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rosi48

Azione per revoca amministratrice

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Dopo alcune richieste (mail) di mettere a disposizione la documentazione contabile e gestionale (ai sensi di legge), non avendo ricevuto riscontro alcuno dopo 6 mesi, ho notificato all'amministratrice la domanda mediante raccomandata A.R. facendole presente che la mancata risposta nell'arco di 8 giorni (dalla sua ricezione della raccomandata) sarebbe stata da me considerata come un suo rifiuto ad esibire la documentazione.

Poiché il termine da me fissato è oramai scaduto senza che nulla mi sia più pervenuto (né riscontro né tantomeno indicazioni su quando poter visionare ciò che avevo domandato) chiedo se, a questo punto, sono autorizzata a ricorrere direttamente al giudice per chiedere, mediante la volontaria giurisdizione (senza il patrocinio di un legale), la revoca dell'amministratrice. Oppure se devo prima espletare qualche altra formalità.

Faccio presente che, per lunghissima e comprovata esperienza, la richiesta di convocazione di un'assemblea preliminare sarebbe praticamente inutile dato che la maggioranza dei condòmini, pur ritenendo l'amministratrice persona poco professionale e di scarse capacità, preferisce non avere seccature e quindi continuare a tenersela. In quanto considera che qualsiasi altro amministratore non sarebbe migliore (!).

Grazie in anticipo per i suggerimenti e i consigli in merito a questa vicenda, facendo presente che esistono da 11 anni impegni scritti dell'amministratrice a fornire in qualsiasi momento ai condòmini che lo richiedessero (verbalmente e/o per e-mail) le movimentazioni del conto condominiale ed altra documentazione gestionale.

La prassi da seguire è quella descritta in maniera chiara dall'art 1129 cc;

 

... i condomini, anche singolarmente, possono chiedere la convocazione dell'assemblea per far cessare la violazione e

revocare il mandato all'amministratore. In caso di mancata revoca da parte dell'assemblea, ciascun

condomino può rivolgersi all'autorità giudiziaria; in caso di accoglimento della domanda, il

ricorrente, per le spese legali, ha titolo alla rivalsa nei confronti del condominio, che a sua volta può

rivalersi nei confronti dell'amministratore revocato.

Per cui in caso l'assemblea non revochi l'amministratore, dovrai comunque rivolgerti ad un legale per la conseguente azione giudiziale.

Grazie per la risposta, ma come ho spiegato non servirebbe a niente (almeno nel mio caso) chiedere la preliminare convocazione di un'assemblea per chiedere il parere degli altri comproprietari. Se ciò fosse stato lontanamente possibile, lo avrei già fatto. Per quanto riguarda poi l'assisternza di un legale, ho letto da più parti (pubblicazioni qualificate di esperti, di associazioni di amministrazione condominiale e di proprietari immobiliari) che non è affatto obbligatorio. Anche perché al di là delle spese per registrazioni e bolli (totale 85 euro) per la presentazione della domanda, nient'altro è possibile chiedere - ed ottenere - dal condòminio in caso di esito (a me) favorevole. Ad ogni buon conto, poiché si tratta di volontaria giurisdizione penso proprio che l'obbligo di ricorrere ad un legale (costi attorno ai 1.200-1.500 euro) non sussista per intentare l'azione di richiesta revoca. Nella peggiore delle ipotesi, rimarrebbero a mio carico le suddette spese di meno di 100 euro e la perdita di qualche mezza giornata.

Quella che ho descritto è la prassi prevista dal Codice Civile, se vuoi effettuare un'altra strada fai pure, chissà mai che non ti riesca?

Ringrazio di nuovo e valuto (auspicando che tutto proceda poi per il meglio) sulla possibilità di agire autonomamente nell'azione di richiesta revoca.

Del resto, se non si tenta mai si rischia di finire invischiati nelle cosiddette procedure canoniche (Codice civile) che implicano l'esborso di somme considerevoli. Per poi magari non riuscire nell'intento.

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