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Haoren

DM 5/7/75 ... accese discussioni tra condòmini a causa di umidità

Buongiorno,

il pianterreno del palazzo in cui abito è composto da due alloggi che da sempre sono chiusi, senza inquilini e destinati a non essere mai utilizzati dai proprietari perchè gli impianti elettrico, idrico, termosifoni sono del 1930 e non più idonei o sicuri. Il riscaldamento è autonomo (in origine centralizzato).

Un inquilino al primo piano ha inviato la richiesta di ispezione alla ASL, lamentando condensa ai pavimenti, muffa alle pareti, ai soffitti e addirittura dentro un armadio.

 

L'ispettore ASL ha raccomandato al proprietario del pianterreno di verificare l'isolamento e la coibentazione di pareti e finestre degli alloggi "chiusi", scrivendo che la temperatura non deve scendere sotto i 18 C° ai sensi dell'art. 4 DM 5/7/1975.

 

Io (caposcala) che "devo" fare da mediatore tra i vari proprietari come spiego che se una casa è chiusa, tuttavia non può essere troppo fredda ?

E' questa in soldoni la corretta interpretazione della norma ?

In caso in cui non si provvedesse alla coibentazione dell'alloggio vuoto, il proprietario del piano sovrastante che lamenta umidità al pavimento etc... può far chiedere la sospensione dell'abitabilità per carenza di requisiti igienico sanitari ?

 

Grazie !

Lasciando da parte i DM citato che riguarda l'abitabilità dell' appartamento , a mio parere devi far presente al proprietario dell'appartamento vuoto che è suo dovere vigilare e mantenere il controllo della sua proprietà affinché siano evitati danni a terzi e che proprio per questo motivo deve intervenire in quanto il proprietario dell'appartamento sovrastante in base all'art. 2051 del c.c. riuscendo a dimostrare tramite perizia che il danno che sta ricevendo in seguito all'umidità è dovuto al mancato riscaldamento dell' appartamento lasciato a lungo incustodito, potrà rivalersi nei suoi confronti per il risarcimento dello stesso e chiederne l'eliminazione della causa anche ricorrendo in giudizio.

Tu come " caposcala" poco e niente potrai fare, se non cercare di far capire ma, senza alcuna responsabilità .... se vi è una raccomandazione dell'Asl in tal senso e il proprietario del pianterreno non ottempera, obbligatoriamente si dovrà procedere per vie legali, se del caso

Il DM citato riguarda norme igieniche e sanitarie necessarie al riconoscimento dell'abitabilità di un appartamento atte a tutelare chi ci abita e non gli abitanti di altri appartamenti. Fatto salvo che l'Asl potrà togliere l'abitabilità all'appartamento in questione, la cosa non risolverebbe il problema del danno arrecato al condomino sovrastante. Questo il mio parere

Chi riporta il danno deve essere sicuro che gli è causato dall'appartamento vuoto non può sostenerlo a priori ma deve far fare una perizia ad un tecnico: solo dopo aver appurato la realtà delle cose potrà eventualmente rivalersi nei confronti di chi gli causa il danno stesso in base all' art.2051 .

Il DM non conta. Tutto questo è da me sostenuto nel post 2

Chi riporta il danno deve essere sicuro che gli è causato dall'appartamento vuoto non può sostenerlo a priori ma deve far fare una perizia ad un tecnico: solo dopo aver appurato la realtà delle cose potrà eventualmente rivalersi nei confronti di chi gli causa il danno stesso in base all' art.2051 .

Il DM non conta. Tutto questo è da me sostenuto nel post 2

Concordo con te.

Non basta il decreto citato e non basta neanche una RACCOMANDAZIONE (parere informale) dell'ispettore ASL.

Mantenere 18° in un appartamento disabitato mi pare un'assurdità.

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