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Druid011

Contatore gas esterno

Buongiorno.

Il condomino del piano terreno sta eseguendo dei lavori di ristrutturazione ed ha posato il contatore del gas all'esterno del suo muretto del balcone che da sul cortile condominiale. Non avrebbe dovuto posarlo all'interno della sua proprietà? L' esterno del suo balcone non fa parte dell'edificio condominiale per cui quindi avrebbe dovuto perlomeno richiedere l'approvazione dell'assemblea condominiale?

 

Grazie

Saluti

a mio parere : il bacone aggettante è di proprietà esclusiva del condomino che ha apposto il contatore . Mi pare invece una questione di decoro violato e allora si' la questione diverrebbe di competenza condominiale . In caso di controversia (il condominio dice che lede il decoro, il condomino del piano terra sostiene il contrario ) occorre adire la conciliazione-mediazione

Ma quale conciliazione? Solo un giudice decide sul decoro e in ogni caso è l'azienda erogatrice del gas che decide dove va messo il contatore che, oggi, deve essere in vista e non all'interno della proprietà (dentro il balcone). Andava al massimo messo fuori dall'ingresso e all'interno di una cassettina. Se questo spostamento è stato fatto "abusivamente" chiamate l'azienda erogatrice del gas e vedete cosa vi dice.

x Wolverine75 : ma tu l'educazione dove l'hai imparata? al macello comunale?

ti spiego come si risponde: non sono d'accordo a mio avviso..solo un giudice

Bisogna evitare di dire castronerie...chi legge potrebbe crederti......non è questione di essere d'accordo o meno...è questione che chi scrive vuole notizie certe, non cose buttate lì a caso.

Attendevo l’intervento di ammonimento di qualcuno a ma devo arrangiarmi da me .

Dispiace constatare che La sua mente è oscurata da molta prosopopea e poca conoscenza ; nessuno ha messo in dubbio (il merito ) ossia che il posizionamento di un contatore del gas debba sottostare a delle regole prescritte dagli organi di vigilanza ; quella che pare ovvio anche a un ragazzino delle elementari è che tale prescrizione debba ottemperarsi ai requisiti di decoro architettonico (patrimonio collettivo) : appendere un contatore al balcone " a caso " come lamentato, dubito soddisfi tali requisiti; invece posizionarlo all’esterno in una posizione discreta puo’ soddisfare una necessità e l’altra .

Riguardo al docoro architettonico lei con stile, educazione e garbo ineguagliabili sostiene raffinatamente e letteralmente “ ma quale conciliazione !!!!”

Questa è la dimostrazione della sua scarsa conoscenza delle norme ( che fa il paio con la sua arroganza) . Lei

Evidentemente ignora l’istituto della mediazione conciliazione che impone di transitare da tale istituto prima di accedere al Giudice naturale. Le potrei spiegare ma Lei non merita , per cui taccio. Visto lo stile da Lei adottato, le prossime sue metaforicamente finiranno laddove ripongo i residui della cene del mio amato felino . Per cui mi asterrò da successive repliche qualificandole…… come tempo perso.

( consiglio: maggiore umiltà non guasta mai )

Tranquillo.....ti sei presentato alla grande in altri post...e anche lì sei stato ampiamente smentito. Non vale la pena nemmeno perdere tempo a spiegarti cosa sia e chi decida per il decoro architettonico, che MAI passerà per la mediazione-conciliazione (sarebbe in ogni caso tempo perso).

In questo caso parliamo addirittura di proprietà privata (sai che il balcone è privato vero?)......figuriamoci se risolvi qualcosa senza un giudice.

Sei entrato nel merito di una discussione, e il tuo intervento ne è dimostrazione, in modo totalmente inutile.

Qui non si deve discutere il decoro ma il fatto che tale posizionamento, al 99%, è stato fatto abusivamente, ovvero senza contattare l'azienda erogatrice. Il problema sta lì, non nel decoro...ma capisco che con le fette di prosciutto sugli occhi non è che si può leggere benissimo.

Se fai le consulenze così come leggi...poveretti quelli che capitano sotto di te.

Faccio una eccezione. e poi chiudo davvero.

Gentile ingegnere Lei insiste, ma falla: la signora nella domanda chiedeva lumi partendo da un presupposto errato: ossia che si sarebbe potuta svolgere una assemblea per discutere la questione partendo dal presupposto che il balcone fosse di proprietà condominiale.

Nella risposta precisavo per informazione della educata signora che il balcone aggettante non è di proprietà condominiale ma di proprietà individuale e che il presupposto, invece su cui il condominio poteva intervenire era il decoro architettonico, se violato. L’assemblea in altri termini avrebbe potuto dare delle prescrizioni diverse dal comportamento adottato dal condomino pur sempre ( e questo è acqua calda) nel rispetto delle norme prescritte dagli organi preposti.

Per cui in questo ragionamento solo uno sprovveduto puo’ cogliere “castronerie “. Per quanto riguarda la conciliazione-mediazione la rimando a quanto prescritto dalla legge .

Per il resto tranquillo , anche io eviterei di affidarle pur anche la progettazione di un muretto di cinta. Temerei che crollasse miseramente al primo soffio di vento

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