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Animali domestici ed esotici in condominio? Analisi di una norma giuridicamente insostenibile.

Normativa sugli animali domestici in condominio: l'ambiguità della definizione crea confusione e potenziali conflitti tra residenti, con il rischio di abbandoni e litigi legali.
Ivan Meo 
25 Mar, 2013

Animali domestici: differenze con gli esotici nel condominio

L'attuale testo approvato, invece si limita ad aggiungere un comma all'art. 1138 del codice civile la seguente frase: "le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici". In fase di approvazione, del testo legislativo, si è preferito inserire la specifica "domestici" in quanto si è voluto evitare che si possano detenere animali esotici negli appartamenti condominiali quindi, è stata fatta volutamente una distinzione tra animali domestici ed esotici.

Infatti, nell'impostazione originaria la norma prevedeva che nei regolamenti condominiali non venisse prevista o venisse prevista le possibilità di vietare la detenzione degli animali da compagnia.

Con questo emendamento si modifica la dizione e, quindi, non si tratta di animali da compagnia, ma animali domestici. Questa precisazione serve ad evitare, nella sostanza, che si possano detenere animali esotici, quali per esempio serpenti, iguane ecc.
L'equivoco è servito.

Si pensava che con questa precisazione terminologica tutti gli equivoci sarebbero svaniti. Nulla di fatto perché secondo la Società Italiana Veterinari Animali Esotici "il legislatore ha perso l'occasione per adottare una definizione scientificamente esatta e giuridicamente sostenibile.

Utilizzando l'impropria definizione di "animali domestici", il condominio dice sì al maiale (che è domestico) in salotto e no al criceto (che non lo è)".

Il pericolo è che le liti condominiali aumentino, invece di diminuire. Inoltre numerosi animali rischiano così l'abbandono, secondo quanto dichiarato dall'associazione, che ricorda come il coniglio sia il terzo animale più presente nelle case degli italiani con oltre 2 milioni di esemplari.
Quindi l'utilizzo di una terminologia impropria, è stata dettata più dal senso comune che dalle disposizioni giuridiche.

Per esempio il furetto, (selezione artificiale della puzzola europea) è scientificamente un animale selvatico che potrebbe stare libero nei boschi ma che invece è stato "addomesticato". Insomma, la Sivae fa notare che molte specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate per colpa di un pregiudizio: gli animali "esotici" d'affezione sono, in quanto tali, pericolosi.

Detenzione di animali domestici e cose comuni: che cosa fare per evitare le lamentele dei vicini?

Non si è pensato però che quest'ultimi sono raramente oggetto di dispute condominiali e non hanno quasi mai pregiudicato l'incolumità pubblica.
Inoltre, l'ANMVI fa notare che una interpretazione così restrittiva della definizione, oltre che impropria sul piano scientifico, confliggerebbe con la Convenzione Europea per la Protezione degli Animali da Compagnia ratificata come legge dello Stato italiano e volta a tutelare "ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall'uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia".

Quindi riconoscere ufficialmente come "animali da compagnia" anche le altre categorie di animali che di fatto già lo sono contribuirebbe a combattere il rischio di nuovi abbandoni ed evitare nuovi motivi di liti condominiali. Ma ciò non è stato fatto quindi la legge 11 dicembre 2012, n. 220 (riforma del condominio) utilizza impropriamente la terminologia "animali domestici".

Normative attuali sugli animali domestici e da compagnia

La confusione interpretativa è stata provocata dal fatto che non esiste una definizione legislativa che definisca concretamente l' animale domestico. Infatti:

  • la Convenzione Europea di Strasburgo del 13 novembre 1987 definisce animale da compagnia ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall'uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia;
  • la legge n. 281 del 14 agosto 1991 parla di animali di affezione
  • l' Accordo del 6 febbraio 2003 tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplina il benessere degli animali da compagnia.

Visto la lacuna legislativa potremmo aiutarci con la definizione che alcuni regolamenti comunali che fanno la seguente distinzione:

  • animale domestico: allevato o che vive a stretto contatto con l'uomo;
  • animale domestico da reddito: allevato e tenuto dall'uomo a fini alimentari (latte, carne, uova), quindi maiali, galline ecc.;
  • animale da compagnia: tenuto dall'uomo esclusivamente per motivi d'affezione.

Il problema è che al momento manca una definizione legislativa di tale categoria? Ed è noto anche molti considerano tali anche iguana, serpenti, ragni velenosi e magari, provocatoriamente, anche i protagonisti del film "Madagascar" (!)

E poi ci sono anche tante altre proposte di legge che faranno discutere

A complicare la situazione sono stati recentemente presentati alcuni disegni di legge che potrebbero solo far aumentare la confusione in argomento. Ve ne segnaliamo alcuni, che potrebbe direttamente avere delle influenze in ambito condominiale.

Degno di nota è sicuramente l'iniziativa dell'On. Michela Vittoria Brambilla, che ha presentatoun disegno di legge per la tutela degli equini.

Il presente testo normativo, qualora fosse approvato, riconoscerebbe il cavallo come animale d'affezione.

Ricordiamo, inoltre, che in Parlamento giacciono anche altri progetti legge che:

  • mirano ad istituire "l'Ufficio del Garante per il diritto degli animali";
  • a dare il proprio cognome al cane o al gatto di casa come se fosse un figlio;
  • iscrivere l'animale nell'anagrafe comunale.

Tutto questo sicuramente porta a fare una considerazione: il sentimento che l'essere umano può provare nei confronti di un animale è molto simile a quello che potrebbe provare verso i suoi simili.

Ma è pur anche vero che di fronte ad un tale caos interpretativo, sia dal punto di vista contenutistico che terminologico della norma, sicuramente i dissidi in condominio, per la detenzione di determinati tipi di animali, sicuramente tenderanno ad aumentare.

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