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Condominio: dalle bollette alle pulizie quanto e' difficile far quadrare i conti

Gli aumenti delle bollette e la crisi stanno colpendo anche gli amministratori, costretti a combattere il ritardo nel pagamento delle quote condominiali e a svolgere il proprio lavoro con poche risorse.
ANAMMI 
Apr 6, 2022

Dopo due anni di pandemia, i rincari energetici e la crisi economica innescata dal conflitto ucraino mettono in difficoltà anche gli amministratori di condominio. Lo sottolinea l'ANAMMI, L'Associazione Nazional-europea AMMinistratori d'Immobili, che, sulla base delle segnalazioni dei suoi oltre 13mila associati, lancia l'allarme sulla situazione della categoria.

"Gli amministratori condominiali hanno affrontato un periodo difficilissimo a causa del Covid 19 - afferma Giuseppe Bica, presidente dell'ANAMMI -. Le categorie colpite dalle chiusure e dalle restrizioni spesso hanno ritardato il pagamento delle quote condominiali, oltre che degli stessi emolumenti destinati ai professionisti".

Con il miglioramento della situazione sanitaria, sembrava esserci una certa ripresa. "Ma gli aumenti delle bollette, soprattutto quelle di luce e gas - precisa il presidente dell'Associazione - e la stessa inflazione, che incide anche sul costo dei servizi condominiali, rallentano quello che sembrava un lento ritorno alla normalità".

Secondo il monitoraggio dell'Arera, l'Agenzia regolatrice dei servizi di pubblica utilità, nel primo trimestre del 2022 la bolletta elettrica è aumentata del 55%, quella del gas del 41,8%. "Una crescita impossibile da contenere solo con il buon operato dell'amministratore - spiega ancora Bica - un'accorta gestione dei beni comuni e la scelta oculata dei contratti energetici sono d'aiuto, ma non appaiono sufficienti".

Questo spiega perché la morosità condominiale oggi sia un problema di tanti: secondo le segnalazioni pervenute in ANAMMI, la difficoltà nel corrispondere le quote condominiali riguarda almeno il 20% dei condòmini italiani.

"Abbiamo cercato di venire incontro ai nostri amministrati durante i momenti più duri della pandemia - commenta il presidente Bica -. Comprendiamo le difficoltà attuali, ma non possiamo rimandare molto in là la richiesta delle quote condominiali, né tantomeno rinunciare alla cura degli immobili e alle risorse utili a gestirli".

Il problema, infatti, "è che non pagare le spese condominiali significa mandare in rovina l'immobile. Si pensi, ad esempio, alla riparazione di un impianto elettrico o di un cornicione: si tratta di lavori importanti, che coinvolgono la sicurezza dell'immobile e dei suoi abitanti. Non si può rimandare sempre e giustificare il moroso, a discapito, tra l'altro, di chi ha sempre pagato".

Oltre 50 milioni di italiani vivono in condominio ed hanno esigenze diverse. "C'è chi è disposto a risparmiare, rinunciando a qualcosa - racconta Bica - ma ci sono anche persone che non possono permetterselo: i cosiddetti 'fragili', come i malati cronici, e gli anziani. Abbassare la temperatura, durante l'inverno, per queste categorie, si è rivelato impensabile".

È evidente che per gli amministratori di condominio è sempre più complesso lavorare. "Tra morosità e costi in aumento, i professionisti sono costretti, letteralmente, a fare i salti mortali - conclude Bica -. Ecco perché chiediamo alle istituzioni di coinvolgerci sui temi che ci riguardano da vicino, come i bonus dell'edilizia, e di tutelare gli operatori corretti contro gli abusivi che, grazie a finti attestati di formazione, continuano a prosperare in assenza di controlli".

www.anammi.it

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