Condominio Web: Il portale N.1 sul condominio
Iscriviti alla
Newsletter
chiudi
Inviaci un quesito

Cane troppo rumoroso: proprietari condannati per disturbo al riposo dei vicini

Proprietari di cani responsabili: come evitare la condanna per disturbo al riposo dei vicini e garantire una convivenza serena, evitando problemi legali e sanzioni penali.
Avv. Giuseppe Donato Nuzzo 
12 Giu, 2015

I proprietari che non si attivato per porre rimedio ai continui abbai e latrati del loro cane rischiano una condanna penale per disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone, ai sensi dell'art. 659, comma 2, del codice penale.

È esattamente quanto accaduto ad una coppia di coniugi, rea di non essersi attivata per trovare una soluzione idonea a limitare i rumori provocati dal proprio cane, con grave disturbo della quiete e delle quotidiane occupazioni di tutto il vicinato.

“Quattro zampe” scatenato, vicini di casa sul piede di guerra. Dopo aver più volte sollecitato i proprietari del cane, i vicini denunciavano la coppia di coniugi. Una volta raccolte le testimonianze dei vicini e ricostruita la vicenda, i giudici del Tribunale di Como ritenevano i proprietari del cane colpevoli e li condannavano alla pena dell'ammenda in relazione al reato di cui all'art. 659, primo comma, c.p. “per avere disturbato le occupazioni e il riposo di coloro che abitano nelle vicinanze della loro abitazione”, non avendo tenuto sotto controllo il loro cane.

Avverso la sentenza gli imputati proponevano ricorso in cassazione, ma la suprema Corte, con la sentenza n. 23944/2015, depositata lo scorso 4 giugno, ha respinto ogni eccezione difensiva confermando la condanna della coppia in via definitiva.

Padroni inerti e disattenti. La ricostruzione dei fatti del Tribunale è stata ritenuta legittima dagli Ermellini, per i quali è irrilevante il richiamo difensivo al fatto che “i rumori riguardavano solo la mattina e il primo pomeriggio, orari nei quali la maggior parte dei condomini del complesso residenziale erano fuori di casa”.

Privo di valore è anche il riferimento dei due coniugi al contenuto della relazione del medico veterinario - incaricato dall'Azienda sanitaria di visitare l'animale - il quale “aveva accertato che il cane era ben tenuto e che i proprietari erano consapevoli circa le corrette modalità della sua gestione ed educazione”.

Per la suprema Corte, invece, risulta decisivo il quadro testimoniale: da tutte le dichiarazioni raccolte, infatti, complessivamente valutate, è emerso che i rumori erano continui nell'arco di tutta la giornata e non erano limitati alla sola mattinata e che gli stessi disturbavano l'occupazione, lo studio, la vita quotidiana dei vicini, senza che i proprietari del cane provvedessero in alcun modo, pur essendo stati più volte e da più parti sollecitati.

Se i cani non disturbano più persone non c'è nessuna rilevanza penale

Quanto alle dichiarazioni rese dall'ispettore veterinario della Asl, le stesse – secondo i giudici di legittimità - sono irrilevanti ai fini della sussistenza del reato contestato, perché non si riferiscono ai rumori prodotti, ma solo alle generali condizioni nelle quali si trovava il cane. Né dalle stesse è emerso che i proprietari si fossero in qualche modo adoperati per evitare i rumori in questione.

Sentenza
Scarica Corte di Cassazione, sez. III Penale, 17 marzo - 4 giugno 2015, n. 23944 Presiden

Iscriviti
alla Newsletter

Iscriviti alla newsletter

Fatti furbo, è gratis! Più di 100.000 amministratori,
avvocati e condomini iscritti.

Ricevi tutte le principali novità sul condominio
e le più importanti sentenze della settimana
direttamente nella tua casella email.

ISCRIVITI ORA!

Dello stesso argomento