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Corsi per amministratori condominiali, ripristinata la certezza. Ma non basta

Corsi per amministratori condominiali: dopo la riorganizzazione del ministero della Giustizia, resta la necessità di maggiore chiarezza e trasparenza nelle comunicazioni ufficiali.
Avv. Alessandro Gallucci per Aduc.it 
11 Set, 2015

In un nostro articolo* di ieri avevamo messo in evidenza la disattivazione di un indirizzo Pec del ministero della Giustizia utilizzato per comunicare l'inizio dei corsi di formazione iniziale e periodica per gli amministratori condominiali, cioè ufficio3.dgcivile.dag@giustiziacert.it.

Solo telefonicamente ed informalmente, il ministero ci aveva informato di una riorganizzazione del proprio indirizzario elettronico.

E per tutti gli altri utenti che nel frattempo s'erano trovati davanti allo stesso problema? Nulla!

Al ministero della Giustizia forse ancora non è chiaro che una delle declinazioni del principio di legalità è rappresentata dalla trasparenza dell'azione amministrativa.

Solamente dopo il nostro intervento la pagina dedicata a questa informazione riporta le corrette informazioni.

Basta questo per essere contenti? No, assolutamente no. Perché? Per la semplice ragione che da via Arenula hanno pensato di modificare l'indirizzo lasciando la stessa data di pubblicazione del comunicato precedente, ossia il 14 ottobre (le data evidenziate nella foto sono state generate dal nostro Pc nel salvare la pagina*) creando così ulteriore confusione; insomma, chi ha comunicato in costanza di esistenza del vecchio indirizzo potrebbe pensare di aver sbagliato.

Ci domandiamo perché per quanto riguarda i notai il ministero della Giustizia si sia preso la briga di spiegare che dal 7 settembre v'è stato un cambio d'indirizzo e-mail e così non ha fatto per gli amministratori condominiali?

Forse il ministero declina il concetto di legalità a seconda delle professioni di cui è chiamato ad occuparsi? Così fosse, dovremmo dire che in quel dicastero oltre a non praticare bene il principio di trasparenza hanno qualche problema anche con quello di parità di trattamento. Non è il caso di correggere nuovamente il tiro?

Alessandro Gallucci per aduc.it

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