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Albo degli amministratori di condominio, equo compenso e fondo previdenziale. Ecco le principali aspettative delle associazioni di categoria

La Redazione di Condominioweb ha effettuato un sondaggio per valutare i pareri e le risposte da parte delle Associazioni di Categoria.
Redazione Condominioweb.com 

Come sappiamo, il giorno 4 marzo 2018 ci sono state le elezioni politiche. Nell'attesa di conoscere il nuovo governo, l'occasione è propizia per esaminare i vari punti di vista, soprattutto alla luce delle dinamiche condominiali che ancora oggi, dopo la novella del 2012, destano molte perplessità dal punto di vista dell'applicativo delle norme alla gestione degli edifici condominiali.

In particolare dell'annosa questione della regolamentazione della figura dell'amministratore di condominio.

La Redazione di Condominioweb ha cercato di fare il punto della situazione coinvolgendo le 52 associazioni di categoria presenti sul territorio nazionale. Le risposte giunte, se pur poche, sono state molto articolate. Ecco l'esito del nostro sondaggio.

ALAC. Il segretario generale dell'ALAC (Dott. Giuseppe Simone), in merito alle aspettative riposte nei confronti del nuovo governo, ha evidenziato che "è fortemente sentita la necessità di attivare tavoli tecnici volti alla consultazione e al confronto tra le Istituzioni e le Associazioni più rappresentative della categoria degli amministratori di Condominio.

Questo è un auspicio, condiviso anche dalle altre associazioni che formano la "Conferenza delle Associazioni di Amministratori di Condominio (ALAC, AMI, ARCO, HELP CONDOMINIO e UNAI)" magari dialogando in unione alle altre voci che vorranno condividere gli obiettivi della "Conferenza", per lo sviluppo e la crescita della categoria". Quanto ai problemi dell'attuale riforma, secondo il Dott.

Simone si auspica (dal nuovo governo) "Obbligo dell'amm.re di allegare al verbale di nomina e di riconferma dell'incarico tutti gli attestati relativi al superamento dell'esame finale conseguito dopo un Corso di Aggiornamento annuale a partire dal 2015modificare lettera g dell'art.71bis L.220/2012 obbligando gli amministratori interni del Condominio a frequentare il corso annuale di aggiornamento ai sensi del D.M. 140/2014… ed infine Obbligare le Associazioni che organizzano corsi di formazione e di aggiornamento in aula e a distanza a comunicare al Ministero di Giustizia i nominativi dei partecipanti ai Corsi allo scopo di evitare abusi e falsificazioni".

ANAPI. In argomento, il dott. Roberto Bonasia (Centro Studi Anapi) ha precisato che "il legislatore non ha attribuito valore normativo allo stato conservativo del parco immobiliare se non dopo l'intervento normativo ma frammentario dello stato di sicurezza degli edifici.

Inoltre, le norme richiamate dalla disciplina del codice civile, nel loro essere generali ed astratte pongono una serie di dubbi interpretativi e mancata qualificazione della certezza del diritto e che rischiano di accrescere il contenzioso condominiale… Oggi la sfida più importante per l'amministratore di condominio è rappresentata dalle competenze, che devono essere non solo certificate ma individuate e semplificate attraverso percorsi normativi di facile consultazione.

Non ha senso parlare di innalzamento delle competenze se non attraverso uno snellimento dei processi normativi da una parte e certezza dei principi di diritto dall'altro". Ed ancora, secondo ANAPI "la riforma attuale, ha diverse lacune normative, che richiedono un intervento del legislatore, rispetto alle problematiche applicative che l'amministratore deve affrontare quotidianamente durante il suo operato presso i condomini".

ARCO. Secondo il dott. Francesco Schena (presidente dell'Associazione Amministratori e Revisori contabili condominiali) "è necessario lavorare presto alla riforma della riforma del condominio (L. n. 220/2012) che, alla distanza di quasi 5 anni, non ha sortito gli effetti sperati. I conflitti in condominio aumentano e la giurisprudenza schizofrenica pure. Occorre riscrivere numerosi passaggi della legge 220 e farlo anche bene.

E perché ciò avvenga è necessario che il nuovo legislatore presti orecchio alle doglianze ed ai suggerimenti degli addetti ai lavori….

Aspettiamo, con trepidazione, gli sviluppi sull'equo compenso anche per le associazioni senz'Albo, sperando che, come purtroppo spesso accade, il tutto non si areni nei meandri della burocrazia dei nostri ministeri". Infine, continua Francesco Schena "è giunto il tempo di essere ascoltati perché diversamente cominceremo a pensare a forme organizzate di protesta ed astensioni ad hoc. Urge l'istituzione di un Albo presso il Ministero della Giustizia e l'abilitazione".

Formazione e libretto degli amministratori: le diverse iniziative delle associazioni a confronto

ASSOEDILIZIA. Il Responsabile della Comunicazione di Assoedilizia (Giorn. Benito Sicchiero), in merito al sondaggio in oggetto parla della nascita di un progetto per il rilancio dell'immobiliare in Italia. A tal proposito, afferma che "il settore immobiliare è fermo.

Per farlo ripartire va impostata una imponente operazione, materiale e culturale insieme, che potremmo definire processo di "rigenerazione urbana" - il cui principio è, in estrema sintesi, rendere più efficienti e vivibili le città, attraverso il rinnovamento tecnologico, il riuso o la sostituzione edilizia, l'efficientamento energetico, ma anche affrontando al tempo stesso, in modo razionale, il problema abitativo - occasione per rilanciare la competitività delle nostre città, volano per l'economia e per la qualità della vita… Occorrerà un pacchetto di norme speciali, contenente misure di forte incentivazione economico-fiscale, per far sì che, dalla politica degli interventi episodici, si passi a quella del processo di sistema.

Un processo che miri a coinvolgere in questa operazione di enorme rilevanza, non solo economica, ma culturale e sociale (anche per affrontare in modo strategico e lungimirante il problema abitativo), il risparmio diffuso, quello posseduto dalle famiglie italiane, che costituisce una enorme riserva di risorse finanziarie a disposizione".

HELP CONDOMINIO. Il presidente (dott.

Isidoro Tricarico), in merito ai problemi afferenti il condominio ed in risposta al presente sondaggio, ha puntualizzato che "innanzitutto bisogna partire dalla riforma degli articoli 1129 del codice civile, nella parte in cui l'assemblea può nominare un amministratore di condominio a partire già da due soli condomini … Eliminazione di elezione di amministratore interno in quanto l'abilitazione all'esercizio dell'attività di amministratore di condominio già prevista dal DM 140/2014 nelle forme e nei termini prescritti dallo stesso decreto ministeriale… Previsione dell'articolo 1130 Codice Civile nella parte in cui un amministratore può essere revocato se non presenta un rendiconto almeno durante l'anno solare ed ancora, secondo Tricarico "si rende necessaria la costituzione di un registro nazionale delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative al fine di creare un quadro completo e sano della competenza … la creazione di un organismo sovranazionale che coordina tutte le attività didattiche e di promozione dell'ambito della professione di amministratore di condominio esercitando poteri di controllo contro coloro che esercitano irregolarmente l'attività di amministratore di condominio.

Non ultima la creazione di un fondo previdenziale ad hoc, per tutelare gli amministratori di condominio nei casi di malattia invalidità e pensionamento".

Anche gli amministratori di condominio, in quanto "lavoratori autonomi", potranno chiedere ed ottenere la indennità di disoccupazione.

TRIBUNALE ARBITRALE DELL'IMMOBILIARE E DEL CONDOMINIO. In proposito, il dott. Marco Venier (vicepresidente nazionale) ha evidenziato che "per prima cosa andrebbe predisposto un percorso formativo ben più lungo e professionalizzante sulla falsariga di quanto avviene in altri Paesi europei come Francia ed Austria dove per poter esercitare come amministratori occorre un corso universitario perlomeno triennale.

Dopodiché bisognerebbe fornire all'amministratore i migliori strumenti per poter svolgere il proprio mandato.

Ad esempio nell'ambito del recupero crediti con percorsi privilegiati per l'ottenimento del dovuto… Andrebbe, poi, dato maggiore spazio agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie (ADR) ed invece osserviamo che in Italia è previsto il solo obbligo di mediazione prima di avviare un giudizio, ma tale procedimento spesso si rivela infruttuoso perché il mediatore non ha poteri coercitivi (ovviamente) per chiudere la contesa in quell'ambito e i litiganti percepiscono lo strumento della mediazione come una tappa obbligata di cui farebbero volentieri a meno perché semplicemente li rallenta dall'ottenere integralmente il riconoscimento delle proprie ragioni".

La redazione di Condominioweb, data la particolare e delicata questione, ringrazia le associazioni che hanno espresso il proprio parere al presente sondaggio. Cogliamo l'occasione per comunicare che la redazione è lieta di ospitare e condividere ulteriori interventi di altre associazioni di categoria.

A cura dell'Avv. Maurizio Tarantino

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