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Quando il cappotto termico incide sul valore commerciale dell'immobile.

Il costruttore di un edificio il cui isolamento termico delle pareti perimetrali risulterebbe insufficiente o inadeguato, va condannato al risarcimento del danno.
Angelo Pesce 

Prendendo spunto da una recente ordinanza della Cassazione, (n.24886/13), il costruttore di un edificio il cui isolamento termico delle pareti perimetrali risulterebbe insufficiente o inadeguato, va condannato al risarcimento del danno derivante dalla diminuzione del valore commerciale dell'intero stabile, come dei singoli appartamenti.

Una cattiva coibentazione delle pareti esterne comporta, tra l'altro, condizioni climatiche interne poco confortevoli per gli occupanti, con relativo calo dei livelli di confort. La parete esterna, in genere, dovrebbe presentare:

  • capacità igrometriche: capacità di assorbire l'umidità in eccesso nell'aria e di restituirla quando questa lo necessiti (è una caratteristica dei materiali porosi come il laterizio e il legno e l'intonaco realizzato con calce);
  • inerzia termica: capacità di inglobare calore e mantenerlo nel tempo, regolando la temperatura interna nelle diverse stagioni;
  • capacità termoisolante: i materiali impiegati nelle murature possiedono, di solito, un'alta conduttività termica e quindi una scarsa capacità isolante; in tal caso, vengono impiegati laterizi porizzati e strati di materiali isolanti a bassa conduttività termica;
  • capacità fonoisolante: più è spessa la muratura e maggiore è l'abbattimento acustico; le murature leggere, infatti, realizzate in laterizio forato o legno, richiedono diversi strati per aumentare la barriera al suono; è importante, inoltre, ridurre al minimo i punti di discontinuità della muratura (punti deboli sotto il profilo acustico, rappresentati da porte e finestre, giunti, fessure).

isolamento termico esterno In virtù di questi parametri, laddove non fossero garantiti è possibile prevedere un isolamento a cappotto dall'esterno. tra i vari sistemi di isolamento delle pareti, quello "a cappotto" risulta essere certamente tra i più vantaggiosi e per questo tra i più praticati. Il "cappotto", ovvero l'isolamento termico integrale.

Viene definito un "sistema" perché composto da varie fasi di posa e da vari elementi che interagiscono fra loro, consentendo la totale eliminazione dei cosiddetti "ponti termici", un maggiore risparmio energetico, un migliore confort abitativo, una barriera alla formazione di condensa, causa principale di antiestetiche ed insalubri muffe sulle superfici interne degli alloggi.

(Se il vostro condominio ha "freddo" mettetegli il cappotto (termico))

Il sistema "a cappotto" serve per isolare in modo sicuro e continuo pareti costituite anche da materiali diversi; la diversità può riguardare sia il comportamento alle sollecitazioni termiche, sia le caratteristiche meccaniche, sia la conformazione superficiale.

Queste differenze sono molto frequenti nelle costruzioni edili (tipico esempio, cemento armato e laterizio) e sono causa di diversi fenomeni, tra i quali la formazione di ponti termici.

L'isolamento a cappotto, se ben realizzato, permette di garantire una minima dispersione termica dell'edificio, con un conseguente risparmio energetico e una riduzione dei costi in bolletta.

Nelle nuove costruzioni spesso il materiale isolante viene inserito nell'intercapedine, ovvero nello spazio risultante tra i setti murari interni ed esterni; a volte si esegue quest'operazione anche nelle ristrutturazioni, insufflando il materiale isolante in fori praticati nella muratura.
Quando l'isolante è inserito nell'intercapedine, si parla di veri e propri materassini isolanti, delle spessore elevato, anche di 20 cm.; l'isolante viene fissato sulla facciata esterna del muro interno, lasciando una lama d'aria di qualche centimetro tra l'isolante stesso e la muratura esterna.

Quest'aria facilita lo smaltimento di umidità causata da pioggia o da vapore proveniente dall'interno; lo spazio non deve superare però i 4 cm., dal momento che oltre quella dimensione potrebbero verificarsi dei moti convettivi che tendono a ridurre la capacità di isolamento.

Lo spazio, nel corso della vita dell'edificio, non sarà più ispezionabile, pertanto è fondamentale scegliere materiali durabili e con elevate prestazioni nel tempo, come lana di roccia o lana di vetro.

Da non perdere: (Problema umidità. Analisi dell'isolamento ed indicazioni per la risoluzione)

L'isolamento a cappotto può essere eseguito con il sistema a lastra (polistirolo, sughero, ecc.) o con l'utilizzo di un termointonaco. Per la sua semplicità esecutiva, questo tipo di coibentazione è utilizzato nella maggior parte delle nuove costruzioni e nella quasi totalità delle ristrutturazioni, in quanto consente l'esecuzione dei lavori senza che si renda necessario il rilascio dell'immobile da parte degli occupanti.

È un sistema estremamente efficace ma presenta anche un punto debole: un isolamento a cappotto realizzato con materiali caratterizzati da grande potere isolante ma scarsa inerzia termica (come ad esempio il polistirene, che viene spesso usato nell'isolamento a cappotto) ed esposto a sud, risulta del tutto inefficace per proteggere l'edificio dal caldo durante il periodo estivo.

Qualora le scelte costruttive o lo stato dei luoghi ce lo consentano, lo strato coibente dovrà trovarsi sempre sul lato esterno della muratura, sia quest'ultima strutturale o di tamponamento.

Posizionando lo strato isolante verso l'esterno proteggiamo la parete dalle escursioni termiche, pertanto la massa della muratura resta più calda in inverno e più fresca in estate, generando un migliore comfort abitativo.

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