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mazzol

Palazzi energeticamente autonomi dal 2018/2020

ho scoperto che fra le cose che "l'europa ci chiede" e che noi accettiamo vi è l'impegno a non costruire più nessun edificio pubblico dal 2018 e nessun edificio privato dal 2020 che non sia energeticamente autonomo.

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Leggendo tra le righe di queste "cose da fare" appare evidente che gli edifici già esistenti dovranno vedersela con quelli nuovi ed avranno un valore inferiore.

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Per correrevsi ripari ho rispolverato alcuni vecchi conteggi del 2006 che mi portavano a "formulare una ipotesi convinta che" per quanto riguarda l'energia elettrica il tetto di un palazzo di abitazione con negozi al piano terra e quattro piani abitati se dotato di impianto fotovoltaico genera (su base annua) quasi il doppio di quanto consuma.

Sono passati dieci anni ... probabilmente i conteggi sarebbero da rifare con risultati più favorevoli nella situazione esaminata controllando tutti i consumi.

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Ma per essere autonomi energeticamente non basta pensare alla corrente elettrica .... esaminiamo il riscaldamento .... e qui mi farebbe comodo un aiutino da un termotecnico ...

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La palazzina in esame ora è circondata da verde privato, ha cinque ampie cantine ed un impianto di riscaldamento condominiale che utilizza uno scambiatore termico grazie al quale acqua riscaldata da lontano bruciando qualche inquinante cede calore all'acqua che circola nei nostri termosifoni.

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Ora mi chiedo ... le pompe di calore che operano nel terreno (giardino o cantine)

che potenza hanno ....

ce la fanno a generare un Mw di calore al giorno? ....

quanta corrente serve per farle funzionare?

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La palazzina in esame probabilmente non sarà mai energeticamente autonoma. Trattandosi di una palazzina esistente ormai da almeno una decina d'anni (se scrivevi nel 2006 suppongo parlando della stessa palazzina) per renderla tale andrebbe sicuramente rivista e migliorata la coibentazione. Un impianto fotovoltaico da solo avrebbe una superficie troppo grande, per garantire il riscaldamento. Gli impianti che "estraggono" il calore dal terreno sono interessanti ma è da valutare la loro effettiva efficienza. Un edificio a consumo zero deve essere pensato tale fin dalla sua nascita; riscaldamento a pavimento, coibentazione esterna/interna e materiali di tipo e qualità adeguati sono elementi indispensabili, che difficilmente puoi sostituire in un edificio esistente.

 

Continuiamo a sognare di non vedere più bollette del gas (male non fa) ma non lo vedo un traguardo per tutti...

 

PS: io purtroppo vivo addirittura in una casa non servita dal metano e già liberarmi del bombolone GPL sarebbe una vittoria!!!!

Vorrei fare qualche considerazione ....

ma mi mancano alcuni dati ...

 

Ora un palazzo di circa 5000 metri cubi viene riscaldato con una media di 194 MW in un anno.

 

Questo è un dato contabile legato alla energia termica fornita da una apparecchiatura che fornisce a diversi palazzi l'acqua calda necessaria a scaldare quella che circola nei nostri termosifoni.

 

Ora la domanda che mi pongo è:

Utilizzando vari sistemi oggi disponibili

quanta energia elettrica sarebbe necessaria per produrre quei 194 MW?

E la domanda successiva è "su base annua ... "

Quanta energia elettrica può produrre oggi quel palazzo?

 

Il discorso su come ridurre poi il consumo per arrivare al pareggio o ad saldo positivo è la parte successiva....

 

ma in prima istanza se per caso il saldo presenta già un sostanziale pareggio ....

beh quel palazzo ... consuma quanto produce ... è innegabile.

 

Se poi ogni tanto produce di più ed altre di meno ... la nostra nazione non è una isola deserta .... i sistemi sono complessi e vanno gestiti

 

abbandonati i combustibili inquinanti gioia delle grandi centrali che bruciano combustibili che vanno acquistati all'estero

 

usare quelli ecologici prodotti "gratis" localmente .... senza pagare nulla per il combustibile significa solo che quei soldi restano qui.

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