La Legge n. 48 del 2017, il cui obiettivo è potenziare l'intervento degli enti territoriali e delle forze di polizia nella lotta al degrado delle aree urbane, ha sottolineato la videosorveglianza urbana come mezzo di tutela del decoro cittadino e della prevenzione della criminalità.
Per agevolare l'inserimento del sistema di videosorveglianza, l'ordinamento ha concesso trenta milioni di euro complessivi per gli anni 2018 e 2019 a favore dei Comuni, sulla base dei decreti del Ministro dell'Interno, emanati di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Soggetti interessati. Tale scopo può interessare anche i privati con l'utilizzo di software di analisi video per il monitoraggio attivo e l'invio di allarmi automatici a centrali delle forze di polizia o istituti di vigilanza privata convenzionati.
Per soggetti privati si intendono gli enti gestori di edilizia residenziale; gli amministratori di condominio; le imprese, anche individuali, dotate di almeno dieci impianti; le associazioni di categoria; i consorzi e i comitati; i professionisti e i residenti.
Le linee guida. Il 26 luglio 2018 sono state approvate le linee guida delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata del Ministero dell'Interno, i quali interessi sono quelli di coordinare e favorire la collaborazione tra le forze di polizia e la polizia locale nello scambio informativo tra questi ultimi presenti sul territorio.
Si parla di interconnessione, a livello territoriale, tra le sale operative della polizia locale e quelle delle forze di polizia, regolamentando l'utilizzo in comune di sistemi di sicurezza tecnologica per il controllo delle aree e attività soggette a rischio, fornendo anche l'aggiornamento professionale integrato per gli operatori.
Le linee generali devono tenere conto della necessità di migliorare la qualità della vita e del territorio e favorire l'inclusione sociale e la riqualificazione socio-culturale delle aree interessate.
Detrazioni IMU e TASI. Dall'anno in corso, grazie alle linee guida, i Comuni posso decidere di deliberare delle detrazioni IMU e TASI a favore dei soggetti che assumono a proprio carico le quote degli oneri di investimento, di manutenzione e di gestione dei sistemi tecnologicamente avanzati realizzati in base ad accordi.
Le entità private, per beneficiare della detrazione, devono rinunciare al controllo diretto del proprio impianto di videosorveglianza, concedendo le immagini a disposizione del Comune, il quale le gestirà in autonomia.
Tutto questo per ampliare le zone urbane videosorvegliate e garantire più sicurezza ai cittadini.
=> Bonus videosorveglianza: a chi spetta l'agevolazione fiscale?
Cosa deve fare il Comune? Il Comune deve stipulare un patto per la sicurezza: un accordo tra il prefetto ed il sindaco, in cui vengono evidenziati gli obiettivi strategici da realizzare in merito ai progetti di sicurezza urbana.
Inoltre, deve modificare il Regolamento sulla Videosorveglianza, nel quale viene deciso che è il Comune ad occuparsi, attraverso convenzioni, degli impianti di videosorveglianza privati e facendo ottenere così le detrazioni delle imposte comunali ai diretti interessati, solo dopo aver modificato anche i Regolamenti IMU e TASI per tale scopo.
Infine, ogni anno, il Comune deve redigere un atto con il quale viene specificato l'ammontare della detrazione prevista.
=> Art. 1122-ter del Codice Civile
Videosorveglianza domestica. Per quanto riguarda la videosorveglianza domestica invece, il privato che decide di installare telecamere, con o senza registrazione delle immagini, non ha alcun particolare obbligo di richiedere autorizzazioni, né al Comune né al condominio.
È comunque necessario che la spesa sia stata effettuata entro il 31 dicembre 2018 e che l'intervento sia stato realizzato a partire dal primo gennaio 2018 per fruire dello sgravio fiscale del 50% della spesa sostenuta con un limite massimo di spesa di € 96.000. Inoltre, occorre che il pagamento sia eseguito con le seguenti modalità:
- bonifico parlante;
- bonifico bancario o postale citando la causa del versamento facendo riferimento all'articolo 16 bis del Dpr 917/1986, evidenziando il codice fiscale del beneficiario della detrazione e del beneficiario del pagamento e la ritenuta dell'8% a titolo di acconto dell'imposta sul reddito dovuta dall'impresa che effettua i lavori.
Per ottenere la detrazione bisogna presentare la dichiarazione dei redditi attraverso il Modello 730 oppure con il Modello Redditi. La detrazione totale verrà poi ripartita in dieci rate annuali di pari importo.
Se la spesa è sostenuta dal privato nella dichiarazione devono essere indicati i dati identificativi dell'immobile e, se i lavori sono stati eseguiti dal detentore, gli estremi di registrazione dell'atto che ne costituisce il titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.
Il privato dovrà conservare i seguenti documenti per usufruire delle agevolazioni fiscali:
- ricevuta del bonifico, fatture o le ricevute fiscali;
- domanda di accatastamento, se l'immobile non è ancora stato registrato;
- ricevute di pagamento IMU se dovuta;
- delibera dell'assemblea sull'approvazione dell'esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
- dichiarazione di consenso all'esecuzione dei lavori del possessore dell'immobile, per gli interventi effettuati dal detentore dell'immobile;
- concessioni, autorizzazioni se obbligatorie, oppure la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà in cui è presente la data di inizio dei lavori e l'elenco dei lavori eseguiti rientranti tra quelli della detrazione.