Il 10 febbraio 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo riguardante disposizioni urgenti a tutela della sicurezza delle città. La novità consiste nella classificazione della sicurezza urbana come bene pubblico ed avrà anche dei riflessi in ambito condominiale.
Nuovo decreto sicurezza urbana. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti a tutela della sicurezza delle città. Il decreto, che definisce la sicurezza urbana quale bene pubblico, è diretto a realizzare un modello trasversale e integrato tra i diversi livelli di governo mediante la sottoscrizione di appositi accordi tra Stato e Regioni e l'introduzione di patti con gli enti locali. Tra i punti rilevanti del provvedimento si prevedono in particolare:
-Forme di cooperazione rafforzata tra i prefetti e i Comuni dirette a incrementare i servizi di controllo del territorio e a promuovere la sua valorizzazione, mediante il rafforzamento del ruolo dei sindaci, nuove modalità di prevenzione e di contrasto all'insorgere di fenomeni di illegalità.
-Rafforzare l'apparato sanzionatorio amministrativo al fine di prevenire fenomeni di criticità sociale suscettibili di determinare un'influenza negativa sulla sicurezza urbana, anche in relazione all'esigenza di garantire la libera accessibilità e fruizione degli spazi e delle infrastrutture delle città.
Il decreto condanna a pulire per chi sporca la città. Nel decreto sulla sicurezza urbana c'è una norma che prevede la pulizia e il ripristino per violazioni al decoro urbano. Il giudice, se qualcuno sporca, può condannarlo a ripristinare quello che ha sporcato.
Per meglio dire, con il decreto legge scatterà per i vandali l'obbligo di ripulitura e ripristino dei luoghi danneggiati, con obbligo di sostenere le spese o rimborsarle.
Prevista anche una prestazione di lavoro non retribuita in favore della collettività per un tempo non superiore alla durata della pena sospesa. Il Decreto prevede solo "misure di contrasto di carattere amministrativo. Non sono previsti nuovi reati.
Sarà possibile, a fronte di violazioni reiterate delle regole, applicare una sorta di daspo: il divieto di frequentare i posti dove le violazioni sono state commesse". Lo ha spiegato il ministro dell'Interno, Marco Minniti: "Sono rafforzati i poteri di ordinanza dei sindaci, che avranno la possibilità di stipulare patti con il ministero dell'Interno".
La sicurezza urbana, aggiunge Minniti, "deve essere pensata come un grande bene pubblico" e "il decoro urbano, il contrasto alle piazze della droga e ai reati predatori riguarda il bene pubblico".
Il caso dell'imbrattamento dei muri. In argomento, si evidenzia che negli ultimi anni il diffondersi dei Writers e il conseguente deturpamento dei beni pubblici o privati, come ad esempio le facciate condominiali, ha indirizzato il sistema giuridico ad affrontare tale problematica e ad approfondirne la disciplina e lo studio di misure sanzionatorie da adottare.
Difatti, nonostante le buone intenzioni del legislatore con il Decreto Sicurezza, in proposito giova ricordare che l'articolo 639 del codice penale già prevede che “chi deturpa o imbratta cose altrui sia punito, con la multa fino a euro 103.Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro.
Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro.
Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro”. La norma in esame condivide con il reato di danneggiamento ex art. 635 c.p. l'oggettività giuridica, nonché la medesima menomazione della sfera patrimoniale dell'offeso, sebbene in termini molto più lievi.
Infatti il reato ivi perseguito risulta integrato solo qualora si verifichi un danno estetico facilmente e radicalmente eliminabile, non quindi permanente, diversamente si avrebbe il delitto di danneggiamento. In proposito, è stato evidenziato che “la condotta consistente nell'imbrattare o deturpare i muri di una abitazione con scritte a vernice è inquadrabile nella fattispecie criminosa prevista dall'art. 639 c.p. e non in quella di cui all'art. 635 c.p. (Danneggiamento), mancando un'immanenza, almeno relativa, degli effetti dannosi sul bene deteriorato, sempre che possa comunque ripristinarsi, senza particolari difficoltà, l'aspetto e il valore originario del bene medesimo” (Cass. n. 11756/2000).
I precedenti provvedimenti amministrativi contro i Writers. Sul tema del sicurezza (pulizia del territorio), in ambito condominiale, nel 2014, il Comune di Bologna, in accordo con una società multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici, propose agli amministratori di condominio, un "abbonamento" da 100 euro all'anno per ripulire i muri dei propri condomini dai graffiti.
Altre associazioni ambientaliste, invece, per tutelare il patrimonio immobiliare avevano proposto il riconoscimento di incentivi da attribuire alle Amministrazioni Comunali che intraprendevano attività di ripulitura di facciate di edifici di pregio storico-artistico; di rendere agevolabili dal punto di vista fiscale gli interventi di pulizia delle parti comuni condominiali.
Il problema degli animali che sporcano la città e le parti private. Da ultimo, altro aspetto da valutare in merito al decoro urbano, è quello relativo agli animali da compagnia. In Italia non esiste una legge nazionale su questo specifico problema.
È quindi competenza dei singoli Comuni decidere come procedere, attraverso l'emissione di apposite ordinanze dove viene stabilito l'ammontare delle multe che varia, quindi, da Comune a Comune: in media si va dai 30 ai 300 euro di multa.
Quanto alla proprietà privata, in ambito condominiale, sappiamo checon la riforma del condominio, l'articolo 1138 del codice civile stabilisce che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia».
La normativa non subisce cambiamenti per quanto riguarda gli obblighi, che restano gli stessi di sempre: rumori molesti, danneggiamenti, condotte che deturpano o imbrattano, sanzionabili dalla normativa civile e penale.
Difatti resta l'obbligo di ripulire laddove l'animale dovesse eventualmente sporcare o di risarcire eventuali danni provocati, dall'animale, a terzi o a cose di terzi. Il buonsenso dei condomini non può però essere messo da parte. Essi infatti sono tenuti a controllare che l'animale non faccia i bisogni sul balcone o sul pianerottolo e che venga portato sempre all'esterno del recinto condominiale oppure nei giardini più vicini.
Oltre a questo, è importante che l'animale non arrechi disturbi dovuti a versi e lamenti continui, specialmente in orari notturni.
In questo modo si può convivere tranquillamente senza ricorrere a litigi che possano inasprire i rapporti fra vicini di casa cercando, nel limite del possibile, di limitare i rumori dovuti alla presenza di animali.