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Alessandro8181

Privacy - l'amministratore è dunque colpevole di non aver garantito la privacy?

Salve, ho un quesito, forse stupido ma vorrei chiarimenti.

Un amministratore è tenuto per legge a garantire la privacy dei condomini, intendo però dal punto di vista informatico.

Allora, supponiamo che nello studio dell'amministratore entrano tante persone e tanti "ipotetici" dipendenti.

Uno di questi dipendenti, scaltro più degli altri, si fa una bella copia dei dati di studio, numeri di conto, passwords, e chi più ne ha più ne metta....insomma ha tutto quello che c'è in via digitale.

Fin qui...nonostante il reato di appropriazione indebita mi sorge un dubbio.

L'amministratore concede ad uso uno suoi computer ad un dipendente, il quale però NON dovrebbe avere accesso alle risorse di archiviazione, se non l'hard disk per il normale uso.

Porte usb, floppy, masterizzatori ed ogni sorta di archiviazione anche internet DOVREBBE essere inibita e sbloccata solo dall'amministratore in caso di necessità.

Supponiamo però che nell'ufficio X non solo i dipendenti, ma anche le altre persone usino le proprie chiavette usb per stamparsi le cose personali, una tra questi si fa l'intero backup di tutto il digitale (che in fondo sono pochi MB e quindi è un'operazione abbastanza veloce).

L'amministratore è dunque colpevole di non aver garantito la privacy?

Che cosa rischia nel caso fosse colpevole?

 

Grazie

Se il dipendente o altra persona estranea allo studio forza i dati di accesso del c/c condominiale si autoemette un bonifico a suo nome e di chi altri vuole lui, è due volte pirla:

- compie un reato penale e ne risponde in prima persona;

- si fa scoprire nel giro di tre secondi.

Se lo stesso soggetto scarica i dati contabili/fiscali/anagrafici di un intero condominio resta sempre un pirla perchè non se ne farebbe niente.

Se tutto ciò avvenisse con la complicità volontaria dell'amministratore, questi va denunciato e revocato. Infatti egli ha, tra l'altro l'obbligo di:

da art. 1130 cc:

"c. 8. conservare tutta la documentazione inerente alla propria gestione riferibile sia al rapporto con i condomini sia allo stato tecnico-amministrativo dell’edificio e del condominio;"

Se il tutto avviene senza che l'amministratore sappia qualcosa, non può certo risponderne personalmente.

Fino a qui sono favorevole. Però l'amministratore che non ha bloccato tutte le memorie per l'archiviazione, non ha nello stesso tempo sbagliato? In fondo ai tempi d'oggi la privacy parte da li.

Quindi nonostante l'amministratore sia estraneo alla cosa, non sarebbe comunque colpevole di non aver protetto adeguatamente i suoi computer lasciando che chiunque potesse usarli?

Poi che il dipendente non se ne faccia nulla è vero, ma è vero anche che potrebbe passare questi dati ad altre persone (magari più scaltre di lui) e manomettere tutto ciò che si può.

Non solo recherebbe un danno non indifferente all'amministratore, ma l'amministratore a quel punto non dovrà giustificare in sede di giudizio perchè il suo studio ha falle di sicurezza?

Non si prospetterebbe un caso di negligenza?

Faccio un esempio, prende la password del gestionale in rete, e gli cancella tutta la contabilità, usa il conto in banca e fa bonifici casuali, non a se stesso ma magari tra condominio e condominio, gli modifica completamente l'anagrafica, insomma gli fa un boato di danni.

Mi pare strano che l'amministratore non ne debba rispondere.

Cioè quello che voglio dire che sia per dispetto e non per lucro personale.

Come dici tu: "Dove finisce il diritto, inizia il buon senso"

e dove finisce il buon senso inizia l'imbecillità...

Chi operà come giustamente temi tu, rischia il licenziamento in tronco.

Resta ai danneggiati eventualmente il compito di stabilire il confine tra il dolo e la colpa dell'amministratore...o la sua totale buona fede.

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