzionamento dell'impianto è sub ordinato al corretto utilizzo dello stesso.

Pertanto il responsabile dell'impianto può decidere orari diversi da quelli stabiliti dall'assemblea, ovviamente dimostrando che porta a minor consumo con identico confort.

Se all'esterno voi sono temperature "miti" nell'ordine di 16 C, inutile accendere l'impianto se le valvole termostatiche sono chiuse perchè in casa si hanno 20° C.

Se accendo l'impianto vado solo a mantenere le perdite di calore involontarie delle tubazioni.

Da circa 45 anni negli impianti con buona regolazione vi è il fattore "ECO" dove non si utilizza solo l'orologio per i periodi di accensione, ma lo abbina al controllo dell'inerzia termica strutturale.

Permettetemi di dire che se l'accensione dell'impianto è deciso solo dall'assemblea, la cosa è "fuori legge" perchè by-passa il Responsabile Impianto.

In seconda battuta consiglierei all'assemblea di aggiornare il preistorico sistema di regolazione a orologi della propria centrale. farà consumare meno.

 

In questi casi particolari concordo, se l'accensione dell'impianto non porta a nessun incremento di comfort per nessun condomino, meglio spegnerlo e nessuno si lamenterà (anzi, solo da ringraziare il responsabile d'impianto attento e premuroso).

condo77 dice:

In questi casi particolari concordo,

Non sono casi particolari, è ordinaria amministrazione in un impianto centralizzato.

La sinergia di un centralizzato è ampia, molto più che un semplicissimo impianto autonomo.

Pensar di accendere e spegnere un centralizzato con un orologio, come fosse una lampadina....... è quanto di peggio vi sia nella gestione dello stesso.

Per questo motivo è stata creata nel 1993 la Figura del Responsabile Impianto, proprio per tener lontano l'opinione incompetente di una assemblea dalla gestione di un impianto termico.

Va detto che il Responsabile impianto, ai sensi delle vigenti normative, non si deve occupare solo di accendere e spegnere, ma anche proporre soluzioni alle deficienze del sistema edificio-impianto che portano a localizzate carenze di temperatura nello stesso.

Un pelino più complesso del parere assembleare "pretendiamo di avere il massimo dell'orario di accensione con la massima temperatura possibile perché secondo noi così dice la legge!!"

 

Nanojoule dice:

Non sono casi particolari, è ordinaria amministrazione in un impianto centralizzato.

La sinergia di un centralizzato è ampia, molto più che un semplicissimo impianto autonomo.

Pensar di accendere e spegnere un centralizzato con un orologio, come fosse una lampadina....... è quanto di peggio vi sia nella gestione dello stesso.

Per questo motivo è stata creata nel 1993 la Figura del Responsabile Impianto, proprio per tener lontano l'opinione incompetente di una assemblea dalla gestione di un impianto termico.

Va detto che il Responsabile impianto, ai sensi delle vigenti normative, non si deve occupare solo di accendere e spegnere, ma anche proporre soluzioni alle deficienze del sistema edificio-impianto che portano a localizzate carenze di temperatura nello stesso.

Un pelino più complesso del parere assembleare "pretendiamo di avere il massimo dell'orario di accensione con la massima temperatura possibile perché secondo noi così dice la legge!!"

 

Proporre va benissimo, ma è l'assemblea che decide.

Quindi tranne i casi dove acceso o spento, differenza zero (come temperatura e comfort, come consumi e dunque soldi spesi ovviamente c'è differenza): se l'assemblea dice "acceso" (e la legge lo permette) allora il responsabile accende, se l'assemblea dice "spento" allora il responsabile spegne.

Questo o diviene molto rapidamente ex responsabile d'impianto.

Modificato da condo77
condo77 dice:

Proporre va benissimo, ma è l'assemblea che decide.

NO, il Responsabile è lui.

 

condo77 dice:

Questo o diviene molto rapidamente ex responsabile d'impianto.

L'assemblea caccia colui che applica la Legge? Mi sembra del tutto fuori luogo e appellabile in qualsiasi sede......

Magari nel Trentino si fa così, ma il Italia si applica la legge.

Vale molto di più il risparmio energetico che l'"accendiamo la lampadina" detto dall'assemblea.

Se le condizioni climatiche ed il sistema edificio-impianto lo permette si accende, in diverso caso non si accende per non consumare.

L'assemblea è composta da cittadini italiani e devono rispondere alle leggi italiane, non a quelle della Repubblica delle Banane dell'assemblea!!!!

Modificato da Nanojoule
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