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Condor 2

Distacco da unità centrale di riscaldamento

Gentili Signori, abito in un palazzo occupato da 10 condomini. Il nostro impianto di riscaldamento è centralizzato con alimentazione a gasolio. il palazzo per il momento è sprovvisto di amministratore, io nel frattempo sono la persona che si interessa della ripartizione delle spese condominiali dividendo queste fra tutti i condomini in funzione dei millesimi di proprietà.

Ora un condomino, proprietario di un appartamento, facendo leva sulla nuova normativa condominiale, chiede di staccarsi dall'unità centrale non pagando più lo spettante in termini di riscaldamento.

Tutti gli altri proprietari me compreso, abbiamo risposto per iscritto, riportante anche parere di alcuni affittuari, che nessuno intende accettare il richiesto in quanto la Legge 11 dicembre 2012 n. 220 pone delle condizioni rigide al distacco dall'unità centrale, recitando esattamente nel suo art. 3 quanto segue: ......Il** condomino** può** rinunciare*** all'utilizzo*** dell'impianto centralizzato di riscaldamento* o* di* condizionamento,* se* dal* suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento* o* aggravi di spesa per gli altri condomini......

Per quanto riguarda il caso in questione nessuno di noi ha intenzione di sommare al già pesante costo annuale del proprio riscaldamento ulteriori costi aggiuntivi. In più verrebbe a crearsi un precedente, tale che altri condomini potrebbero chiedere al loro volta il distacco, che divenderebbe in questo caso un diritto.

Domanda: è legale la posizione presa dai restanti condomini o colui che ha richiesto il distacco comunque ne ha diritto.

Ringraziando SALUTO

Il condomino che ha fatto domanda di distacco può farlo, è nel suo diritto. L'unica possibilità, per ora, è che ci sia un regolamento contrattuale che lo vieti.

La cosa che, a mio parere, potete fare nel tentativo di scoraggiare questa persona è di richiedere la documentazione atta a provare che, come richiede la legge, non credi notevoli squilibri (quindi medi squilibri sono ammessi...) e aggravi di spesa per gli altri condomini.

Qualora non risponda o fornisca una risposta per lui positiva, non vi rimane altro che studiare la cosa con un bravo termotecnico e vedere se è possibile confutare il tutto. E' possibile che verificando i consumi dell'impianto una volta che il tizio si è distaccato sia più facile dimostrare che in realtà per gli altri condomini vi è l'aggravio di spesa.

In questo ultimo caso, il condomino sarà obbligato al riallaccio.

E' sempre un problema la questione del distacco. La nuova normativa non ha fatto altro che mettere nero su bianco quanto già sancito dalla S.C. A fronte di ciò, richiedete una relazione da parte di un tecnico abilitato al condomino nella quale si evincano le due condizioni. Attenzione: basta solo che una di queste non si avveri che il discorso distacco non è fattibile. Sarà facile dimostrare che non esistono grossi squilibri nel funzionamento, ma sarà altrettanto difficile dimostrare che non ci sono aumenti dei costi per i condomini che usufruiscono del servizio di riscaldamento (basti pensare che le spese di manutenzione ordinaria vengono suddivise solo tra i condomini restanti e quindi con quota maggiore).

Signori, a me pare che esistano già le condizioni per dire no al distacco senza ricorrere al parere di un tecinco.

Se la legge dice che staccandosi si crea un AGGRAVIO SI SPESA per gli altri condomini NON E' POSSIBILE IL DISTACCO e se ciò esiste, e nel nostro caso è dimostrabile, perché non si può dire di no?

Nel caso in discussione è palese l'aggravio di costi: Poniamo di spendere 1000€ per l'acquisto del gasolio sufficiente per un mese, questa spesa deve essere ripartita fra i 10 condomini secondo i rispettivi millesimi. Supponendo per facilità di linguaggio che i millesimi fossero tutti uguale 100/1000, il condomino che si vuole staccare non pagherebbe 100€, questo costo chi lo pagherebbe? Se tutti d'accordo i rimanenti condomini dovrebbero pagare una quota parte in più pari a 100/9 visto che questo accordo non esiste e il contratto condominiale non prevede nessun distacco sembrerebbe poter affermare che IL DISTACCO NON PUO' ESSERE FATTO. è così o no.

Salve Condor2,

 

ma se il condomino si distacca la spesa sarà inferiore a 1000 euro per l'acquisto del gasolio. Scaldando 9 unità immobiliari nell'esempio da lei proposto, invece che dieci è plausibile che si spenda meno o no ?

Ma come si fà, dico io, a concludere così senza un minimo di ricerca e di studio che CI SONO o che NON CI SONO aggravi di spesa per gli altri ?

Ogni edificio ha una storia a sè, non si può generalizzare!

Sarà probabilmente difficile che non ci sia un aggravio ma non si può essere certi se non si commissiona uno studio da parte di un tecnico competente.

D'accordissimo con davidebo. L'aggravio dei costi non può essere calcolato a naso..... Se spendevo 1000 euro di gasolio, dopo il distacco da parte del condomino ne spenderò sicuramente meno in quanto la sua unità immobiliare non verrà scaldata e quindi la caldaia consumerà meno. Quindi, onde evitare inutili aggravi di costi da tutte e due le parti per eventuali cause legali, prima di dire no o si, fate redare a spese del condomino che vuole staccarsi, una relazione da parte di un tecnico competente. In ogni caso, sono convinto che sarà proprio questa relazione a far desistere il condomino dallo slaccio.

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