Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030 (PNIEC) è il documento predisposto dal Governo in cui vengono stabiliti, tra l'altro, gli obiettivi nazionali al 2030 sull'efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2.
In un precedente articolo abbiamo già trattato alcuni temi connessi con l'efficienza energetica.
E ora il turno del tema delle missioni che dovranno calare da qui al 2030 per preparare il terreno ad una situazione in cui nel 2050.le emissioni verranno azzerate.
Cosa centro in tutto questo il condominio e più in generale il settore civile e terziaro organizzato secondo il modello condominiale?
Secondo il PNIEC l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2030 di almeno il 40% a livello europeo rispetto al 1990 è ripartito tra i settori ETS (industrie energetiche, settori industriali energivori e aviazione) e non ETS (trasporti, residenziale, terziario, industria non ricadente nel settore ETS, agricoltura e rifiuti) che dovranno registrare rispettivamente un -43% e un -30% rispetto all'anno 2005.
Il settore presidenziale terziario ricadono quindi nella parte cosiddetta "non ETS", non sono cioè connesse ad un meccanismo specifico complessivo europeo, ma devono rispondere ad un obiettivo definito a livello nazionale (pur sempre in linea, ovviamente, con quelli che sono gli obiettivi globali europei).
Il Regolamento (UE) 2018/842 relativo alle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas serra a carico degli Stati membri nel periodo 2021-2030 come contributo all'azione per il clima per onorare gli impegni assunti a norma dell'accordo di Parigi (Regolamento EffortSharing) prevede un obiettivo di riduzione per l'Italia nei settori non ETS pari al -33% rispetto ai livelli del 2005.
Tale obiettivo dovrà essere raggiunto secondo una traiettoria lineare di riduzione che determinerà ogni anno un cap alle emissioni.
Il settore civile (insieme del residenziale e del terziario) contava nel 2015 emissioni di 73 Mton di CO2: il settore civile e il settore dei trasporti sono i settori che maggiormente contribuiscono alle e emissioni nei settori non ETS. Secondo il PNIEC le predette emissioni dovrebbero arrivare a61 Mton di CO2nel 2025 e a 52 Mton di CO2nel 2030
Ma quali sono le linee di azione che secondo il PNIEC dovrebbero consentire al settore terziario di raggiungere una riduzione delle emissioni ?
Nel settore civile, la riduzione delle emissioni al 2030 rispetto al 2005è pari a circa 35 MtonCO2eq e riflette l'accelerazione attesa nel ritmo di efficientamento degli edifici esistenti, rafforzata da una maggiore diffusione di interventi di riqualificazione profonda e dall'applicazione di tecnologie particolarmente performanti. Tra i vari impegni a beneficio della de carbonizzazione da parte del settore residenziale, sempre secondo il PNIEC, vi è quello della graduale eliminazione del gasolio da riscaldamento.
In realtà le singole linee di azione non sono tra loro disconnesse: eliminare il gasolio da riscaldamento significa trovare un altro modo di riscaldare le abitazioni e se la soluzione guarda prevalentemente allo sviluppo di sistemi a pompa di calore è evidente che la decarbonizzazione incrocia il tema dell'efficienza energetica e questa ancora con la ristrutturazione dell'involucro edilizio dal momento in cui sistemi a pompe di calore, isolamento delle abitazioni e modalità di ventilazione sono variabili tra loro interconnesse.
Al 2050 lo scenario obiettivo previsto dalla Long TermStrategy di cui al Regolamento Governance, prevede una decarbonizzazione quasi completa del settore civile, con un azzeramento delle emissioni dirette del settore residenziale e del settore terziario.
Il Governo italiano ritiene che per raggiungere tale obiettivo, si può partire dal 2030 dello scenario obiettivo PNIEC, prevedendo adeguati interventi nel settore civile. Per entrambi i settori residenziale e non residenziale, nel periodo 2030-2050, sarà necessario quindi effettuare un ulteriore sforzo aggiuntivo di riduzione dei consumi di energia finale e delle emissioni di CO2 che porterà ancora più interventi di ristrutturazione profonde, cioè ristrutturazioni che prevedono interventi sia sull'involucro edilizio sia sulla parte impiantistica.
Un buon amministratore di condominio non potrà più quindi essere solo "chi tiene i conti in ordine", ma anche colui che sarà in grado di giocare un ruolo attivo nel percorso di gestione degli interventi di "ristrutturazione profonda" del condominio.