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L'Ilva risarcisce i condomini per inquinamento industriale.

Per la prima volta viene riconosciuto il danno conseguente alla ridotta possibilità di godimento dell'immobile.
Ivan Meo 

Risarcimento degli abitanti del quartiere Tamburi. Un risarcimento per i danni subiti a causa dell'inquinamento proveniente dall'Ilva è stato disposto, nel febbraio scorso, dal Giudice civile del Tribunale di Taranto, in favore di un gruppo di cittadini residenti in uno stabile di via De Vincentis, nel quartiere Tamburi, il più vicino e il più colpito dalle polveri dell'industria.

Questi cittadini hanno finalmente ricevuto dall'Ilva indennizzi compresi tra gli undicimila e i quindicimila euro a famiglia.

Causa avviata nel 2006. Già nel 2006 fu avanzata una prima richiesta stragiudiziale da parte di un condominio del rione, situato a poche centinaia di metri dallo stabilimento siderurgico, sulla scia della sentenza di condanna in sede penale di amministratori e dirigenti Ilva per il reato di "getto pericoloso di cose" relativo allo sversamento di polveri dei parchi minerali sulla città e in particolare sul vicino quartiere Tamburi.

Dopo il rifiuto dell'Ilva del risarcimento in via bonaria, nel 2008 iniziò la causa civile, che, dopo sei anni, si conclude con una sentenza di riconoscimento del diritto al risarcimento dovuto a causa dell'inquinamento.

La perizia chimica. Prima di decidere sul caso, il giudice ha affidato una complessa e costosa perizia chimica per accertare che le polveri che negli anni hanno danneggiato l'edificio siano le stesse provenienti dallo stabilimento siderurgico.

Inoltre, poiché l'Ilva si è opposta alla nomina di un consulente residente a Taranto, presumendo un conflitto di interessi, il giudice cautamente ha sostituito il perito nominato con un consulente residente in altra città.

I "ribelli dei Tamburi". Quando fu avviata la causa, il gruppo di residenti fu definito i "ribelli dei Tamburi" per aver avuto il coraggio di schierarsi contro il colosso siderurgico nonostante molti di loro fossero dipendenti o avessero parenti impiegati nella fabbrica e nonostante i precedenti giurisprudenziali si fossero conclusi quasi sempre favorevolmente all'industria.

Nel corso del giudizio due dei condomini sono morti per tumore e questo ha allungato ulteriormente i tempi.

Esito positivo. Alla fine, però, e' stato riconosciuto il nesso di causalità tra inquinamento subito e produzione industriale e il conseguente diritto al risarcimento.

I condomini dei Tamburi, tra i quali anche gli eredi dei due deceduti, hanno vinto la propria battaglia.

Le somme versate vanno a risarcire una voce di danno che per la prima volta viene riconosciuta in sede giudiziale, cioè quello conseguente alla ridotta possibilità di godimento dell'immobile di proprietà a causa dell'inquinamento industriale proveniente dallo stabilimento siderurgico.

Il commento degli avvocati. Gli avvocati hanno commentato: "Una sentenza innovativa che costituisce un precedente particolarmente importante in materia, anche perché il diritto risarcitorio riconosciuto, e mai reclamato da nessun altro, appare difficilmente revocabile in sede di impugnativa, non dipendendo da valutazioni tecniche o da dati che possono essere suscettibili di varia interpretazione.

Per oggi non possiamo che gioire del risultato raggiunto dai ribelli dei e sperare che questi risarcimenti riescano, almeno parzialmente, a lenire la pena di quanti hanno dovuto sopportare l'ingiusta compressione dei propri diritti a causa dell'inquinamento industriale".

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