Lo scorso anno sono entrato a vivere in un appartamento in affitto completamento ammobiliato, pensate che non ho dovuto comprare nemmeno le posate: quest'anno a febbraio il proprietario di casa mi ha chiesto di corrispondergli in canone Rai.
Dice che siccome in casa ci vivo io, la spesa spetta a me. E' vero?
Canone Rai: ovvero la tassa (per molti odiosa, per altri giusta) che si paga per la detenzione di un apparecchio atto alla ricezione del segnale radio-televisivo.
Il pagamento del canone Rai e con esso l'individuazione del soggetto obbligato è disciplinata dal r.d. n. 246 del 21 febbraio 1938 e successivi provvedimenti di attuazione.
In particolare l'art. 1 del regio decreto recita:
Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.
Tralasciamo il linguaggio desueto per soffermarci sulla sostanza: il detentore dell'apparecchio è tenuto a pagare il canone.
In ragione di ciò, pertanto, il canone dev'essere pagato dal conduttore dell'appartamento ammobiliato in quanto detentore del televisore. Il proprietario non dovrà pagare nulla, salvo il pagamento del Canone per altri apparecchi a sua volta detenuti.
È utile ricordare che, rispetto ai privati cittadini, la misura del canone è identica indifferentemente dal numero di apparecchi detenuti.
"Ok, ma il mio contratto non è registrato ed io non risulto nemmeno residente in quella casa!" potrebbe dire uno dei tanti inquilini che vivono una condizione simile. Che cosa fare in questi casi?
Partiamo da punto nodale: la situazione, per quanto diffusissima, è una situazione d'illegalità. In termini sostanziali che il contratto sia registrato o meno non cambia il fatto che il conduttore resti sempre il detentore dell'apparecchio atto alla ricezione del segnale radio-tv.
Insomma, in questo caso, il pagamento spetterebbe sempre a lui, ma la situazione d'illegalità di partenza non può non essere tenuta in considerazione.
Apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni: vuol dire che si paga il canone anche per smartphone, tablet e pc?
La questione fu posta all'attenzione del Governo che, correva il mese di gennaio dell'anno 2014, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare smentì questa possibilità sulla base del fatto che questi dispositivi non hanno a che vedere con la radiodiffusione ma con altre modalità di trasmissione del segnale.
La Rai - soggetto deputato a riscuotere in canone - s'è adeguata a questa indicazione con un proprio comunicato stampa nel quale precisò anche a seguito di un confronto avvenuto con il Ministero dello Sviluppo Economico "che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone".
Insomma il canone Rai lo paga l'inquilino, in quanto detentore, ma solamente per radio e Tv.
Ecco quali sono le regole da seguire per trovare un inquilino affidabile.