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Cablaggi veloci. I condomini sono salvi? Forse, manca ancora il regolamento.

Cablaggi veloci:proteste in merito ad un recente provvedimento adottato dal Governo Monti.
Ivan Meo 

L'introduzione delle nuove tecnologie e i collegamenti in fibra ottica, offrono grandi vantaggi per le nostre abitazioni. Il costante aumento delle installazioni di queste nuove tecnologie, negli edifici condominiali, hanno alimentato alcune questioni sotto il profilo dei rapporti tra condominio e gestori.

Da ultimo non sono mancate alcune proteste in merito ad un recente provvedimento adottato dal Governo Monti.

Il nuovo "pacchetto tlc"
Per rilanciare l' "azienda Italia" cercando di ridurre il divario digitale, mediante una serie di semplificazioni procedurali ed alleggerendo adempimenti ed autorizzazioni al fine di favorire la diffusione della banda ultralarga, connessioni wireless e nuove tecnologie di connessione, il precedente Governo, ha previsto uno specifico "pacchetto tlc", disciplinato dal decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, che ha come finalità principale lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni in fibra ottica e la diminuzione del divario digitale del territorio nazionale.

All'intero del Decreto, per quanto riguarda gli scavi per la posa della fibra ottica, viene prevista l'esenzione della tassa per l'occupazione del suolo e del sottosuolo oltre a prevedere, con apposito decreto ministeriale, le specifiche tecniche delle operazioni di scavo per le infrastrutture a banda larga.

Il decreto dovrà inoltre definire la superficie massima del manto stradale da ripristinare al seguito dell'esecuzione dell'opera.

Sempre al fine di velocizzare i tempi delle operazioni di scavo per le infrastrutture a banda larga e ultralarga nell'intero territorio nazionale i tempi per il rilascio della autorizzazioni all'effettuazione degli scavi indicati nel progetto, nonché la concessione del suolo o sottosuolo pubblico necessario all'installazione delle infrastrutture vengono dimezzati: si passa da 90 a 45 giorni nei casi ordinari, da 30 a 15 giorni nel caso di lavori di scavo di lunghezza inferiore ai duecento metri.

Mentre nel caso di apertura buche, chiusini per infilaggio cavi o tubi, posa di cavi o tubi aerei su infrastrutture esistente o allacciamento utenti il termine è ridotto a 10 giorni.

Via libera al cablaggio senza il consenso dei condomini
Precedentemente, il legislatore aveva emanato la legge 133 del 6 agosto 2008 e la legge 18 giugno 2009, n. 69. Quest'ultima conteneva una normativa specifica riguardante programmi di interventi infrastrutturali nelle aree sottoutilizzate necessari per facilitare l'adeguamento delle reti di comunicazione elettronica pubbliche e private all'evoluzione tecnologica e alla fornitura dei servizi avanzati di informazione e di comunicazione del Paese. Nonostante gli sforzi, l'Italia risulta essere uno dei paesi europei meno cablati.

In questo contesto, ed in base alla nuova normativa, i condomini non potranno più opporsi all'installazione delle antenne e ripetitori.
Con il nuovo articolo 14 della legge 17 dicembre 2012, n. 221, che ha convertito in legge il decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, viene disposto quanto segue:

  • l'operatore di comunicazione durante la fase di sviluppo della rete in fibra ottica può, in ogni caso, accedere a tutte le parti comuni degli edifici al fine di installare, collegare e manutenere gli elementi di rete, cavi, fili, riparti, linee o simili apparati privi di emissioni elettromagnetiche a radiofrequenza;
  • il diritto di accesso è consentito anche nel caso di edifici non abitati e di nuova costruzione;
  • l'operatore di comunicazione ha l'obbligo, d'intesa con le proprietà condominiali, di ripristinare a proprie spese le parti comuni degli immobili oggetto di intervento nello stato precedente i lavori e si accolla gli oneri per la riparazione di eventuali danni arrecati.

Quindi alla luce del nuovo dettato normativo si dispone che i condomini non potranno più opporsi, all'accesso dell'operatore di comunicazione al fine di realizzare o manutenere gli impianti.

Inoltre, si specifica, che il diritto di accessoè consentito anche nel caso di edifici non abitati e in corso di costruzione.Solo in caso di danno l'operatore sarà tenuto a risarcire i danni provocati.

In realtà, questo recente intervento normativo, vuol porre fine ad una situazione che era caratterizzata da alcune variabili: troppa libertà per enti pubblici da un lato e condomini che ostacolavano scavi e cablaggi creando inevitabilmente lungaggini nelle operazione di scavo ed installazione degli impianti.

Cablaggio e decoro architettonico. Presupposti, problematiche e vantaggi

In attesa del decreto vi sono interessi contrapposti
Per rendere operativo questo nuovo decreto si attendeva il regolamento per semplificare le procedure e ridurre i tempi previsto dal decreto Crescita 2.0, entro la fine di aprile, ma che ancora non ha visto la luce.

Dal alcune indiscrezioni trapelate, complice del rallentamento potrebbe essere stato il periodo convulso del dopo-elezioni e la formazione del nuovo Governo.

A quanto pare a rallentare l'iter ci sono una serie di problemi da risolvere:

  • la bozza di regolamento predisposta dal ministero dello Sviluppo nono è stata completamente gradita dal ministero dei Trasporti;
  • l'Anas ha evidenziato la questioni di costi per il ripristino degli interventi;
  • l'associazione dei Comuni chiedono una condivisione preventiva del regolamento.

Ovviamente la necessità di avere un regolamento significa:

  • rispettare gli obiettivi dell'Agenda digitale europea;
  • evitare di porre in essere una giungla di scavi senza controllo;
  • facilitare la rapida posa in opera della nuova rete, secondo le modalità meno invasive, a minor impatto ambientale e meno onerose.

Ovviamente sarà necessario calibrare le diverse esigenze, non solo delle aziende ma anche degli abitanti dei vada edifici al fine di porre una concreta garanzia contro interventi particolarmente invasivi e dannosi.

Per ragioni la necessità di emanare una norma chiara che stabilisca tempi e standard tecnici e autorizzativi valevoli per tutto il territorio nazionale sarebbe sicuramente una via di uscita da questo empasse.

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