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jaxy

Ripartizione spese acqua - c'è qualche appiglio legale per uscire da questa situazione?

Gentili Amministratori mi rimetto alla vostra esperienza.

In un condominio completamente fratturato dalle liti è diventato argomento delicatissimo la ripartizione spese dell'acqua. Mi spiego:

Una metà sostiene che il consumo dovrebbe essere ripartito partendo dai metri cubi segnalati da ogni singolo contatore e su questi poi applicate le tariffe secondo le aliquote e le fasce (che scalano ogni 92 metri cubi) proposte dal bollettino ufficiale regionale lazio BURL.

L'altra metà invece ripartirebbe le spese partendo dall'effettivo fatturato acea, e poi secondo il consumo di ogni singolo contatore.

Ora nel primo caso i consumatori accaniti di acqua si vedrebbero ripartiti i consumi su fasce inesistenti sulle effettive bollette acea (mi riferisco alle eccedenze), ma pagherebbero per quanto consumato.

Nel secondo caso ci sarebbe una ditribuzione delle spese piu' omogenea ma i risparmiatori si vedrebbero caricati dei consumi di cui al primo caso.

Ora mi chiedo: in presenza di un regolamento contrattuale che non specifica nulla in merito, c'è qualche appiglio legale per uscire da questa situazione? E nel caso, con che maggioranza si potrebbe decidere quale tipo di ripartizione utilizzare? Volendo chiudere questa storia una volta per tutte, quale sarebbe la maggioranza per integrare questo tipo di ripartizione spese in un regolamento contrattuale?

 

Grazie mille

Scritto da jaxy il 21 Apr 2013 - 18:18:17: Gentili Amministratori mi rimetto alla vostra esperienza.

In un condominio completamente fratturato dalle liti è diventato argomento delicatissimo la ripartizione spese dell'acqua. Mi spiego:

Una metà sostiene che il consumo dovrebbe essere ripartito partendo dai metri cubi segnalati da ogni singolo contatore e su questi poi applicate le tariffe secondo le aliquote e le fasce (che scalano ogni 92 metri cubi) proposte dal bollettino ufficiale regionale lazio BURL.

L'altra metà invece ripartirebbe le spese partendo dall'effettivo fatturato ac [...]

Avete provato a fare una simulazione dei 2 metodi?

Se sì di che scarto in termini di euro ci sarebbe nelle 2 ipotesi?

 

Il metodo più corretto è quello che più si avvicina al "reale" (come se ognuno fosse indipendente).

 

Da considerare che ci sono inevitabili "sprechi" e forse usi comuni.

 

 

La differenza è consistente nell'ordine dei 400 euro per i consumatori maggiori e 40 per quelli minori. Il problema è che nessuna ditta è disposta ad applicare eccedenze ai condomini nelle ripartizioni quando in bolletta non ci sono. Vorrei capire se esite una legge per cui tali ditte si muovono in questo modo.

 

 

Scritto da jaxy il 22 Apr 2013 - 17:33:16: La differenza è consistente nell'ordine dei 400 euro per i consumatori maggiori e 40 per quelli minori. ???.

 

 

 

Cioè vorresti dirmi che seguendo il metodo A il condomino Bianchi (grande consumatore) pagherebbe 400 Euro in meno all' anno rispetto al conteggio con il metodo B ???

 

Mentre allo stesso modo, ma in situazione inversa il condomino Rossi (piccolo consumatore) pagherebbe 40 Euro in più con il metodo B???

 

Ma chi ci abita nell' abitazione di Bianchi...un esercito?

 

 

 

Modificato Da - dimaraz il 23 Apr 2013 07:58:34

 

Modificato Da - dimaraz il 23 Apr 2013 08:26:39

 

Modificato Da - dimaraz il 23 Apr 2013 08:27:08

Scritto da jaxy il 21 Apr 2013 - 18:18:17: ... E nel caso, con che maggioranza si potrebbe decidere quale tipo di ripartizione utilizzare? Volendo chiudere questa storia una volta per tutte, quale sarebbe la maggioranza per integrare questo tipo di ripartizione spese in un regolamento contrattuale?

Per integrare il regolamento contrattuale occorre l'unanimità dei condòmini (1000 millesimi).

 

A mio modo di vedere il criterio legale di riparto della bolletta ACEA e che ognuno paga il consuno personale secondo le fasce di consumo (art. 1123 comma 2)

 

La differenza tra le somme raccolte da tutti in base ai consumi e la bolletta ACEA, sia in eccesso che in difetto, sarà ripartita in base ai millesimi di proprietà.

 

Premetto che a mio avviso sarebbe più equo ripartire le differenze (eccedenza condominiale spesso dovuta a bolle d'aria presente nelle condutture, quindi più acqua tiri più aria consumi) in proporzione ai consumi personali, ma per derogare al criterio legale serve l'unanimità o almeno che la minoranza accetti senza impugnare.

 

 

Scritto da Leonardo53 il 23 Apr 2013 - 08:21:52:

Per integrare il regolamento contrattuale occorre l'unanimità dei condòmini (1000 millesimi).

 

[...]

 

Anche un Regolamento Contrattuale può essere modificato in alcune sue parti con maggioranze diverse dall' unanimità.

 

In questo caso poi non si tratta di modificare il criterio stabilito nel Regolamento, bensì come applicare una scala variabile di prezzi per una particolare conformazione del listino di un ente erogatore.

Magari cambiano ente erogatore e cambia la tabella di prezzo in funzione del consumo.

 

Concordiamo sul "giusto" criterio (prezzo in base alle fascie)..ma non rischierei una impugnazione da parte di un contrario, che comunque diventerebbe probabile se le differenze sono quell citate, per me inverosimili in un condominio normale salvo uno dei condomini non abbia una piscina privata cui cambia l' acqua 1 volta al mese..

 

 

 

Scritto da dimaraz il 23 Apr 2013 - 09:03:39:

.....ma non rischierei una impugnazione da parte di un contrario, che comunque diventerebbe probabile se le differenze sono quell citate

Non so se è chiaro (se ho capito male io prego Jaxy di chiarire), ma chi vuole ripartire l'intera bolletta ACEA con il secondo metodo vuole solo risparmiare a scapito di chi consuma poca acqua.

Da come ho capito io, il secondo metodo prevede che si prende il totale della bolletta, lo si divide per i mc. totali e si ricava il prezzo a mc che paga il condominio; tale prezzo al mc lo si moltiplica per i mc. consumati da ognuno e si incassano i relativi importi.

 

Questo metodo non rispetta assolutamente il criterio legale (pago quello che consumo in base alle tariffe).

Il mio ente, ad esempio, prevede fasce di consumo che vanno da €. 0,60 ad €. 2,40 a mc.

 

Chi consuma il triplo dell'acqua che consumo io non può fare media con me, facendo aumentare i miei costi ed abbasare i suoi.

 

Per quanto riguarda il regolamento contrattuale concordo che alcune cose possono essre modificate a maggioranza, ma nel caso di deroga al criterio legale (e questo mi sembra il caso), occorrono 1000 millesimi.

 

 

Cercherò di spiegare meglio con un esempio:

 

Il Sig. Bianchi consuma annualmente 900 metri cubi

Il Sig. Rossi ne consuma 90.

 

Ora secondo il contratto di utenza acea ogni condominio può usufruire di 92*N metri cubi (dove N sta per numero appartamenti) di acqua a fascia. Questo comporta che il sig Bianchi usufruirà del risparmio del sig. Rossi facendo rientrare il suo conumo all'interno di fascie ben al di sotto della sua competenza.

 

Purtroppo tutte le ditte a cui mi sono rivolto applicano il principio che se sulle fatture acea non sono presenti eccedenze automaticamente queste non vengono applicate al caso del Sig. Bianchi. Si conseguenza si vedrà conteggiato il suo consumo al massimo per le facie presenti sulle effettiva bolletta condominiale (con un notevole risparmio a discapito del Sig. Rossi).

 

Ora io volevo capire se vi fosse un principio legale su cui queste ditte si basano per ripartire le spese in questo modo (ossia eliminare le fascie non consumate nella bolletta condominiale).

Una legge,quindi, a cui i condomini possono far riferimento senza cadere in liti.

 

Saluti

 

 

 

Modificato Da - jaxy il 23 Apr 2013 14:05:51

 

Modificato Da - jaxy il 23 Apr 2013 14:07:17

Scritto da jaxy il 23 Apr 2013 - 14:04:47: Cercherò di spiegare meglio con un esempio:

 

Il Sig. Bianchi consuma annualmente 900 metri cubi

Il Sig. Rossi ne consuma 90.

 

Ora secondo il contratto di utenza acea ogni condominio può usufruire di 92*N metri cubi (dove N sta per numero appartamenti) di acqua a fascia. Questo comporta che il sig Bianchi usufruirà del risparmio del sig. Rossi facendo rientrare il suo conumo all'interno di fascie ben al di sotto della sua competenza.

 

Purtroppo tutte le ditte a cui mi sono rivolto applican [...]

Avevo capito bene.

Nella mia città le ditte conteggiano in modo differente (come è giusto che sia).

 

Chi consuma 900 mc paga fino alla fascia più alta di sua competenza sebbene poi ci siano altri 20 condòmini che consumano solo in fascia bassa facendo abbassare il costo totale della bolletta.

 

Con questo sistema se non dovesse esserci spreco si incasserà più di quanto dovuto.

Quell'ulteriore somma incassata e non spesa va restituita, come avevo già prospettato, con il criterio legale (millesimi di proprietà) o con un criterio più ragionevole (in poroporzione ai consumi personali).

 

 

Salve, colgo l'occasione per porre un problema simile sulla ripartizione del consumo dell'acqua condominiale. Premetto che il condominio è composto da 6 palazzine ed alcune ville singole, quindi ha un sottocontatore per ogni palazzina, e un contatore per ogni villetta. Quel che succede è che, sistematicamente, sommando i consumi segnalati da tutti i contatori, mancano molti m3 per raggiungere il totale dei m3 fatturati. A questo punto, invece di dividere la somma delle bollette per i m3 fatturati, ed avere il costo delle bollette annuali per metro cubo e poi rifatturarlo secondo i consumi, vengono direttamente divisi gli importi fatturati per i m3 RILEVATI e così ripartito il costo. Cosa ne deriva? Che i m3 mancanti vengono a pesare non in base ai millesimi, ma in base a chi consuma più acqua. Infatti alcune villette, che consumano più acqua di altre, si ritrovano a pagare la maggior parte dei m3 mancanti. Ad esempio, se invece di risultare il costo al m3 pari ad 1 euro, ne risulta un costo di 1.5 euro, chi ha consumato 100m3 paga 150 euro (invece di 100) e chi ha consumato 10m3 paga 15 euro (invece di 10), per cui il primo ha avuto un danno di 50 euro, ed il secondo di 5 euro, pur avendo gli stessi millesimi. Non sarebbe più corretto computare per tutti l'effettivo costo al m3 sostenuto dal condominio, moltiplicato per i consumi, e la differenza mancante, farla pagare a tutti in base ai millesimi? Grazie.

Scritto da bimbola65 il 23 Apr 2013 - 15:47:56: Salve, colgo l'occasione per porre un problema simile sulla ripartizione del consumo dell'acqua condominiale. Premetto che il condominio è composto da 6 palazzine ed alcune ville singole, quindi ha un sottocontatore per ogni palazzina, e un contatore per ogni villetta. Quel che succede è che, sistematicamente, sommando i consumi segnalati da tutti i contatori, mancano molti m3 per raggiungere il totale dei m3 fatturati. A questo punto, invece di dividere la somma delle bollette per i m3 fatturat [...]

e perchè non cercare dove sono le perdite?

 

 

 

 

Ovviamente, sarebbe l'ideale, ma questa situazione si protrae dal 2005 e dopo 8 anni il condominio fa orecchie da mercante, perchè la ricerca del guasto presuppone di sostenere altre spese...

Venendo quindi a cadere questa ipotesi, cosa ne pensate della soluzione da me prospettata? Grazie ancora.

Non siamo ancora riusciti a sapere quanti m3 sono mancanti, sta di fatto che il costo dell'acqua viene maggiorato del 35% circa rispetto alla quota addebitata dal gestore. E' questo che non ci sembra corretto, i danni poi, come anticipato, sono variabili. In media c'è un consumo di 500m3 di acqua a testa, che generano in media 150/200 euro di differenza.

Ma indipendentemente dalle cifre, cosa ne pensate di rifatturare l'acqua ad un prezzo maggiorato????

Grazie.

Scritto da bimbola65 il 24 Apr 2013 - 16:22:17: Non siamo ancora riusciti a sapere quanti m3 sono mancanti, sta di fatto che il costo dell'acqua viene maggiorato del 35% circa rispetto alla quota addebitata dal gestore. E' questo che non ci sembra corretto, i danni poi, come anticipato, sono variabili. In media c'è un consumo di 500m3 di acqua a testa, che generano in media 150/200 euro di differenza.

Ma indipendentemente dalle cifre, cosa ne pensate di rifatturare l'acqua ad un prezzo maggiorato????

Grazie.

500 mc a testa in che senso...per ogni persona o per ogni appartamento/unità?

 

 

 

Scusa il ritardo con cui rispondo ma sono stata fuori per lavoro.

Mi chiedevi i m3 se sono relativi alla palazzina o all'appartamento, sono relativi ad ogni singola villetta che fa parte del condominio, ma forse non riesco a farmi capire, NON SONO IN CONTESTAZIONE I M3 FATTURATI, in quanto i M3 sono rilevati dai singoli contatori! Quello che contestiamo noi nel condominio è che i nostri 500MC non ci vengono fatturati al costo pagato dal condominio ma ad un costo più alto, è questa la nostra richiesta, capire se è corretto che il condominio, indipendentemente da quanti m3 tu consumi, paghi AD ESEMPIO 1 euro per 1 mc e poi si faccia pagare dal condomino 1.5 euro per 1 mc. Non so come spiegarlo diversamente, mi sembra un concetto facile ma evidentemente non riesco ad esprimermi. Vorremmo sapere se E' CORRETTO FATTURARE UNA SPESA DI ACQUA AD UN COSTO MAGGIORATO. Per chiarezza ti preciso che c'è un'ulteriore voce di spesa, relativa all'acqua condominiale, che paghiamo anch'essa ad un prezzo maggiorato. Grazie ancora e buona giornata a tutti.

 

 

Buon giorno a tutti

Non entro nello specifico della discussione in atto.

Mi limito a far notare che il principio delle fasce tariffarie crescenti nella ripartizione di qualsiasi tipo di spesa penalizza grandemente le famiglie numerose.

Il ché, in un paese come l'Italia ove, lo sappiamo tutti, non vengono messi al mondo abbastanza figli per garantire almeno il normale ricambio generazionale, mi sembra perlomeno un comportamento miope e autolesionistico.

IL metro cubo di acqua abbia un costo certo. Chi consuma molto pagherà molto e chi consuma poco pagherà poco. Fine della discussione.

Niente premi per i "single" e niente punizioni per le famiglie numerose. Quindi niente fasce tariffarie!

Così la vedo io. Grazie e buona fortuna a tutti.

Inviterei, compresa la sottoscritta, a scrivere soltanto e se ritenete che possa essere utile il vostro/mio intervento, va da se che ritengo utile questo mio intervento e vi dico subito perché: forse, il mio è l'uncico (spero di no) Condominio in Italia, con 41 Utenze, che di massima va bene, lo Amministro dal 2009, trovando, già nella precedente Amministrazione, tanta “Buona Condotta” e vorrei elargire la nostra esperienza, mettendola a disposizione di tutti.

Il Condominio è del 1971, già a suo tempo, il “costruttore”, ha redatto n° 4 “Tabelle Millesimali”, per i vari usi, ma nello specifico la ripartizione dell'acqua viene fatta sulla base dei contatori a discarica di ogni utente e fin qui tutto semplice.

Lo “SFIDO”, il boccone amaro, viene ripartito in maniera proporzionale ai propri consumi, come recita l'Articolo 1123 del Codice Civile, Comma Secondo, riporto di seguito tutto l’articolo: (Art.1123 C.C.)""""Le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio per la prestazione dei servizi nell'interesse comune e per le innovazioni deliberate dalla maggioranza sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa convenzione.

(comma secondo) Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono ripartite in proporzione dell'uso che ciascuno può farne.

Qualora un edificio abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte dell'intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico del gruppo di condòmini che ne trae utilità"""(fine Art.).-

Ho sottolineato quello che interessa a noi, che non parla di “Valore Proporzionale alla Proprietà”, ma dice che deve essere ripartiva in misura diversa e proporzionalmente all’uso che ciascuno ne può fare, facciamo il punto della situazione:

1) Le spese fisse vanno ripartite in parti uguali, in quanto ricadono sull’utenza;

2) Se ci sono i contatori a discarica, ognuno pagherà in base al proprio “consumo” (vedi punto 3);

3) Lo SFIDO , causa di tanti mali, è prodotto se si consuma acqua, va da se che verrà ripartito, come recita il Secondo Comma dell’Art. 1123, in proporzione ai propri consumi dettati dal fatto che ognuno è libero di farne un uso diverso e più acqua si consuma maggiore sarà lo SFIDO riportato in fattura, dovuto all’aria che i motori, per pompare l’acqua, inevitabilmente, producono. Si sono intentate cause vinte, giustamente dico anche io, dai gestori dell’acqua, ecco perché non si possono istallare sfiatatoi a monte del contatore dell’acqua.

Nessuno ha mai pensato, invece, di far scorporare all’Ente Acqua il costo dell’Energia Elettrica da quello dell’Acqua, cosi facendo il costo per l’Energia Elettrica verrebbe ripartito per le effettive utenze che potendo apporre gli SFIATATOI andrebbero a pagare i “VERI” Metri Cubi, d’Acqua, consumati: utopia? L’impianto che eroga l’acqua, al circuito cittadino, serve a tutte le utenze, anche se temporaneamente chiuse, ciò renderebbe più chiara la “Spesa Fissa” e l’utente saprebbe quanto gli costa, realmente, al Mc l’acqua: forse troppa trasparenza!

Chi ha l’appartamento chiuso deve pagare le spese fisse di “Ordinaria Amministrazione” e se si vuole essere pignoli anche una quota, stabilita in assemblea, se non altrimenti rilevabile, che riguarda l’acqua consumata per la pulizia delle parti comuni, per innaffiare il giardino ecc. ecc. ecc. Anche su quest’ultima quota verrà calcolato lo SFIDO, sempre in proporzione ai Mc consumati, ciò abbasserebbe, in maniera impercettibile, se non si ha tanto verde comune, lo sfido ripartito alle utenze.

In conclusione, chi non preleva acqua dal circuito idrico, non preleva o consuma aria, causa principale dello SFIDO, quindi, come gli si può addebitare una cosa di cui non ha usufruito e che non ha consumato?

Comunque, l’Art. 1123 (Secondo Comma) recita che se la cosa è destinata a servire in maniera diversa gli utenti, la spesa deve essere ripartita in proporzione all’uso che ciascuno può farne: dove si parla di millesimi? ….ci si rifà al primo comma?

Di fatto, per il godimento delle altre cose in comune, ci sono altre Tabelle Millesimali che assegnano, Millesimi diversi, in base all’importanza dell’uso che il bene in comune ha per i singoli proprietari, vedi: Ascensore; Pulizia Scale.

Altro punto duro della questione acqua, è chi fa rientrare nella Gestione Ordinaria la spesa relativa all’Acqua, non trovo nessun riferimento giuridico che ne attesti la fondatezza, salvo qualche sentenza trasversale e degli articoli del Sole 24 Ore, al quale chiederei maggior aiuto per i contribuenti e chiarezza per l’Articolo da loro pubblicato (sotto ho riportato il link), anche perché l’Art. 1130 al punto n. 10 parla di Rendiconto Condominiale, nel 1130 bis. Il Legislatore fa chiarezza su cosa deve contenere il Rendiconto Condominiale, non specifica “Ordinario” e l’Articolo a se non giustifica il far rientrare l’Acqua nell’Ordinaria Amministrazione di un Condominio”.

Far rientrare il costo dell’acqua, di ogni singola unità, nel “Preventivo di Spesa Ordinaria” è, permettetemi di dirlo, assurdo, anche perché un appartamento potrebbe essere chiuso, nel bel mezzo dell’anno e continuerebbe a pagare un ipotetico consumo, assegnato poi su quali basi, l’ente gestore emette la fattura, finalmente, in base all’effettivo consumo dell’utenza, mentre è cosa diversa per la Luce della Scala, per quella dell’Ascensore e per la loro Manutenzione Ordinaria (qui ci sta tutta) queste spese “Preventivate” le paga lo stesso anche l’appartamento che chiude in corso d’opera, e già questo evidenzia la differenza sostanziale delle spese e dovrebbe far comprendere, quali sono le “Quote di Ordinaria Amministrazione” da quelle che non possono rientrarci, per la loro estrinseca natura ed anche per il semplice motivo che si pagano solo ed or quando vengono, personalmente, consumate ( ad esclusione delle quote fisse che però hanno la cattiva abitudine di cambiare in corso d’opera).

Quanto da me scritto non vuole assolutamente ledere nessuna persona e se inavvertitamente posso averlo fatto me ne scuso, spero invece possa tornare utile.

Cordiali Saluti.-

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-06-06/l-acqua-e-servizio-idrico-integrato-sono-sempre-gestione-ordinaria-133102.shtml?uuid=ADlwN1V

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