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Kurt Cobain

Dlgs n. 102/2014 (Modifica).

Buongiorno,

 

con la modifica del Dlgs 102/2014, si afferma che:

 

"Inoltre non c’è obbligo di installazione dei contabilizzatori di calore se la loro installazione è tecnicamente impossibile, non è efficiente in termini di costi o non è proporzionata rispetto ai risparmi energetici potenziali, anche in questo caso, però, tali circostanze dovranno essere asseverate da una relazione tecnica a cura di un progettista o di un tecnico abilitato".

 

Quindi non se ne fa nulla, o si trova un'alternativa?

 

Grazie

Importante è trovare un tecnico cerificato che dichiari l'impossibilità di procedere, ci sono tantissime opzioni da far valere.

 

Le spese burocratiche, amministrative, per materiali, per modifiche, sono "sensibili" per i proprietari nei condomini, soprattutto in questi frangenti.

 

Poter decidere di procrastinare l'installazione in tempi meno precari di quelli attuali, potrebbe essere una soluzione temporanea che fa tirare un sospiro di sollievo a molti pensionati o proprietari a basso reddito.

 

Non dimentichiamo le enormi morosità che si stanno ampliando in questi ultimi tempi.

 

Vi è poi la modifica alla 10200 che presto verrà approvata e che produrrà un sostanziale cambiamento alle modalità di calcolo.

 

Infine non è detto che, visto l'attuale mancato adeguamento alla legge in determinate regioni italiane, entro la fine dell'anno non intervenga la "solita" proroga".

Se ci sarà la "solita" proroga sarà una beffa per chi si è adeguato in tempo ed ha speso dei bei soldini compresi i pansionati, ma oramai noi siamo abituati

Importante è trovare un tecnico cerificato che dichiari l'impossibilità di procedere, ci sono tantissime opzioni da far valere.

 

Le spese burocratiche, amministrative, per materiali, per modifiche, sono "sensibili" per i proprietari nei condomini, soprattutto in questi frangenti.

 

Poter decidere di procrastinare l'installazione in tempi meno precari di quelli attuali, potrebbe essere una soluzione temporanea che fa tirare un sospiro di sollievo a molti pensionati o proprietari a basso reddito.

 

Non dimentichiamo le enormi morosità che si stanno ampliando in questi ultimi tempi.

 

Vi è poi la modifica alla 10200 che presto verrà approvata e che produrrà un sostanziale cambiamento alle modalità di calcolo.

 

Infine non è detto che, visto l'attuale mancato adeguamento alla legge in determinate regioni italiane, entro la fine dell'anno non intervenga la "solita" proroga".

Quindi in caso di impossibilità si studia un'alternativa per rispettare la normativa?

Grazie.

Buongiorno,

 

con la modifica del Dlgs 102/2014, si afferma che:

 

"Inoltre non c’è obbligo di installazione dei contabilizzatori di calore se la loro installazione è tecnicamente impossibile, non è efficiente in termini di costi o non è proporzionata rispetto ai risparmi energetici potenziali, anche in questo caso, però, tali circostanze dovranno essere asseverate da una relazione tecnica a cura di un progettista o di un tecnico abilitato".

 

Quindi non se ne fa nulla, o si trova un'alternativa?

 

Grazie

ATTENZIONE, perché il semplice fatto che si debba 'pagare' per installare valvole e contabilizzatori NON SIGNIFICA AFFATTO che la loro installazione non è efficiente in termini di costi!!!

 

Altrimenti non sarebbe efficiente per TUTTI!

Il decreto di modifica è stato approvato:

 

Le novità sono poche, ma tutte significative. In primo luogo, la sanzione (di importo compreso tra 500 e 2500 euro) per chi non si adeguerà alla normativa, sarà in capo ai singoli condòmini proprietari di casa (non a tutto il condominio) che entro il 1° gennaio 2017 non abbiano provveduto ad installare i contabilizzatori sui caloriferi presenti nei loro appartamenti.

Possibilità di sfuggire all’obbligo e, quindi, di non incorrere nella multa? Sì, ma solo a patto che un professionista abilitato rendiconti o l’impossibilità tecnica dell’intervento, oppure che l’installazione non apporta benefici adeguati ai costi da sostenere.

La seconda novità concerne sempre i costi, ma in questo caso ha una portata maggiore. Qualora, infatti, sempre una relazione asseverata certifichi che tra gli alloggi dello stesso palazzo vi sono squilibri termici superiori al 50% dal punto di vista del fabbisogno energetico per il riscaldamento, allora si potrà derogare alla norma Uni 10200, limitando le spese afferenti ai consumi volontari al 70% del totale, e lasciando il restante 30% in capo alle ripartizioni per così dire tradizionali, prima fra tutte quella per millesimi di proprietà.

Sono questi alcuni dei passaggi salienti del decreto legislativo recante “Disposizioni integrative di attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica”, approvato lo scorso 14 luglio dal Consiglio dei ministri su proposta del Presidente Matteo Renzi, del Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti.

Buonasera

 

quello che non mi del tutto chiaro è sapere se si terrà conto nei nuovi calcoli degli appartamenti costruiti negli anni 70 poco coibentati, soprattutto gli ultimi piani, per una ripartizione che sinceramente trovavo ingiusta. La coibentazione, costosa, sarà sempre osteggiata da chi non vive il problema. Ecco il perché dell'ingiustizia. Dovrebbe, per sistemare i diritti, diventare obbligatoria. Soprattutto nel caso di lastrici solari comuni.

Buonasera

 

quello che non mi del tutto chiaro è sapere se si terrà conto nei nuovi calcoli degli appartamenti costruiti negli anni 70 poco coibentati, soprattutto gli ultimi piani, per una ripartizione che sinceramente trovavo ingiusta. La coibentazione, costosa, sarà sempre osteggiata da chi non vive il problema. Ecco il perché dell'ingiustizia. Dovrebbe, per sistemare i diritti, diventare obbligatoria. Soprattutto nel caso di lastrici solari comuni.

SI, tra le correzioni apportate al D.l. 102/2014 c’è la possibilità di derogare alla UNI 10200, con una diversa ripartizione della quota a consumo per tutelare le abitazioni con maggiori dispersioni termiche.

 

Per maggiori info, vedi qui:

http://www.qualenergia.it/articoli/20160718-contabilizzazione-del-calore-ecco-cosa-cambia-con-il-nuovo-decreto

RINS, quando si acquista un appartamento in condominio, si deve tener conto della situazione per il riscaldamento o la climatizzazione.

 

Le imprese costruttrici scontano gli appartamenti all'ultimo piano sotto un lastrico, proprio per la qualità abitativa inferiore che gli stessi offrono.

 

Appartamenti all'ultimo piano direttamente sotto il lastrico, magari in un piccolo condominio senza ascensore, vengono venduti ad un prezzo inferiore rispetto agli stessi che si trovano ai piani intermedi.

 

Ora il proprietario che si è fatto ingolosire del prezzo inferiore non può coinvolgere gli altri proprietari, che hanno pagato un prezzo superiore, al fine di partecipare alle spese di coibentazione dell'appartamento all'ultimo piano per permettergli di "risparmiare" sulle spese di riscaldamento e coibentazione, ne abbiamo parlato decine di volte nel forum, basta fare una semplice ricerca con il tasto "Trova" in alto a sinistra nella pagina.

 

Solo nel caso di infiltrazioni o altre problematiche relative alla copertura (tetto), tutti i sottostanti devono partecipare.

 

Il decreto che ho postato sopra è un primo intervento che fa parzialmente giustizia, ma attendiamo la prevista modifica alla 10200 che spazzerà via buona parte dei cosidetti "consumi involontari", forieri di litigiosità tra i proprietari che invece esigono che si paghi il più possibile solo i consumi certificati dai misuratori posti all'interno delle proprie unità immobiliari.

 

Quindi RINS non farti troppe illusioni .....

Appartamenti all'ultimo piano direttamente sotto il lastrico, magari in un piccolo condominio senza ascensore, vengono venduti ad un prezzo inferiore rispetto agli stessi che si trovano ai piani intermedi.

Veramente... più alto è il piano e maggiore è il prezzo.

 

A Roma, gli attici costano MOLTO DI PIU' dei penultimi piani!!!

 

P.S. Se non c'è l'ascensore è un'altro discorso.

 

Infine non è detto che, visto l'attuale mancato adeguamento alla legge in determinate regioni italiane, entro la fine dell'anno non intervenga la "solita" proroga".

Peccato che non si possa prorogare la scadenza ultima imposta da una direttiva europea, che nella gerarchia delle fonti è di rango superiore. Tra l'altro la direttiva è del 2012 (abbiamo avuto 4 anni) e se l'Italia arriva per ultima, senza peraltro utilizzare i fondi europei a disposizione, qualche domanda bisognerebbe porsela...

SI, tra le correzioni apportate al D.l. 102/2014 c’è la possibilità di derogare alla UNI 10200, con una diversa ripartizione della quota a consumo per tutelare le abitazioni con maggiori dispersioni termiche.

E' vero, si può derogare. Ma purtroppo la modifica al decreto è errata e va nella direzione opposta. Se si deroga alla 10200, il decreto dice che il condominio può scegliere di ripartire con due percentuali secche (a consumo e quota fissa) ma con almeno il 70% di spesa attribuita alla parte a consumo! E senza la possibilità di applicare alcun coefficiente correttivo...

La soglia minima del 70% ai consumi volontari vuol dire che l'appartamento dell'ultimo piano sarà ancor più svantaggiato. E, tra l'altro, avendo la maggioranza dei millesimi, può darsi che i residenti dei piani centrali votino per il 90% a consumo e il 10% per quota fissa....

Nella nuova UNI 10200 (ormai quasi pronta) saranno previsti dei correttivi per suddividere gli extra costi delle dispersioni tra tutte le unità immobiliari.

 

Testo del nuovo decreto:

" ...omissis... è possibile suddividere l'importo complessivo tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 70 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica."

E' vero, si può derogare. Ma purtroppo la modifica al decreto è errata e va nella direzione opposta. Se si deroga alla 10200, il decreto dice che il condominio può scegliere di ripartire con due percentuali secche (a consumo e quota fissa) ma con almeno il 70% di spesa attribuita alla parte a consumo! E senza la possibilità di applicare alcun coefficiente correttivo...

La soglia minima del 70% ai consumi volontari vuol dire che l'appartamento dell'ultimo piano sarà ancor più svantaggiato. E, tra l'altro, avendo la maggioranza dei millesimi, può darsi che i residenti dei piani centrali votino per il 90% a consumo e il 10% per quota fissa....

Nella nuova UNI 10200 (ormai quasi pronta) saranno previsti dei correttivi per suddividere gli extra costi delle dispersioni tra tutte le unità immobiliari.

 

Testo del nuovo decreto:

" ...omissis... è possibile suddividere l'importo complessivo tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 70 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica."

Il 70% mi pare ragionevole... se si fosse concesso il 50% non avrebbe senso la contabilizzazione!

 

Piuttosto, a me pare molto ambigua la frase "se c’è una differenza superiore al 50% per il fabbisogno termico tra le singole unità immobiliari...", perché non si specifica il 50% di che cosa.

Il 70% mi pare ragionevole... se si fosse concesso il 50% non avrebbe senso la contabilizzazione!

 

Piuttosto, a me pare molto ambigua la frase "se c’è una differenza superiore al 50% per il fabbisogno termico tra le singole unità immobiliari...", perché non si specifica il 50% di che cosa.

In molti casi la componente involontaria (principalmente dispersioni) può arrivare al 35-40-45%... Se non seguo la 10200 ma lascio decidere all'assemblea dei condòmini, quanti tra quelli che abitano nei piani intermedi voteranno per una quota fissa alta? Vorranno tutti ripartire il più possibile sulla base del consumo, che per loro risulterà molto più basso....

Pensiamo alle case scarsamente abitate (ad esempio le seconde case): i pochi che ci vivono tutto l'anno si beccano (se va bene) il 70% a consumo.....

 

E' vero, questo è un altro errore del decreto: non si capisce cosa voglia dire la differenza del 50%... Tra quali unità immobiliari? Sulla media del condominio?

E' vero, questo è un altro errore del decreto: non si capisce cosa voglia dire la differenza del 50%... Tra quali unità immobiliari? Sulla media del condominio?

Faccio un esempio.

 

Fabbisogno appartamento A = 120

Fabbisogno appartamento B = 70

 

Differenza tra A e B = 120-70 = 50

 

Questa differenza (50) è pari al 41,7% del fabbisogno di A e al 71,4% del fabbisogno di B.

Quindi, per A non supera il 50% e per B supera il 50%.

 

Che si fa in questo caso?

🤔

Faccio un esempio.

 

Fabbisogno appartamento A = 120

Fabbisogno appartamento B = 70

 

Differenza tra A e B = 120-70 = 50

 

Questa differenza (50) è pari a 41,7% del fabbisogno di A e al 71,4% del fabbisogno di B.

Quindi, per A non supera il 50% e per B supera il 50%.

 

Che si fa in questo caso?

🤔

Esattamente... E, da sottolineare ancora, se si usa questo meccanismo "semplificato" al posto della UNI 10200, il legislatore non ammette coefficienti correttivi.

Quindi,

a) non si sa su cosa calcolare il 50% di differenza di fabbisogno;

b) peggioro la disparità tra i piani centrali e l'ultimo piano.

Sul punto b ho i miei dubbi...

Una quota fissa del 30%, ripartita con i vecchi millesimi, penalizza i piani disagiati MOLTO MENO di una quota di consumi involontari definita dal termotecnico, ma ripartita in base ai nuovi millesimi di fabbisogno energetico!

 

Sul punto b ho i miei dubbi...una quota fissa del 30%, ripartita con i vecchi millesimi, penalizza i piani disagiati MOLTO MENO di una quota di consumi involontari definita dal termotecnico, ma ripartita in base ai nuovi millesimi di fabbisogno energetico!

Attenzione: innanzitutto, se il condominio non vuole usare la UNI 10200 deve pagare un professionista per ottenere una "relazione tecnica asseverata". E quindi c'è già un costo in più da sostenere.

Inoltre, una volta ottenuta questa perizia che dimostri il superamento del 50% (come non si sa), l'amministratore deve convocare l'assemblea condominiale per votare sulle percentuali da utilizzare per la ripartizione. Il decreto però impone un minimo di 70% a consumo, non il massimo.

Ciò significa che se la maggioranza vota 80-20 o 90-10, tale metodo viene approvato e applicato.

Nei condomìni da 5 piani in su, chi detiene la maggioranza per decidere le %? il primo e l'ultimo piano oppure i tre, quattro, cinque ecc. piani centrali?

Attenzione: innanzitutto, se il condominio non vuole usare la UNI 10200 deve pagare un professionista per ottenere una "relazione tecnica asseverata". E quindi c'è già un costo in più da sostenere

Il costo in più c'è anche se si calcolano i nuovi millesimi di fabbisogno energetico che creano una disparità allucinante tra piani centrali e piani disagiati (e questo direi che è incontrovertibile).

 

Il decreto però impone un minimo di 70% a consumo, non il massimo.

Ciò significa che se la maggioranza vota 80-20 o 90-10, tale metodo viene approvato e applicato.

Nei condomìni da 5 piani in su, chi detiene la maggioranza per decidere le %? il primo e l'ultimo piano oppure i tre, quattro, cinque ecc. piani centrali?

Questo c'era anche prima e non è morto nessuno, nella maggior parte dei casi si cerca una soluzione ragionevole!

 

In ogni caso, mi sembra comunque più equo... perché se uno dei piani disagiati non è in casa e terrà le valvole chiuse, pagherà di meno; mentre con i nuovi millesimi di fabbisogno energetico si troverebbe a pagare un sacco di soldi anche con le valvole chiuse e, questo, è improponibile!!!

Il costo in più c'è anche se si calcolano i nuovi millesimi di fabbisogno energetico che creano una disparità allucinante tra piani centrali e piani disagiati (e questo direi che è incontrovertibile).

 

Purtroppo ora c'è un'altra aggravante. Il decreto dice che la differenza tra un'unità immobiliare e l'altra (per vedere se viene raggiunto il fantomatico 50%) si calcola sul fabbisogno...

Quindi vuol dire che bisogna farsi fare la nuova tabella millesimale del fabbisogno dal termotecnico (e pagarla) anche se poi si deciderà di ripartire con i vecchi millesimi....

Purtroppo ora c'è un'altra aggravante. Il decreto dice che la differenza tra un'unità immobiliare e l'altra (per vedere se viene raggiunto il fantomatico 50%) si calcola sul fabbisogno...

Quindi vuol dire che bisogna farsi fare la nuova tabella millesimale del fabbisogno dal termotecnico (e pagarla) anche se poi si deciderà di ripartire con i vecchi millesimi....

In teoria, forse... ma questo non c'è scritto da nessuna parte e, comunque, tale tabella non deve essere esplicitata, quindi è sufficiente che un termotecnico attesti semplicemente (magari in base alla struttura e all'età dell'edificio) che "...tra le abitazioni c'è una differenza superiore al 50%"!

In teoria, forse... ma questo non c'è scritto da nessuna parte e, comunque, tale tabella non deve essere esplicitata, quindi è sufficiente che un termotecnico attesti semplicemente (magari in base alla struttura e all'età dell'edificio) che "...tra le abitazioni c'è una differenza superiore al 50%"!

E' scritto ed è ben chiaro... Poi, come al solito, chi non vuole intendere....

Se il perito deve dimostrare che tra le unità immobiliari ci sono differenze di fabbisogno per metro quadro di energia termica superiori al 50%, come fa a dimostrarlo se non calcola i millesimi di fabbisogno?

Ammettiamo che chieda anche solo 100 euro ad appartamento per una relazione tecnica asseverata che resta agli atti in caso di eventuali contestazioni (ma è probabile che molti chiedano di più): perché io che abito all'ultimo piano dovrei pagare questi soldi per poi far decidere ai residenti dei piani intermedi una ripartizione 70-30, 80-20 o 90-10 senza possibilità di coefficienti correttivi per le enormi dispersioni del mio appartamento verso il tetto?

Con quei 100 euro piuttosto mi pago 4 anni di letture/ripartizione delle spese fatta con una norma ufficiale che mi consente un correttivo per le dispersioni.....

E' scritto ed è ben chiaro... Poi, come al solito, chi non vuole intendere....

Se il perito deve dimostrare che tra le unità immobiliari ci sono differenze di fabbisogno per metro quadro di energia termica superiori al 50%, come fa a dimostrarlo se non calcola i millesimi di fabbisogno?

Ammettiamo che chieda anche solo 100 euro ad appartamento per una relazione tecnica asseverata che resta agli atti in caso di eventuali contestazioni (ma è probabile che molti chiedano di più): perché io che abito all'ultimo piano dovrei pagare questi soldi per poi far decidere ai residenti dei piani intermedi una ripartizione 70-30, 80-20 o 90-10 senza possibilità di coefficienti correttivi per le enormi dispersioni del mio appartamento verso il tetto?

Con quei 100 euro piuttosto mi pago 4 anni di letture/ripartizione delle spese fatta con una norma ufficiale che mi consente un correttivo per le dispersioni.....

Allora diciamo che il calcolo va fatto in ogni caso...

 

A seconda del risultato, il condominio potrà scegliere quale metodo adottare.

E' scritto ed è ben chiaro... Poi, come al solito, chi non vuole intendere....

Se il perito deve dimostrare che tra le unità immobiliari ci sono differenze di fabbisogno per metro quadro di energia termica superiori al 50%, come fa a dimostrarlo se non calcola i millesimi di fabbisogno?

Si, nella legge è scritto ben chiaro! E non si parla di millesimi di fabbisogno, ma solo del fabbisogno tra un appartamento e un'altro. Basta che un professionista confermi che tra un appartamento posizionato centralmente, verso il sud e circondato da altri appartamenti il fabbisogno al m² si differisce del più del 50% rispetto a quello dell'ultimo piano, posizionato nell'angolo verso il nord!

 

Confermo, una simile certificazionei qualsiasi professionista anche costoso la fa a 100€. È un calcolo piuttosto banale.

 

Ammettiamo che chieda anche solo 100 euro ad appartamento per una relazione tecnica asseverata che resta agli atti in caso di eventuali contestazioni (ma è probabile che molti chiedano di più): perché io che abito all'ultimo piano dovrei pagare questi soldi per poi far decidere ai residenti dei piani intermedi una ripartizione 70-30, 80-20 o 90-10 senza possibilità di coefficienti correttivi per le enormi dispersioni del mio appartamento verso il tetto?

Come già detto da Mosquiton, come hanno fatto fino ad oggi i migliaia e migliaia di condominii che della 10200 non sapevano nulla? Non mi pare che generalmente esistevano tutte queste contestazioni. Piuttosto tutte le contestazioni sono nate dope che la 10200 era diventata cogente.

 

Dove mi trovate d'accordo è il fatto che il legislatore dovrebbe prevedere anche un minimo di quota fissa.

 

Con quei 100 euro piuttosto mi pago 4 anni di letture/ripartizione delle spese fatta con una norma ufficiale che mi consente un correttivo per le dispersioni.....

Non credo che per 100 euro Brunata faccia le letture/ripartizioni per un condominio medio nemmeno per 1 anno. Poi state dimenticando che non servono più tutte quelle previsioni burocratiche scritte solo nella 10200, che in media costano si 100-150€, ma per appartamento!

 

Ahh, stanno inserendo i correttivi per le dispersioni nella norma? Già da tempo non mi meraviglia più nulla su cosa fanno quei fenomeni del CTI: prima (2013) fanno un casino per imporre che i millesimi di riscaldamento vengano calcolati secondo i fabbisogni (originari), e poi, invece di correggere questa cretinata, introducono coefficienti per compensare quello che si aveva fatto. Ma credo di capire: molto altro lavoro e calcoli per alcuni ... alla faccia dei sempre volentieri citati cari pensionati. 😉

Ahh, stanno inserendo i correttivi per le dispersioni nella norma? Già da tempo non mi meraviglia più nulla su cosa fanno quei fenomeni del CTI: prima (2013) fanno un casino per imporre che i millesimi di riscaldamento vengano calcolati secondo i fabbisogni (originari), e poi, invece di correggere questa cretinata, introducono coefficienti per compensare quello che si aveva fatto. Ma credo di capire: molto altro lavoro e calcoli per alcuni ... alla faccia dei sempre volentieri citati cari pensionati. 😉

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