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Se l'acqua è contaminata da trialometani è ammissibile la class action.

Acqua contaminata da trialometani:il Tribunale di Roma ha ammesso la class action.
Ivan Meo 

Dopo il caso dell'acqua con tracce di arsenico, Il Tribunale di Roma ha ammesso la class action sull'acqua contaminata da trialometani

Un provvedimento unico nel suo genere. Finalmente la lunga battaglia portata avanti dai cittadini molisani contro l'acqua inquinata ha raggiunto un primo importante obiettivo: il Tribunale di Roma ha ammesso, con due ordinanze depositate il 2 maggio scorso, la class action sull'acqua contaminata da trialometani promossa nel 2011da diverse associazioni di consumatori (Italia dei Valori, Federconsumatori, Arco Consumatori e Lega Consumatori.) I giudici romani hanno ritenuto fondate le richieste in relazione ai Comuni di Montenero di Bisaccia e Petacciato, stabilendo un risarcimento dei danni subiti da circa 80.000 molisani, residenti in 8 Comuni, rimasti senza acqua potabile durante le festività natalizie del 2010, a causa della presenza di trialometani in quella erogata dai rubinetti.

Con questo provvedimento, secondo i legali, "i Comuni saranno condannati a risarcire non solo chi già aveva aderito alla class action, ma anche chi lo farà nei termini previsti".

Acqua con concentrazioni di arsenico, risarcimento del danno e responsabilità in ambito condominiale.

Il provvedimento del Tribunale di Roma, è innovativo ed unico nel suo genere in quanto, per la prima volta in Italia, è stata ritenuta fondata la domanda di condanna alle restituzioni per tutti gli utenti del servizio non avendo potuto costoro fruire del servizio idrico.

Secondo i legali "si tratta di una pronuncia di grande rilevanza collettiva i cui principi, in caso di esito positivo del giudizio, potranno essere estesi a tanti casi e situazioni analoghe su tutto il territorio nazionale (…) ed aprono degli spazi di tutela inediti per tanti cittadini che, senza lo strumento della class action, hanno dovuto subire passivamente, in questi anni, fenomeni di inquinamento e pagare egualmente il canone idrico.

In ogni caso - gli avvocati rilevano - che, "al di là del valore economico della controversia, la forza di questo tipo di azioni è la valenza deterrente che esse assumono in funzione di tutela degli interessi e della salute della generalità dei cittadini".

Da ultimo, si ricorda che il provvedimento precisa che:

  1. che devono ritenersi inclusi nella classe e possano aderire all'azione tutti i soggetti titolari di un contratto di somministrazione idrica con i Comuni di Montenero di Bisaccia e Petacciato nel periodo 28.12.2010/3.1.2011;
  2. la pubblicazione del provvedimento, a cura e spese delle parti proponenti su "Il Messaggero", "Corriere della Sera" e "La Repubblica";
  3. la fissazione di un termine per il deposito degli atti di adesione presso la cancelleria del Tribunale;
  4. la trasmissione delle ordinanze al Ministero dello Sviluppo Economico per le ulteriori forme di pubblicità di competenza.

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Il precedente. Non meno di un anno fa, con una recente sentenza del TAR del Lazio, numero 664 del 2012, sono stati condannati il Ministeri della Salute e dell'Ambiente a risarcire gli utenti dell'acqua di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) con 100 euro a cittadino.

Il TAR ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa.

La sentenza afferma un principio fondamentale: fornire servizi insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute.

Alla luce di quanto accaduto alcune associazione dei consumatori sta promuovendo anche una nuova azione giudiziaria collettiva (class action), chiedendo il risarcimento di 1500 euro per ogni abitante e una riduzione della tariffa idrica.

Sicuramente è solo l'inizio di una faccenda che farà molto discutere ed apre una nuova strada che potrà essere percorsa anche per chiedere i danni da inquinamento dell'aria e da degrado nelle grandi città in cui la vivibilità è fortemente pregiudicata causa degrado ambientale.

Sulla stessa linea è da segnalarsi anche il provvedimento emesso dal Giudice di pace di Civita Castellana che ha stabilito che: " se vengono riscontrate nell'acqua tracce di arsenico il canone va pagato a metà, quello invece per la depurazione resta in stand-by".

Anche questa sentenza rappresenta un procedente molto importante che produrrà una serie ricorsi da parte di cittadini e associazioni di consumatori che erano già intenzionati a chiedere indietro le somme pagate per i canoni idrici dal 2009 in poi.


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