Tutti concentrati sul bonus del 110%, tutti preoccupati che questa misura possa essere meno conveniente di quello che possa apparire, mentre nel frattempo viene bocciata ogni proposta emendativa per ciò che concerne il termine di presentazione del rendiconto condominiale.
Questo desumiamo dal sito istituzionale della Camera dei Deputati leggendo gli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio in sede referente e che saranno portati all'esame dell'aula a partire da lunedì 6 luglio.
Ricordate la cagnara scatenata alla fine di maggio sui mitici emendamenti, spesso di dubbia formulazione grammaticale, riguardanti il condominio?
Cosa è rimasto? Allo stato nulla.
Per certi versi, vista la formulazione di alcuni emendamenti, c'è da dire meglio: ricordiamo ancora la proposta, della quale s'è persa ogni traccia, di introduzione dell'art. 264-bis nel quale si scriveva che era vietato all'amministratore "di ricevere a studio estranei o condomini".
Ricevere a studio, in un testo presentato in Parlamento. Meglio così, davvero.
Resta un fatto: le norme sul rinvio del termine di presentazione del rendiconto che erano state inserite nel testo del DL Rilancio approvato a metà maggio dal Consiglio dei Ministri e poi sparite prima della firma del Presidente della Repubblica, quelle stesse come che si disse sarebbero state riproposte in sede di conversione del DL Liquidità ed ancora quelle stesse regole che dovevano rientrare sotto forma di emendamento nel testo di conversione del DL Rilancio…sono sparite nuovamente.
Niente: per il termine di presentazione del rendiconto condominiale - a meno di clamorose novità in sede di discussione generale in aula a Montecitorio, da lunedì - l'emergenza Covid non ha avuto rilevanza.
Verrebbe da pensare, sardonicamente: è normale, il rendiconto si può approvare con un'assemblea telematica. Pure per quella, i tanto sbandierati emendamenti non hanno passato il vaglio della Commissione Bilancio.
Come abbiamo detto qualche tempo fa, la mancanza di una norma ad hoc non è di per sé indice del fatto che lo sforamento del termine dei 180 giorni per la presentazione del rendiconto rappresenti grave irregolarità.
I principi generali ci portano a dire che esiste, eccome se esiste, una causa di forma maggiore che ha portato al ritardo (causa che traballa non poco e qui siamo seri, se si dà per scontata la possibilità di convocare le assemblee in via telematica); certo, una norma che ridefinisse i termini sarebbe stata utile, per evitare inutili incertezze.
Nulla è perso definitivamente: teoricamente le proposte sulla proroga del termine di presentazione del rendiconto possono essere ripresentate anche in aula: dubitiamo, visto i tempi stretti, che sarà così.
I più ottimisti diranno che le norme saranno riproposte in un altro Dl, il Dl Speranza (non il ministro, ma quella dura a morire).