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ClaudiaO_O

Impianto elettrico condominiale passante in scatola di derivazione insieme ad impianto privato

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Buongionro, il passaggio di cavi di utenze condominiali e di utenze private nel suo appartamento si configura come servitù di passaggio per destinazione del padre di famiglia (costruttore).
Per rimuoverli dalla sua proprietà, purtroppo, dovrà intervenire a sue spese.

Attenzione però che cambiare il percorso a tali cavi, sostituendoli, si configura come "modifica" dell'impianto e,  ai sensi del dm 37/08 (normativa impianti elettrici), necessita di emissione di nuova dichiarazione di conformità.

La nuova dichiarazione di conformità potrà essere emessa soltanto se tutto il resto dell'impianto risulti a norma in base alle normative attuali.

La soluzione più semplice ed economica consiste nel rimuovere da tale derivazione tutti i cavi di sua proprietà, spostandoli in un'altra cassetta di derivazione, così da lasciare inalterato gli impianti di terze parti. Visto che sta ristrutturando e parla anche di rifacimento massetto in corso, risulta un'opzione facile, semplice ed economica.

La derivazione attuale dovrà comunque essere lasciata facilmente ispezionabile dai proprietari dei vari impianti in caso di necessità. Per sicurezza si può apporre una targhetta all'interno (e all'esterno) della scatola indicando che vi sono alimentazioni di impianti diversi.

Così facendo lei può andare avanti nei suoi lavori di ristrutturazione, il suo elettricista può certificare il suo impianto e sopratutto non avrà spese in merito agli impianti altrui.

Sperando di essere stato d'aiuto

saluti

loris

 

 

 

Grazie Loris,

 

alla fine abbiamo proceduto così infatti, e mi sono assunta l'onere della spesa, ma solo per quieto vivere.
Comunque non credo che si possa considerare una servitù del padre di famiglia, perchè l'impianto in quella posizione non è stato fatto dal costrutture (abbiamo trovato le tracce del vecchio impianto originario che non aveva lo stesso percorso) ma evidentemente realizzato in epoca successiva dai 5 condomini che hanno comprato dal costruttore (unico propietario) nel 1972, che poi hanno ristrutturato nel 1984 ed adeguato nel 1996.
Quindi hanno creato loro una servitù, non apparente e successiva alla costruzione, che ovviamente chi ha venduto a me non ha menzionato nel rogito.
In questo caso, secondo una sentenza di cassazione che ho trovato nel frattempo (Cassazione civile sez. II, 3 febbraio 1999, n. 884), penso che potesse pure non essere vincolante per me.

L'impianto non ha fortunatamente cambiato percorso, è stato solo spostato al di la del muro, e non abbiamo sostituito o aggiunto fili, ma solo scollegato e ricollegato alcuni di questi, per cui dovrebbe rimanere valida la certificazione esistente. Che comunque lascia pure il tempo che trova, è un impianto che non passerebbe mai nemmeno il minimo dei controlli tanto è stato fatto male, la dice lunga infatti che fosse mischiato in questo modo ad un impianto privato.

Non è stato proprio indolore ma pazienza, per cercare di riappacificare gli animi di persone che sono state astiose fin dall'inizio, forse era una spesa che ne valeva la pena (O almeno lo spero di cuore!). 

 

Grazie ancora del tempo che mi hai dedicato





 

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