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Bonus fiscale del 50% anche agli interventi di consolidamento antisismico

Bonus fiscale: agevolati tutti lavori che mirano alla adozione di misure antisismiche.
Angelo Pesce Angelo Pesce 

Saranno agevolati tutti lavori che mirano alla adozione di misure antisismiche in particolare per la realizzazione di opere per la messa in sicurezza statica sulle parti strutturali o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi immobili.

La classificazione sismica del territorio italiano
Il territorio nazionale è suddiviso in zone sismiche più o meno pericolose. Il D.M. 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni) ha introdotto una nuova metodologia per definire la pericolosità sismica di un sito e, conseguentemente, le azioni sismiche di progetto per le nuove costruzioni e per gli interventi sulle costruzioni esistenti.

Il territorio nazionale è stato suddiviso mediante una maglia di punti notevoli, al passo di 10 km, per ognuno dei quali sono noti i parametri, necessari alla costruzione, degli spettri di risposta per i diversi stati limite di riferimento tra i quali, la PGA (Peak Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo), la frequenza e l'intensità degli eventi.
In seguito a questa classificazione, tutte le regioni italiane (esclusa la Sardegna) risultano a rischio sismico.

In tutto il territorio nazionale vige, quindi, l'obbligo di un'accurata verifica della staticità degli edifici pubblici definiti "strategici" (scuole, ospedali, chiese) e definisce i principi per progettare, realizzare e collaudare edifici antisismici.

Tutti gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione di immobili, come anche gli interventi sulle parti strutturali di edifici esistenti, devono porsi in opera nel rispetto della vigente normativa antisimica.

Alla luce delle nuove classificazioni sismiche del territorio nazionale, delle esperienze innovative maturate in alcune Regioni in tema di riqualificazione antisismica degli edificati storici e delle aree di espansione, nonché i nuovi indirizzi in materia di pianificazione territoriale e urbanistica al fine di controllare la compatibilità di tali scelte con il livello di vulnerabilità sismica delle diverse zone, possiamo affermare che la protezione sismica del costruito in Italia assume dimensioni di particolare rilievo e priorità.

Nuova classificazione del rischio sismico per gli immobili.

La situazione del patrimonio edilizio esistente
Secondo il rapporto 2012 Ance Cresme sul rischio sismico del patrimonio edilizio italiano, più di 10 milioni di abitazioni e quasi 5 milioni e mezzo di edifici, in gran parte residenziali, sono ad elevato rischio sismico.

Gran parte delle costruzioni, pari a quasi il 60% del totale, sono state realizzate prima del 1971, quindi antecedenti alla normativa antisimica del 1974, e 2,5 milioni di edifici presentano stati di conservazione piuttosto preoccupanti.

Secondo i dati presentati, il pericolo sisma è diffuso su tutto il territorio nazionale e vi sono zone più esposte al rischio di altre; nel dettaglio (Tab. 1):

Secondo i dati riportati dal Rapporto Cresme, quindi, il parco edilizio che necessiterebbe di interventi di consolidamento/miglioramento antisismico, è piuttosto ampio. L'opportunità di sfruttare il bonus del 50% per queste opere di messa in sicurezza, potrebbe rigenerare il mercato delle imprese settoriali e dei progettisti, muovendo cifre che si aggirerebbero intorno ai 36 miliardi di euro.

Gli interventi potrebbero comportare lavori di una certa consistenza e quindi spese elevate, ma anche interventi di minore entità, dal rinforzo degli elementi esistenti, all'inserimento di nuove strutture di supporto, con costi che non superano i 120 euro al mq.

Importanti novità per lo sgravio sulle opere antisismiche

Ricordiamo che le agevolazioni includono anche le spese per la redazione dei documenti atti a comprovare la sicurezza statica dell'edificio, nonché la realizzazione degli interventi necessari a ottenerli.

Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente
Le attività di riqualificazione e riuso dell'esistente, coprono da tempo una quota di mercato superiore a quella delle nuove costruzioni.

La problematica è evitare che talune ristrutturazioni peggiorino le eventuali condizioni di rischio sismico dell'edificio e valutare in che misura gli interventi sull'esistente costituiscono un modo per ridurlo con misure di miglioramento e rinforzo.

Tutto questo in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza delle costruzioni italiane è stata realizzata senza alcun criterio antisismico ed è quindi da ritenere potenzialmente vulnerabile ai terremoti.

Se a questo si aggiunge l'evidente bassa qualità del costruito nei piani residenziali (pubblici e privati) realizzati nel periodo del boom edilizio, la scarsità dei controlli sulle costruzioni, i condoni e le sanatorie, il dilagante fenomeno dell'abusivismo ed una mancata attuazione di una vera politica di prevenzione, possiamo affermare che il grado di pericolosità è davvero allarmante.

Tra l'altro, le cose si complicano perché la loro resistenza dipende sia dal sistema costruttivo che dai materiali impiegati.

Tutto il patrimonio edilizio dei centri storici, è costruito con sistemi e tecniche superate, per cui questi edifici necessitano di maggiori interventi (vedi Tab. 2).

È indiscutibile che l'aspetto più delicato relativamente alla normativa antisismica, riguarda il campo dell'adeguamento e del miglioramento del comportamento sismico del patrimonio edile esistente. Tre sono le categoria di opere in tal senso:

  • interventi di adeguamento: per conseguire livelli di sicurezza previsti dalle norme, atti a ricondurre l'involucro edilizio a prestazioni sismiche pari a un ex novo;
  • interventi di miglioramento: per aumentare la sicurezza strutturale senza il raggiungimento improrogabile dei livelli prescritti dalla normativa;
  • interventi di riparazione: coinvolgono singoli elementi migliorando le condizioni di sicurezza.

I progressi tecnico-scientifici raggiunti nel campo della sicurezza sismica permettono di ridurre sensibilmente la vulnerabilità degli elementi esposti (edifici, monumenti, infrastrutture, ecc.).

Senza tuttavia addentrarci in specifiche tecniche che comporterebbero spiegazioni fisico-matematiche, accenniamo a qualche tecnica di intervento:

  • inserimento di tiranti alle cerchiature, anche con materiali compositi (Fig. 1);
  • riduzione della spinta di archi e volte;
  • inserimento di collegamenti tra le apparecchiatura murarie ricorrendo alle tradizionali catene o a sistemi tecnologicamente più avanzati come le fibre di carbonio, o mediante l'inserimento di cordoli in muratura armata, acciaio e c.a.;
  • sistemi e dispositivi di dissipazione come le reti in piombo ancorate all'apparecchiature muraria da annegare sotto intonaco, quadrilateri con diagonali deformabili (come controventature dissipative), telai da inserire al perimetro delle bucature delle finestre dotati di sistemi elementari di assorbimento posizionati ai 4 nodi;
  • inserimento di catene o cordoli in cemento armato, in modo tale da tenere legate tra loro le murature portanti;
  • sostituzione dei solai fatiscenti o interventi di rinforzo per garantire una rigidezza accettabile e un buon ancoraggio alle strutture verticali;
  • eventuale rimozione delle falde dei tetti troppo spingenti, per ridurre la spinta orizzontale su cui poggiano;
  • consolidamento delle murature portanti, come il riempimento di quelle a sacco con speciali malte cementizie; ripristino (dove possibile) della tessitura della maglia muraria; chiusura di grosse bucature che potrebbero compromettere la rigidezza dei muri; riparazione di profonde lesioni; ecc.;
  • rinforzo delle fondazioni nei punti in cui potrebbero cedere, sia per la natura del terreno, sia per l'indebolimento delle stesse.

Tutti questi elementi devono essere sottoposti a collaudo statico.

La norma prescrive che la progettazione degli interventi sul costruito siano eseguiti con riferimento solo agli stati limite ultimi (slu).

Se per gli edifici di pubblica utilità (scuole, ospedali, caserme) è previsto l'obbligo di un percorso di valutazione e adeguamento, per le costruzioni correnti è prevista una valutazione della sicurezza in caso di:

  • riduzione evidente della capacità resistente o deformativa della struttura, in presenza di significativo degrado;
  • gravi errori di progetto;
  • cambi di destinazione d'uso con una significativa variazione dei carichi;
  • sopraelevazione o ampliamento.

Ovviamente soltanto una accurata perizia dei tecnici può fornire la giusta valutazione delle carenze e la necessità degli interventi risolutivi.

L'insieme delle opere previste, è tale da far conseguire all'edificio un maggior grado di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche.

=> Interventi edilizi: se si trovano nel sottosuolo reperti archeologici i lavori vanno sospesi

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